Elezioni a Napoli, l'incognita del voto disgiunto: Bassolino spera nella sorpresa

Elezioni a Napoli, l'incognita del voto disgiunto: Bassolino spera nella sorpresa
di Adolfo Pappalardo
Domenica 29 Agosto 2021, 10:00 - Ultimo agg. 30 Agosto, 07:31
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È l'incubo o il sogno dei candidati sindaco: il voto disgiunto. Ché nelle comunali di Napoli potrebbe pesare molto: circa 3-4 punti facendo una media che danno tutti gli istituti di sondaggio anche se su questa partita di San Giacomo potrebbe valere di più. Con voti più volatili rispetto agli altri capoluoghi al voto dove, mediamente, la percentuale non va oltre i 2 punti da quando si vota direttamente il sindaco.

Tanto per capirci il record di voto disgiunto in Italia si ebbe proprio a Napoli esattamente 10 anni fa. Quando toccò un incredibile 10,9 per cento, quasi interamente attribuibili De Magistris, secondo uno studio di You Trend, che prese come candidato sindaco il 10,8 in più rispetto alle liste che lo sostenevano e beneficiando così di un disgiunto da record che gli consentì di arrivare al ballottaggio da outsider e poi di vincere contro Lettieri nonostante partisse svantaggiato.

Un quasi 11 per cento che raggruppava però anche chi decise di votare solo il primo cittadino senza esprimere una preferenza alla lista.

E se quella fu una tornata atipica per i candidati in campo, primo fra tutti l'ex pm, lo è altrettanto stavolta con due nomi civici sostenuti dalla politica (Manfredi per il centrosinistra, Maresca per il centrodestra) e un politico che corre da outsider che corre senza partiti come Bassolino. Così come la Clemente orfana del gruppo Dema da cui proviene la sua candidatura. Senza contare come questa partita è segnata da decine di cambi di campo da parte di diversi consiglieri, detentori di piccoli e grandi pacchetti di voti. Il voto disgiunto, quindi, può essere una variabile insidiosa tale da condizionare le performance dei candidati sindaco in campo. 

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A sperare di più in questo traino positivo del disgiunto è Antonio Bassolino. Non è un segreto, e lo sottolinea nei suoi incontri, di essere un nome su cui anche alcuni esponenti di centrodestra della sua generazione sono pronti a votarlo. Senza contare i voti del Pd e in generale di centrosinistra, la sua naturale area politica, che potrebbero andare sì ai nomi delle liste di riferimento ma a lui come candidato sindaco. Non solo quella parte del Pd, in particolare legata all'ex consigliere regionale Gianluca Daniele, che si è spostata ufficialmente ma anche i voti di semplici militanti che vedono in lui la storia della sinistra cittadina. «Non succede non succede, ma se succede Forza!», scrive poi sul suo profilo Fb ieri riferendosi al primo obiettivo che si è dato: arrivare al ballottaggio affinché poi si apra quella che è, parole sue, «una diversa e un'altra partita». E per superare il primo turno, sorpassando Maresca, serve proprio quel voto disgiunto. «Molti voti, verranno da lì: dal popolo Pd e dalla sinistra. E da quella grande area dell'astensionismo», continua a dire non a caso ai suoi in queste ore. Al contrario potrebbe beneficiarne meno Gaetano Manfredi, il candidato di centrosinistra dato in vantaggio da tutti i sondaggi, trainato però da un numero più alto di liste (13). Anche se eterogenee perché la coalizione, modello regionali-De Luca, è allargata in questa tonata ai grillini e ai delusi di Forza Italia. Un altro che potrebbe beneficiare dal voto disgiunto è Catello Maresca, il magistrato in aspettativa a capo di una coalizione di centrodestra composta da 10 liste. Un civico, come tiene a sottolineare spesso lui, che non a caso risulta l'unico candidato quotato più alto rispetto alle sue stesse liste. La sua natura civica più marcata, rispetto a Manfredi ex ministro del governo Conte bis, viene considerata più fuori dagli schemi. E quindi viene considerato un nome che potrebbe attrarre un elettorato più trasversale e non solo legato ai partiti di centrodestra suoi naturali sostenitori. Infine Alessandra Clemente, unica candidata sindaco donna che avrebbe dovuto raccogliere l'eredità del decennio de Magistris. Potrebbe beneficiarne anche lei, ma in maniera molto minore, proprio perché unica donna. Ma pesa sulla Clemente la percezione della fuga dei protagonisti della stagione del sindaco uscente. Tutti ricandidati altrove.

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