È pronto a incassare anche i voti degli scontenti del partito di Giorgia Meloni e sa bene che l'impegno di questa ultima settimana sarà decisivo per strappare a Catello Maresca il biglietto di ingresso al ballottaggio. Antonio Bassolino dalla piazza di San Pietro a Patierno ricarica le batterie per la volata finale. «Abbiamo già fatto un bel cammino - dice l'ex sindaco - tutti comprendono che siamo una forza importante in città, una bella salita l'abbiamo fatta, ora però attenzione, nervi saldi sempre e manteniamo il rapporto con la realtà. Dobbiamo fare ancora un altro tratto, dobbiamo salire ancora e altri devono scendere ancora, e soprattutto bisogna spostare le forze dall'astensionismo, quelli che non votano più».
Bassolino sprona i suoi elettori e i suoi candidati da un quartiere a lui molto caro. «Sono nato a poche centinaia di metri da qui e ho cominciato in queste zone a fare politica, quando non avevo ancora l'età per poterla fare» racconta l'ex primo cittadino. Poi arringa: «Mi sono candidato sotto la spinta di tanti cittadini, mi sarei aspettato tante volte da parte del partito che ho contribuito a fondare (il Pd, ndr) una chiamata, per impegnarci insieme ogni giorno e dare una mano alla nostra città. Invece nulla. A me però ha colpito che tanti cittadini che conoscevo ma soprattutto che non conoscevo mi abbiano chiesto di impegnarmi. Cittadini di sinistra, di centro e anche di destra.
«Dobbiamo far crescere la fiducia in città perché la città è scassata, basta guardarci attorno. Servono risorse importanti e arriveranno risorse importanti, come quelle del Recovery e i fondi europei. Ma per spenderle bene serve competenza e dunque serve un sindaco che sa fare il sindaco, una giunta di grande livello e qualità - aggiunge Bassolino - Per Napoli è un momento delicato, guardiamoci attorno. La città è scassata nelle strade, nei marciapiedi, nei parchi. In giro si sente un senso di abbandono. Il Comune è scassato nel bilancio e ha un debito enorme. È scassato nella macchina comunale, nelle sedi chiuse, in un palazzo San Giacomo spopolato, senza competenze che ci servono: agronomi, economisti, ingegneri». Il pallino di Bassolino resta però l'ingresso al ballottaggio, che aprirebbe altri scenari e lo metterebbe di fronte alla coalizione tenuta in piedi dal suo stesso ex partito, il Pd. «Voglio e vogliamo andare al ballottaggio - afferma ancora l'ex sindaco - In quelle due settimane sarà un'altra battaglia, perché l'esercito dei candidati si ferma un po' e non si può più scappare da un confronto a due. Ho fatto una campagna elettorale senza dire mai una parola sbagliata che potesse ricambiare le schifezze che mi sono state fatte cinque anni fa. Adesso con lo stile giusto e tutti assieme facciamo l'ultimo tratto in salita».