Elezioni 2021, a Napoli e provincia regge l'asse Pd-M5S: cinque sindaci su nove eletti al primo turno

Elezioni 2021, a Napoli e provincia regge l'asse Pd-M5S: cinque sindaci su nove eletti al primo turno
di Francesco Gravetti
Martedì 5 Ottobre 2021, 07:35 - Ultimo agg. 16:57
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Il patto tra Pd e M5s regge ad Arzano, Melito, Frattaminore e Volla ma fallisce ad Afragola, il Comune più grande tra le città chiamate al voto. A Gragnano la super-alleanza che inglobava anche i moderati viene sconfitta e a Vico Equense il centrodestra si conferma maggioranza, seppur al fotofinish. A Brusciano, invece, il nuovo sindaco (unico candidato, che non aveva nemmeno l'onere del quorum) già festeggia e promette stabilità dopo le turbolenze della passata amministrazione e l'ombra della criminalità organizzata che avevano reso il clima teso.

Dopo le polemiche della campagna elettorale e le denunce dei carabinieri ad Afragola e Volla per alcuni tentativi di inquinare il voto, in provincia di Napoli lo spoglio delle schede riserva molte conferme ma anche qualche sorpresa. La più eclatante è quella di Gragnano, dove si registra la netta affermazione di Aniello D'Auria, ex vicesindaco.

Sostenuto da una serie di civiche, D'Auria evita anche il ballottaggio e batte al primo turno il primo cittadino uscente Paolo Cimmino, che alla vigilia della presentazione delle liste avrebbe dovuto capeggiare un'alleanza molto somigliante a quella nazionale, con dentro pezzi del Pd, dei Cinque Stelle e di quella parte di Forza Italia vicina alla consigliera regionale Annarita Patriarca. Una sorta di governo Draghi in miniatura, insomma. Il mega-accordo poi è saltato, anche se dietro le quinte dem, azzurri e cinque stelle hanno sostenuto Cimmino. Fatto sta che nel corso della campagna elettorale, il suo sfidante, che partiva con lo sfavore dei pronostici, ha recuperato punto su punto fino a vincere al primo turno. Più staccata la verde Maria Pia Di Maio, terza pretendente alla carica di sindaco. 

 

E per un laboratorio fallito sul nascere, ce n'è invece un altro che si conferma foriero di buoni risultati: è quello tra Pd e M5s. Le due forze avevano provato a stare insieme con discreti risultati già l'anno scorso, per esempio a Pomigliano d'Arco e Giugliano, dove tuttora governano insieme: quest'anno si sono ripresentati uniti ad Afragola, Arzano, Melito, Frattaminore e Volla. L'esperimento va decisamente male solo ad Afragola: qui sarà ballottaggio tra Antonio Pannone (Fdi più civiche) e Gennaro Giustino (Forza Italia più civiche). Resta, invece, fuori dai giochi il giornalista Antonio Iazzetta, che era riuscito a mettere insieme tutto il centrosinistra, con dentro non solo i Dem e i grillini ma anche Europa Verde ed altre civiche di ispirazione progressista. A sostenere Iazzetta erano arrivati, in campagna elettorale, tutti i big: da Giuseppe Conte a Luigi Di Maio, passando per molti esponenti democratici, sia nazionali che regionali.

Il centrosinistra festeggia, invece, ad Arzano, dove Cinzia Aruta viene eletta sindaco al primo turno e a Frattaminore, dove si conferma l'uscente Giuseppe Bencivenga. A Volla è testa a testa tra Ivan Aprea, sostenuto da tre civiche, e Giuliano Di Costanzo appoggiato da M5S, Pd e FreeVolla: il duello è andato avanti a lungo fino a sfociare nel ballottaggio tra i due tra quindici giorni.

Ballottaggio anche a Melito, dove tra due settimane si scontreranno Luciano Mottola e Dominique Pellecchia. Il voto anticipato a Melito di Napoli era stato determinato da un fatto tragico: la morte per covid del sindaco Antonio Amente. A lui era succeduto proprio Luciano Mottola, che da vicesindaco era diventato primo cittadino facente funzioni. Dopo qualche mese, però, Mottola era stato sfiduciato. Poi si è ricandidato con il sostegno di Fratelli d'Italia, ma senza Forza Italia e la Lega, che invece aveva preferito convergere su Nunzio Marrone. La spaccatura interna al centrodestra ha, dunque, consentito a Dominique Pellecchia, appoggiata da Pd, Cinque Stelle ed altre civiche di recuperare e ottenere di giocare la partita del ballottaggio. 

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L'area di centrodestra, invece, si afferma a Vico Equense, dove dopo al primo turno è in vantaggio Giuseppe Aiello, espressione dell'amministrazione uscente, ma anche di Fratelli d'Italia, che aveva presentato una lista col proprio simbolo. Aiello è al 48 per cento e va al ballottaggio con Maurizio Cinque, candidato sindaco del M5S e di altre cinque civiche. Staccati, invece, Giuseppe Ferraro e Giovanni Ponti.

Nessun problema, invece, a Brusciano, dove hanno votato 5926 persone e, di queste, 5630 hanno scelto Giacomo Romano. Un plebiscito dovuto al fatto che Romano era il solo candidato a sindaco, sostenuto da quattro liste civiche. La campagna elettorale è proceduta senza troppi scossoni, ma a Brusciano il vero terremoto si era verificato al momento della presentazione delle candidature. Giuseppe Montanile, infatti, che pochi mesi prima era stato mandato a casa dalla sua maggioranza tra mille polemiche (lui stesso aveva denunciato di aver pagato caro la sua lotta alla camorra), si era visto respingere le sue liste, che non erano state presentate in tempo. Il Tar aveva dato ragione a Montanile ma, pochi giorni dopo, il Consiglio di Stato aveva di nuovo ribaltato tutto, spianando la strada a Romano. 

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