Elezioni amministrative 2020, accordi lontani: Pd-renziani divisi ovunque a Napoli

Elezioni amministrative 2020, accordi lontani: Pd-renziani divisi ovunque a Napoli
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 22 Giugno 2020, 11:00 - Ultimo agg. 13:55
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Se il quadro delle regionali per il Pd e il centrosinistra è chiaro, non è così per le comunali che si svolgeranno sempre in autunno. Con comuni dove si tentano schemi inediti (vedi Pomigliano, il fortino grillino in cui si tenta un accordo democratici-M5s), alleanze che ancora non si saldano (Pd e renziani) e comuni, infine, dove a dare man forte al centrosinistra arrivano le liste civiche deluchiane.

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Sono 28 i comuni al voto nel Napoletano nel prossimo autunno e una decina di questi hanno numeri da media città. A cominciare da Giugliano che con i suoi 108mila abitanti ha il peso di un capoluogo. E qui, tanto per cambiare, i soliti malumori interni democrat rendono tutto più complicato. In teoria dovrebbe esserci la strada spianata per l'uscente Antonio Poziello, eletto nel 2015 con una coalizione di centrosinistra ma con il Pd praticamente all'opposizione. Sull'uscente Italia Viva rivendica il modello De Luca e chiede la ricandidatura di Poziello ma il Pd è intenzionato a schierare Nicola Pirozzi (ex consigliere della Città Metropolitana) e cerca in tutti i modi di evitare che i renziani concedano il simbolo al primo cittadino eletto 5 anni fa.

Ed ecco il nodo vero: l'accordo tra Pd e renziani. Con i primi che insistono sull'accordo nei comuni altrimenti potrebbero far mancare l'appoggio a Ciro Buonajuto, sindaco uscente di Ercolano e coordinatore provinciale di Italia Viva, che si ricandida per il secondo mandato. Argomenti messi sul tavolo in un paio di riunioni del centrosinistra sulle amministrative dove però il sindaco di Ercolano non è andato l'ultima volta. E al momento non c'è alcun patto e si procede in ordine sparso.

Che poi dipende dai comuni. A San Giorgio a Cremano, ad esempio, il Pd è deciso a ricandidare l'uscente Giorgio Zinno con l'appoggio, questa volta, delle liste deluchiane. E i democrat andranno avanti con questo schema con o senza i renziani.

Schema simile anche a Mugnano dove Pd e civiche ricandidano l'uscente Luigi Sarnataro. A Caivano, invece, Pd e Iv sono riusciti a chiudere l'accordo su Vincenzo Falco, ex assessore provinciale. Ancora senza un volto, invece, le candidature del centrosinistra a Sorrento e Sant'Anastasia. Nella cittadina costiera, ormai diventato un feudo leghista, i democrat cercano un nome civico che piaccia anche ai moderati in modo da evitare che il partito di Zingaretti finisca, come ad ogni elezione sorrentina, terzo o quarto (e per ora si pensa a Massimo Coppola). Stesso schema a Sant'Anastasia, dove il centrosinistra è alla ricerca di un nome civico. Ma qui si registrerà comunque uno scontro indiretto particolare. Il centrodestra, infatti, è pronto a schierare l'ex sindaco Carmine Esposito che nel 2013 fu arrestato dopo aver intascato una tangente da 15mila euro. E a coordinare quell'inchiesta fu l'allora procuratore di Nola Paolo Mancuso, oggi è presidente del Pd napoletano.

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Naturalmente non poteva non esserci un'elezione senza i soliti veleni interni del Pd che, in alcuni comuni, scatena delle vere e proprie faide politiche. A Frattamaggiore il Pd è pronto a schierare l'uscente Marco Antonio Del Prete ma a mettergli i bastoni tra le ruote è nientedimeno che Francesco Russo, ex sindaco e segretario democrat sino a poco tempo fa. E, pur di scendere in campo come sindaco, si è dimesso da cariche e partito e, appoggiato da alcuni consiglieri comunali sempre ex Pd, scenderà in campo con una lista autonoma contro l'uscente.

Infine Pompei dove Pietro Amitrano a febbraio è caduto per la sfiducia di alcuni consiglieri del suo Pd compreso il supervotato Luigi Lo Sapio, tra l'altro figlio del segretario cittadino Carmine Lo Sapio. E indovinate chi vuole candidare il Pd a Pompei? Sì, proprio Carmine Lo Sapio.

Intanto oggi pomeriggio a Portici si riunisce la direzione del Pd dove sono molti i nodi da discutere ed eventualmente sciogliere.

Anzitutto le candidature nei comuni ma, soprattutto, il caso degli impresentabili e dei trasformisti nelle liste regionali del centrosinistra.

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