Elezioni 2022, in Campania l’esercito delle new entry: fuori gli uscenti Lonardo, Ruotolo e Spadafora

Elezioni 2022, in Campania l’esercito delle new entry: fuori gli uscenti Lonardo, Ruotolo e Spadafora
di Gigi Di Fiore
Lunedì 26 Settembre 2022, 23:58 - Ultimo agg. 28 Settembre, 07:27
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Una girandola di nomi, tra riconferme e sorprese, nella regione diventata lo zoccolo duro dei 5 Stelle che si accaparrano tutti i collegi uninominali di Napoli e provincia, sette alla Camera e quattro al Senato. Il grande sconfitto è il ministro Luigi Di Maio, un ex grillino tra i fondatori del movimento che ad agosto pilotò una scissione fondando il movimento Impegn o civico. Ha preso una batosta all’uninominale del collegio di Napoli-Fuorigrotta, dove si è affermato Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente nel primo governo Conte, che approda per la prima volta in Parlamento. Ma è solo l’inizio di un elenco di promossi e bocciati, più o meno noti, dai risultati elettorali in Campania. C’è chi brinda e chi recrimina, leccandosi le ferite.

Non ce l’ha fatta Paolo Siani, deputato uscente del Pd, fratello del giornalista Giancarlo ucciso dalla camorra nel 1985. Nel difficile collegio di Acerra, è stato sconfitto da Carmela Auriemma dei 5 Stelle, giovane consigliere comunale acerrana. Non era una passeggiata quella di Siani in un collegio non sicuro, come non lo è stata neanche per il giornalista Sandro Ruotolo, senatore uscente in carica solo dal febbraio 2020, che ha affrontato la difficile competizione nel collegio uninominale di Torre del Greco. Anche contro Ruotolo un trionfo pentastellato, con l’elezione di Gaetano Amato, attore stabiese noto per la partecipazione a molti film e fiction televisive. Più che con Ruotolo, il neoeletto Amato è stato messo a dura prova in un testa a testa con la candidata del centrodestra, la consigliera regionale di Forza Italia Annarita Patriarca, già sindaco di Gragnano, che è eletta nelle liste del plurinominale. 

Un flop elettorale anche per l’ex ministro Vincenzo Spadafora, che ha seguito Di Maio nella scissione dai 5 Stelle, battuto a Casoria da Pasqualino Penza ex assessore dei 5 Stelle a Caivano. Napoli fatale per chi se l’è dovuta vedere con i candidati del partito di Conte. Ne sa qualcosa anche l’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che nel collegio che comprendeva anche il suo quartiere Vomero, ha dovuto cedere il passo al videomaker e giornalista Dario Carotenuto che era stato secondo dei non eletti alle Comunali dello scorso anno.

Un tonfo, che si associa al mancato superamento della soglia del tre cento per arrivare in Parlamento che per Unione popolare, la formazione demagistriana, è stata meta irraggiungibile. 

Non è andata meglio a Mara Carfagna, ministro per il Mezzogiorno, reduce dall’addio a Forza Italia per confluire nella formazione di Calenda. Nel collegio dove ha prevalso Sergio Costa, è arrivata solo al sette per cento. Ma il suo non è un addio al Parlamento, dove è confermata attraverso l’elezione nella lista plurinominale Campania 2. È andata bene, ma il rischio era minimo, a Roberto Speranza attuale ministro della Salute che ha gestito tutto il periodo della pandemia, capolista nella lista per il collegio plurinominale del centrosinistra a Napoli.

Nelle altre province campane, la leadership pentastellata è stata sostituita dall’avanzata del centrodestra con in testa Fratelli d’Italia. Dieci collegi accaparrati, con la riconferma di un cavallo sicuro del Fdi: Edmondo Cirielli, già presidente della Provincia salernitana, approdato per la prima volta in Parlamento nel 2001 con An e poi rieletto per cinque legislature.

Conferma, nella provincia salernitana, anche per il senatore Antonio Iannone sempre di Fdi. Nel collegio di Scafati, che comprende anche la costiera amalfitana, in una sfida tutta al femminile l’ha spuntata l’imprenditrice Imma Vietri della direzione nazionale di Fdi, in una competizione non agevole dove ha avuto per competitor Virgilia Villani, deputato uscente dei 5 Stelle, e Paola Lanzara, sindaca dem di Castel San Giorgio che fece il pieno di voti alle amministrative.

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Anche il Cilento, come quattro ani fa, si conferma di centrodestra scalzando il dominio elettorale-amministrativo del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Nel collegio di Eboli, che accorpa l’area cilentana, è stato eletto il consigliere regionale della Lega, Attilio Pierro originario di Maratea e già vice sindaco di Roccagloriosa.

Un collegio risultato amaro per Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore di Pollica ucciso nel 2010, candidato con i 5 Stelle. Una candidatura osteggiata in molte zone del Cilento e anche a Pollica suo paese originario, dove il sindaco Stefano Pisani ha sostenuto il consigliere regionale dem fedelissimo deluchiano Luca Cascone. Per capire quale sia stato il clima della campagna elettorale sullo sconfitto Dario Vassallo, finito terzo dietro Pierro e Cascone, basta guardare qualche ironico post sui social di alcuni pollichesi. Elezioni amare in provincia di Salerno per i candidati sostenuti da De Luca, come Fulvio Bonavitacola vice presidente della Regione Campania, sconfitto da Pino Bicchielli, candidato di Noi moderati nel centrodestra. 

 

Non ce l’ha fatta Sandra Lonardo, senatrice di Forza Italia uscente e moglie del sindaco di Benevento Clemente Mastella candidata con la nuova lista mastelliana Noi moderati. È stata preceduta dal candidato forzista Francesco Rubano sindaco di Puglianello e dalla grillina Sabrina Ricciardi. Un ritorno in Irpinia, invece, per Gianfranco Rotondi cultore della storia della Dc con cui ha iniziato a fare politica, eletto nelle liste del centrodestra. Nelle ultime legislature, Rotondi era stato candidato e eletto in altre regioni. Si è imposto con 60662 preferenze, riconfermato in Parlamento. L’ha spuntata su Maurizio Petracca consigliere regionale del Pd e Michele Gubitosa presidente dei 5 Stelle. Torna in Parlamento, sempre con il centrodestra, l’imprenditrice alberghiera Giulia Cosenza in passato deputata con An. Sconfitto il chirurgo Carlo Iannace dei dem vicino alle posizioni di De Luca che lo aveva sostenuto. Irpino è anche Toni Ricciardi, ricercatore e docente di storia delle migrazioni all’Università di Ginevra, eletto con 22969 preferenze nelle liste degli italiani all’estero.

In questa provincia, il gioco a incastro delle preferenze e dei capilista è stato determinante. In più collegi era capolista Marta Schifone, figlia di Luciano in passato consigliere regionale del Msi e poi di An. Molto vicina a Giorgia Meloni che ne ha alta considerazione, componente della direzione nazionale di Fdi, Marta Schifone ha avuto la vittoria assicurata, dopo lo sfortunato esordio elettorale di quattro anni fa. Il suo effetto traino nelle liste plurinominali ha portato all’elezione del consigliere regionale Michele Schiano di Visconti e di Marco Cerreto. Sconfitto il presidente della Camera di commercio di Caserta, Tommaso De Simone del Pd. Con il paracadute delle liste plurinominali che guidava, Marta Schifone è passata indenne dalla sconfitta al collegio uninominale di Somma Vesuviana, dove ha prevalso la parlamentare uscente Carmela Di Lauro dei 5 Stelle con uno scarto dello 0,8 per cento pari ad appena 1636 consensi. 

L’elenco dei delusi, che erano in corsa per il Senato, ha nomi noti. Non ce l’ha fatta Stefano Caldoro, candidato del centrodestra già presidente della Regione Campania e parlamentare, ma anche Valeria Valente, parlamentare del Pd uscente che fu candidata a sindaco di Napoli nel 2016. Un variegato scenario di vincitori e sconfitti, per scelta degli elettori. 

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