Elezioni a Napoli, Manfredi si smarca sul patto tra partiti: «Penso ai napoletani»

Elezioni a Napoli, Manfredi si smarca sul patto tra partiti: «Penso ai napoletani»
di Luigi Roano
Sabato 11 Settembre 2021, 10:00 - Ultimo agg. 15:30
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Si smarca dai partiti Gaetano Manfredi - candidato sindaco del centrosinistra e del M5S - non firma cambiali in bianco perché l'obiettivo è uno solo: «Il bene dei napoletani, migliorare la qualità della vita di chi negli ultimi dieci soffre perché la città non è amministrata». A chi si rivolge Manfredi? Alla sua coalizione molto larga e ai grandi partiti - Pd e M5S - che scommettono su Napoli come città apripista - in caso di vittoria - per un'alleanza da proiettare alle politiche del 2023. In buona sostanza all'ex rettore il «laboratorio politico giallorosso» messo in piedi a Napoli grazie alla sua presenza, interessa fino a un certo punto. Alla domanda precisa - vale a dire se sente la responsabilità e il peso di essere il fulcro di un progetto politico per una nuova alleanza non solo strategica, risponde così: «Sento la responsabilità nei confronti di un milione di napoletani e questo che mi pesa. È una sfida difficile rilanciare Napoli, ma con molte possibilità di riuscita, mi auguro e ne sono convinto che l'alleanza sostenga questo progetto nell'interesse dei cittadini e del sud. Io sono il garante dei napoletani e della mia città che sostengo e difendo da 40 anni». Si può leggere nelle sue parole anche un'altra opzione strategica: non tiratemi per la giacca su questioni che non attengono al mio mandato. Anche se lui con Roma, intesa come il rapporto con il Governo e il Parlamento, ha un legame fortissimo perché sa bene che la rinascita della città passa quasi esclusivamente da quei palazzi al netto del suo impegno. Procediamo con ordine. 

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Manfredi non sfugge nemmeno alla domanda sulla larghezza della sua coalizione che tiene dentro - «Tutte le famiglie politiche più importanti del Paese ed europee» come spesso ripete - per alcuni troppe sigle politiche. È di 48 ore fa la lettera del senatore Sandro Ruotolo e dello scrittore Maurizio de Giovanni che proprio su questo punto lo hanno incalzato, vale a dire porre un argine «alla politica politicante e ai trasformismi» e alla quale Manfredi ha risposto confermando che lui è «il primo non politico della coalizione».

Ieri ha confermato questa tesi ribadendo il concetto con parole forti: «Come farò a tenere insieme la coalizione? Sulle cose da fare voglio una maggioranza coesa, quale è, che deve mettere Napoli in condizioni di tornare in alto, faremo ottime cose per la città ne sono convinto». Chiarito il contesto, Manfredi sposta l'obiettivo su Roma e lo fa a partire dall'analisi sul perchè il Comune è in stato di predissesto. «Le politiche restrittive e di austerity degli ultimi anni - racconta l'ex ministro - hanno fortemente ridotto i servizi sulla sanità e in particolare sui trasporti. Il risultato è che abbiamo meno autobus e meno treni proprio quando siamo in emergenza causa Covid, la lezione che dobbiamo imparare è che sui servizi essenziali, al netto delle inefficienze gestionali, non si può agire con tagli». Manfredi lancia un altro messaggio a Draghi, che cita, più volte e al Governo: «Il Pnrr deve unire il Paese, eliminare un'Italia a due velocità, questo vuole l'Ue e questo dobbiamo saper fare, ma serve riorganizzazione amministrativa per farlo. Parto da un numero, il Comune di Napoli ha 4000 dipendenti, un terzo rispetto a Milano. Servono forze e competenze». Un Piano che lui stesso da ministro ha contribuito a predisporre: «Il Pnrr presentato - ha spiega - è in continuità con quello preparato da noi col governo Conte, ma ora al Sud serve capacità progettuale e di spesa con amministrazioni che sappiano spendere e trasformarli in cose fatte. Napoli oggi non ha capacità di spesa, di gestione per spendere bene e quindi ci vuole attenzione dal governo perchè i Comuni abbiano i mezzi per spendere altrimenti restiamo con l'Italia a diverse velocità e anzi divari più grandi. Al Governo Draghi chiedo quindi di essere messi nelle stesse condizioni degli altri in modo da poter utilizzare le risorse del Pnrr e poter erogare i servizi essenziali ai cittadini. Se ciò accadrà dimostreremo di essere capaci di governare e diventeremo un esempio nazionale». Manfredi lancia infine un appello: «Per invertire la rotta Napoli ha bisogno di tante competenze partenopee che sono distribuite in Italia e che devono dare un contributo qui con senso istituzionale e qualità. Per questo se eletto farò una giunta di grande qualità. Senza Napoli, senza la Campania, senza il Mezzogiorno, è difficile che si possa garantire una ripresa al Paese». 

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