Elezioni a Napoli, è resa dei conti in Forza Italia e De Siano torna in bilico

Elezioni a Napoli, è resa dei conti in Forza Italia e De Siano torna in bilico
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 8 Ottobre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 09:29
4 Minuti di Lettura

Da un lato si festeggia per essere tornati ad essere il primo partito del centrodestra in città, dall'altro si mastica amaro per il disimpegno che troppi dirigenti del partito hanno manifestato durante l'ultima campagna elettorale. Anche per questo in Forza Italia il clima è da resa dei conti e sul banco degli imputati c'è ancora una volta il coordinatore regionale Mimmo De Siano. Veleni, sospetti, che potrebbero presto portare il partito di Silvio Berlusconi ad avviare quel repulisti che da tanto tempo è nell'aria, ma che è stato fino ad oggi attuato soltanto in parte. 

«Potevamo superare tranquillamente - si ragiona in Forza Italia - la soglia del 10% in un'elezione già complessa, invece dobbiamo tollerare chi sta formalmente ancora nel nostro partito e poi porta voti dall'altra parte». Il riferimento è anche ad Armando Cesaro, da tutti tacciato di aver animato la lista Azzurri per Napoli guidata dall'ex coordinatore cittadino di Fi, Stanislao Lanzotti. Del resto bastava scorgere i nomi dei candidati della lista che ha appoggiato con il centrosinistra Gaetano Manfredi. I due nomi eletti con Lanzotti sono due vecchie conoscenze di Forza Italia. Spicca non solo Anna Maria Maisto, compagna dell'ex consigliere comunale forzista Gabriele Mundo, ma soprattutto Massimo Pepe, che di Forza Italia è stato anche presidente del movimento giovanile e persino vicecoordinatore. Lo stesso Berlusconi lodava il valore di Pepe tanto ai comizi napoletani, ma anche alle conferenze stampa romane - al Capranichetta - in cui il Cavaliere lo presentava come il futuro del partito. Rapporti di ferro con i Cesaro, del quale si sono perse le tracce in Fi da quando prima Matteo Salvini lo aveva messo nel mirino alle scorse elezioni regionali per i suoi guai giudiziari - poi finiti con un'assoluzione - e infine, all'ultima tornata, anche dal candidato sindaco Catello Maresca. Ma non è Cesaro ad agitare gli animi in Forza Italia, non quanto invece accade per il coordinatore regionale, Mimmo De Siano.

Se al 6,5% di Fi si fosse sommata almeno una parte di quel 5,5% di preferenze incassate da Azzurri per Napoli il risultato sarebbe stato assai più rotondo per Fi. Ha pesato la rottura totale tra il coordinatore cittadino con l'ex Lanzotti, ma anche l'apparente desistenza di De Siano in campagna elettorale. 

Video

E in effetti ad alimentare quel clima di veleni mai sopiti nel partito di Berlusconi è soprattutto l'assenza di De Siano dalla campagna elettorale. «Un fantasma», dicono ora i forzisti perché raramente ha partecipato ad eventi o comizi organizzati dal candidato sindaco Catello Maresca, ma anche a quelli allestiti dallo stesso partito. Forte di un rapporto personale molto affettuoso con lo stesso Berlusconi, il coordinatore in questi anni non è stato mai toccato. De Siano guida il partito in Campania dal 2017 e - nonostante le tante burrasche, polemiche, accuse - mai è stato destituito. Una delle ragioni è da ricercare anche nell'evidenza che De Siano siede a Palazzo Madama, in quel Senato dove i numeri sono da sempre più ballerini nelle contrapposizioni tra maggioranza e opposizione, quindi anche un solo può essere decisivo per decidere la vita o la morte di un governo. Ben altra aria c'è ora con l'esecutivo di Mario Draghi che può contare su una vasta maggioranza, il sacrificio di poche pedine per Forza Italia non sarebbe più un problema. Già alle scorse elezioni regionali il risultato di Fi fu abbondantemente al di sotto delle aspettative e l'unica soluzione temporanea individuata da Antonio Tajani - vicepresidente e coordinatore di Fi - fu affiancare De Siano da due vicecoordinatori. Ora, dopo il risultato delle Comunali, De Siano è tornato nell'occhio del ciclone. Non per il risultato che comunque assegna a Fi il ruolo di primus inter pares nella coalizione, ma per quel disimpegno che alimenta sospetti e porta a pensare che se il senatore ischitano non abbia partecipato attivamente ai movimenti di Lanzotti e Cesaro con la lista in appoggio a Manfredi, abbia almeno siglato un patto di non belligeranza. Adesso resta da capire se dopo 5 anni il regno in Campania di De Siano possa dirsi concluso. L'aria che tira è da resa dei conti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA