Disastro scuola al Sud, Fortini: «Si investe poco e male»

Disastro scuola al Sud, Fortini: «Si investe poco e male»
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 8 Luglio 2022, 08:01 - Ultimo agg. 17:04
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Il giorno dopo la diffusione dei risultati delle prove Invalsi è quello della riflessione. L'assessore regionale all'Istruzione Lucia Fortini suggerisce una chiave di lettura diversa al gap tra studenti del Sud e quelli del Nord: differenti scelte di investimenti che «basata su parametri che non aiutano a colmare questo gap, ma anzi continuano ad alimentarlo».

Assessore Fortini, i dati Invalsi non sono molto buoni per la Campania, in particolare dalle secondarie in poi si notano delle enormi differenze con gli studenti del Nord. Sono davvero meno capaci?
«Direi proprio di no. I dati peggiori li vediamo dalla terza media fino all'ultimo anno delle superiori. La colpa non la imputo né agli studenti né ai docenti. Anzi, quest'ultimi sono indicati ingiustamente come i veri colpevoli, vorrei solo ricordare che gran parte dei docenti che lavorano al Nord sono del Sud, soprattutto campani. Quindi sono bravi altrove e non qui? Non è la qualità della docenza a essere in discussione, ma sono i servizi che mancano e questi ragazzi sono demotivati se non hanno laboratori adeguati, senza contare le opportunità sportive, culturali e sociali all'esterno.

Le scuole non hanno spazi adeguati perché non si è investito abbastanza. Per far appassionare i ragazzi alle scienze, alla biologia, alle materie scientifiche servono laboratori all'avanguardia, altrimenti li perdiamo».

Differenze di investimento ben descritte sul Mattino di ieri.
«Esatto e sinceramente sono un po' stanca di tutto questo, la ripartizione delle risorse per le scuole non può basarsi su criteri storici o non discussi con le Regioni altrimenti si alimenta il divario. Si parla di continuo di dispersione, Invalsi ha verificato che la Campania ha la maglia nera però si fanno proclami, si annunciano investimenti. Diciamolo: si investe male. Due esempi su tutti: assegnazione dei fondi per l'IeFP, cioè Istruzione e Formazione professionale, e dei fondi del Pnrr dispersione. Inizio con il primo punto chiarendo un fatto: la dispersione riguarda gli studenti degli istituti professionali. Il riparto IeFP prevede un investimento di 67 milioni per la Lombardia, appena 2 milioni per la Campania perché si basa sul numero di studenti che prendono la qualifica professionale. Non dico che alla Lombardia non devono andare quei 67 milioni, anzi sono giusti, ma alla Campania il ministero delle destinare più fondi altrimenti così facendo non si aiuta ad aumentare quel numero di studenti con la qualifica professionale, si persevera nel danneggiarli con un'assegnazione di fondi inadeguata. Vorrei essere chiara, non è una questione Nord contro Sud, in Lombardia il sistema funziona e va bene così. Ma il tema centrale è che vanno utilizzati dei fondi ulteriori per rafforzare quel segmento in Campania e al Sud. Quindi il ministero dovrebbe investire ulteriormente, dando fondi agli istituti professionali oppure alle Regioni per rafforzare quel comparto se vuole davvero contenere la dispersione. C'è poco da discutere».

Ma il ministero ha investito Campania con i più fondi Pnrr dispersione.
«È vero, ma la graduatoria è imbarazzante. Sono stati dati oltre 200mila euro a scuole di Posillipo, la cui dirigente mi ha chiamato per dirmi: Non ne ho bisogno, non si possono destinare a scuole della periferia non in graduatoria?. Graduatoria in cui mancano scuole impegnate con i bambini a rischio, che forse neanche hanno dispersione ma che vano sostenute per l'impegno che ci mettono ogni giorno. Chi ha concepito questi criteri per la graduatoria va contro gli studenti, va contro chi è fragile e chi vive in contesti socio-economici difficili. È ingiusto, non è tollerabile. Tutte le Regioni hanno chiesto un incontro urgente al ministro e stiamo ancora aspettando una data».

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Ritornando alle prove Invalsi, emerge che gli alunni della seconda primaria sono peggiorati di 11 punti in Italiano a livello nazionale.
«È un risultato paradossale se visto in prospettiva delle dichiarazioni del ministro Bianchi sulla scuola in presenza che ha migliorato i risultati. Non è proprio così, alla seconda primaria il ritorno in presenza vede al 28% gli allievi di seconda elementare che non raggiungono un livello minimo adeguato contro il 17% del 2021. Siamo tornati ai livelli prepandemia, quando il dato si attestava al 29%. Non dico che la Dad sia meglio, ma non è il demonio che il ministro vuol far credere, perché sui bambini invece ha migliorato le competenze. Un miglioramento lo notiamo in Inglese in presenza e sulle secondarie ma sono percentuali basse, 2-3% al massimo. Detto ciò, non voglio di certo osannare la Dad ma neanche la demonizzo».

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