Elezioni a Napoli, i vecchi compagni votano Bassolino da Cuperlo a D'Alema e Folena

Elezioni a Napoli, i vecchi compagni votano Bassolino da Cuperlo a D'Alema e Folena
di Antonio Menna
Lunedì 13 Settembre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 16:41
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Il primo endorsement rosso, a mezza bocca, anzi sotto i baffi, lo fece Massimo D'Alema a Palazzo Reale ai primi di luglio. Era uno degli invitati al Salone del libro e, a modo suo, fece già intravedere la grande tentazione che aleggia nella storica sinistra napoletana (e no). «Bassolino è un amico ed è una persona straordinaria - disse l'ex segretario del Pds ed ex presidente del Consiglio, capo di quel governo dove Bassolino fu ministro del Lavoro - Per fortuna non voto a Napoli». Come a dire, se fossi residente qui, un pensiero non potrei non farcelo. E più di un pensiero è quello che ha attraversato anche la mente di Gianni Cuperlo, da giovane segretario nazionale della Fgci, poi dalemiano a Palazzo Chigi, infine sfidante sconfitto di Renzi alle primarie del Pd e di recente presidente dell'Assemblea nazionale dei democratici. Arrivato al teatro Sannazaro, a fine agosto, a campagna elettorale già avviata, per presentare il libro di Bassolino, ha tentato la stessa freddura di D'Alema (chi ispira chi, tra i due, è sempre stato il grande dilemma): «Per fortuna sono residente a Roma - ha detto - perché a Napoli mi sarei trovato davanti a un bel dilemma...». Cioè, non votare il candidato ufficiale del Pd e andare su Antonio, come lo chiamano gli appartenenti alla storica famiglia comunista. Non è certo per caso che anche Pietro Folena, altro noto segretario Fgci, 5 legislature alla Camera, dal Pci a Rifondazione, venuto a Napoli per la mostra dei cento anni del Partito comunista, abbia ripetuto le stesse parole di incoraggiamento e stima verso Bassolino. Il quale, forse senza neppure volerlo, consapevole fin dal 1993 che bisogna saltare i recinti, mescolarsi, fuggire dalla tentazione della ridotta, si ritrova oggi a catalizzare simpatie e speranze di un mondo antico, un po' dimenticato, un pianeta lontano, rosso ma con i capelli bianchi. Il desiderio della sinistra napoletana, cannibalizzata nella costruzione del Pd - nelle pratiche e nelle persone - dagli eredi della Margherita e della Dc, di prendersi una bella, clamorosa, solenne rivincita.

I maligni parlano di grande nostalgia, quella che afferra alla gola chi ha contato e poi non conta più.

Ma dietro la guerra al tempo che fugge, si legge l'indomita passione per la politica: il gusto di chiamarsi ancora compagni, il desiderio di fare tardi a interrogarsi sul mondo, la voglia del porta a porta, del volantinaggio, persino il comizio, termine sdoganato con orgoglio proprio da Bassolino, che conosce il valore politico dei linguaggi. Ci hanno passato una vita intera, del resto, a immaginare la rivoluzione, e oggi si può chiamare tale anche questa piccola scalata al Palazzo di città. «Sono il candidato più politico di tutti eppure sono il candidato più indipendente», ha detto Bassolino, l'altra mattina nel salone nobile di Palazzo Serra di Cassano, a Monte di Dio. L'occasione era l'incontro Intellettuali e Napoli: un convegno partecipato, con una quarantina di persone che hanno preso la parola (e Bassolino ad ascoltarli tutti), per quattro ore filate di discussione. Il più politico e il più indipendente, cosa c'è di meglio per accendere i vecchi cuori rossi? 

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E infatti, gli intervenuti non si sono lasciati pregare. Uno dopo l'altro, a ricordare e a proporre, cominciando da due dei quattro organizzatori: Vito Nocera e Gianfranco Nappi, entrambi al fianco di Bassolino in questa avventura. Il primo, ex dirigente di Democrazia proletaria, poi segretario regionale di Rifondazione comunista, consigliere regionale proprio nel periodo di Bassolino. Il secondo, deputato del Pci alla fine degli anni Ottanta, poi segretario regionale dei Ds e capo della segreteria di Bassolino in Regione. Colonne che più rosse non si può. Alla convention, anche lo storico Guido D'Agostino, comunista, presidente dell'Istituto campano di storia della Resistenza, che di Bassolino al Comune è stato assessore; Raffaele Porta, ex assessore alla Provincia; Mario Montefusco, storico esponente di Rifondazione comunista, e Bartolo Senatore, ex dirigente napoletano dei Comunisti italiani. Della partita è anche Guglielmo Allodi, una vita nel Pci, ruoli in Provincia e Regione, poi nei Ds, di cui è stato segretario. Non solo intellettuali, però. Ci sono pezzi interi di militanza territoriale, di storia comunista, che si sono spostati nelle liste di Bassolino. Emblematico il caso di Fuorigrotta/Bagnoli, avamposto storico, operaio, del Pci napoletano. Ispirato, pare, anche dall'ex consigliere regionale Pd Gianluca Daniele, non eletto alle elezioni dello scorso anno, un mondo intero della sinistra di militanza si è spostato su Bassolino, ricostruendo, pezzo dopo pezzo, un tessuto di volti che sembravano perduti ma si sono ritrovati in un attimo, come per una rimpatriata. Ma è una campagna elettorale. 

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