Ecoballe, la Regione Campania: «Il ministero ci disse: ora vanno seppellite»

Ecoballe, la Regione Campania: «Il ministero ci disse: ora vanno seppellite»
di Valerio Esca
Venerdì 6 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 16:12
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«Per la soluzione del problema ecoballe il ministero dell'Ambiente ci propose di tombare i 5,4 milioni di tonnellate. Non rimuoverle. Lasciarle dove sono ora e fare una sorta di discarica sotterranea. Un'ipotesi teoricamente più economica. Perché permetteva di affrontare il problema con minori risorse, ma non abbiamo mai aderito a questa proposta. Simbolicamente sarebbe significato non guarire una ferita, ma nasconderla». Un retroscena raccontato al Mattino da Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania con delega all'Ambiente, che annuncia: «A settembre contiamo di inaugurare l'impianto di Giugliano».

Il numero due di Palazzo Santa Lucia svela alcuni intrighi relativi al periodo dell'interlocuzione «per risolvere il problema della multa inflitta dall'Unione europea. In quella fase spiega Bonavitacola - ci fu un confronto su come rimediare alle contestazioni della sentenza della Corte di giustizia. Una delle quali era l'annoso problema delle ecoballe.

La prima ipotesi, non proposta dal ministero dell'Ambiente, fu quella di un termovalorizzatore a Giugliano dedicato alle ecoballe. Ci fu anche una norma che lo prevedeva. Questo avrebbe significato risolvere il problema dopo 24 anni, se consideriamo i 6 o 7 anni per realizzarlo e la capacità di 300mila tonnellate all'anno». L'altra proposta, che invece fu fatta dal ministero dell'Ambiente, prevedeva che «le ecoballe si tombassero». «Un'ipotesi ovviamente più economica, alla quale rifiutammo di aderire». Perché? «Sarebbe significato non guarire una ferita, ma nasconderla. E poi i rifiuti sarebbero rimasti lì sotto. Parliamo di 120 ettari, come sotterrare 240 campi di calcio». Bonavitacola ricorda poi la strada alternativa che la Regione decise di seguire. «Scegliemmo le tre filiere: trasportare un milione di tonnellate fuori regione e conferire il resto, 600mila tonnellate all'anno, negli impianti di Caivano e Giugliano». Con 400mila tonnellate a Caivano e 200mila a Giugliano. A Caivano per creare combustibile solido secondario da collocare nei termovalorizzatori e nei cementifici fuori regione, l'altro impianto più ambizioso. Recuperare il 25 per cento del materiale quale frazioni secche, plastica, vetro, materiali ferrosi, metalli e legno.

L'impianto di Caivano esiste e già funziona, quello di Giugliano dovrebbe entrare a regime tra qualche mese. «A Giugliano non c'è più solo il capannone, ma l'85 per cento delle attrezzature» evidenzia Bonavitacola, che poi detta i tempi: «A settembre vorremmo inaugurarlo». Sui numeri di quante tonnellate siano state già rimosse e quanti anni manchino per il completamento dello smaltimento il vice del governatore Vincenzo De Luca fa chiarezza: «Noi ne abbiamo rimosse circa un milione. Ma non si può però fare il confronto tonnellate rimosse-tempo trascorso, perché ci è servito a fare gli impianti. Li abbiamo completati in 3 anni e mezzo, in Italia di media per fare strutture del genere ci vogliono 10, 15 anni». E aggiunge: «C'è stato un calo fisiologico del numero di tonnellate, perché alcune in parte si sono inertizzare, che quantifichiamo in un milione rispetto ai 5,4 milioni di tonnellate iniziali. Oggi ci sono 4,4 milioni. Con gli impianti a regime, se non avremo delle misure ulteriori e straordinarie di trasporto fuori regione, calcoliamo di completare tutto entro 3, 4 anni». C'è poi un progetto, non relativo alle ecoballe, sul quale la Regione punta molto: il landfill mining. Ovvero la rimozione dei rifiuti depositati in discarica ottenendo il recupero materiali, energia e volume recuperabile nel sito. «A San Tammaro (Caserta) c'è una discarica di un milione di metri cubi sottolinea Bonavitacola - e con le tecniche del landfill mining non serve aprire un nuovo sito. Tra recupero di materiale riciclabile e compattamento ci sono indicatori che ci consentono di credere che si possa arrivare a recuperare anche la metà dei volumi. Invece di fare un'altra discarica ne usiamo una esistente ottimizzando le potenzialità di ricezione». 

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C'è poi un capitolo che riguarda Napoli e la Città metropolitana. Il sindaco Gaetano Manfredi, in occasione di un convegno sul tema delle bonifiche, ha evidenziato come «bisogni lavorare sulle bonifiche per recuperare il passato ma soprattutto dobbiamo completare il ciclo dei rifiuti con tecnologie avanzate per fare in modo che gli errori del passato non vengano ripetuti». L'ex rettore ha poi ricordato: «Veniamo da una stagione in cui il territorio è stato violentato, in cui la mancanza di un ciclo dei rifiuti ha determinato moltissimi problemi e in cui anche insediamenti industriali non hanno protetto i terreni e i suoli su cui agivano. Oggi è cambiato il modo di lavorare e c'è stato un grande sforzo della Regione sulle ecoballe e finalmente c'è un percorso che ci consentirà uno smaltimento corretto». Per quanto riguarda la città di Napoli, il sindaco ha dichiarato: «Ci sono siti industriali importanti che vanno rimessi in ordine e recuperati e nell'area orientale ci sono tante aree su cui interverremo nei prossimi mesi e anni per completare le bonifiche». 

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