Catello Maresca tra riscatto e veleni. Il magistrato, candidato sindaco sostenuto dai partiti di centrodestra, incontra a poche ore dalla bocciatura delle sue due liste civiche, a seguito della decisione del Consiglio di Stato, i candidati esclusi dalla corsa elettorale. «Il progetto Maresca va avanti con maggiore forza e convinzione di prima. Tutti quanti, pur nella comprensibile delusione, hanno voglia di metterci la faccia. Non verrà chiuso nessun comitato elettorale, anzi ne apriremo altri» dice Maresca in un incontro con la stampa. È un Maresca che non getta la spugna e rilancia: «Per noi non cambia nulla. Il nostro è un progetto, non un modo di accaparrarsi il voto. Abbiamo messo su una squadra con un'idea, e soprattutto in questa difficoltà sto verificando la coesione della squadra. Avrei potuto sciogliere il movimento, ma anche di fronte a decisione subite questi uomini e donne vanno avanti in maniera determinata. E per me e un'iniezione di forza».
Nel Maresca-pensiero si intravedono all'orizzonte ombre in vista del voto del 3 e 4 ottobre. «Ci stiamo attrezzando anche per quello che accadrà il 3 e 4 ottobre.
Rispetto alla decisione del Consiglio di Stato ci tiene a chiarire: «Noi accettiamo serenamente la decisione, ma io sono dell'idea di favorire sempre la partecipazione. Credo però nella democrazia ed escludere 40 liste, politicamente, mi preoccupa. Se mi chiedete un giudizio sulla normativa elettorale, secondo me uno degli impegni che deve prendere il Parlamento è di rivederla. Se ci sono dei vizi di forma che vanno ad incidere sulla democrazia partecipativa, io fra la forma e la possibilità di estendere la democrazia, preferisco la seconda». Ma è chiaro che l'alba di fuoco che si è vissuta al comitato elettorale di Maresca il 4 settembre, a poche ore dalla scadenza della presentazione delle liste, ha inciso in maniera determinante. Basti pensare al caso di Pietro Diodato, che alle sei del mattino lascia Fratelli d'Italia per approdare nella civica Catello Maresca, portandosi dietro una decina di candidati per le Municipalità; gli apparentamenti con i partiti di centrodestra che alle otto del mattino non erano ancora stati siglati; il mancato accordo sulle Municipalità con Lega e FdI. Una devastante inconsapevolezza che ha causato ritardi e defezioni alla fine determinanti.
Maresca andrà avanti adesso con una coalizione azzoppata: senza Lega e senza le due civiche di diretta emanazione. «Abbiamo due liste politiche e sei liste civiche - aggiunge Maresca -. I nostri elettori civici possono avere una loro rappresentatività, così come gli elettori di centrodestra. Andiamo avanti visto che anche i sondaggi peggiori ci danno al ballottaggio». Sosterrebbe Bassolino al secondo turno? «Sicuramente non appoggerei Manfredi» dice sorridendo il magistrato. Poi l'affondo contro il suo principale competitor, il candidato sindaco di centrosinistra Gaetano Manfredi: «Leggo con sconforto l'esultanza, su alcuni social legati a Manfredi, per la nostra esclusione. Penso che bisogna confrontarsi sui problemi della città e non esultare per le disgrazie altrui». E incalza: «Abbiamo di fronte un comitato d'affari che vuole difendere delle posizioni, che sono quelle dei centri sociali con D'Angelo, quelle di Cesaro, stanno tutti insieme magnificamente. Tutti portatori di interessi».