Elezioni amministrative 2021, via all'inciucio tra Pd e Fi: effetto party Patriarca

Elezioni amministrative 2021, via all'inciucio tra Pd e Fi: effetto party Patriarca
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 30 Agosto 2021, 12:30 - Ultimo agg. 13:15
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Niente simbolo del Pd. E a rischio anche quello dell'M5s. E addio, quindi, alla grande coalizione che sognava una fetta consistente dei democrat e l'azzurra Annarita Patriarca. Perché dalla federazione del Pd di Napoli sono stati chiari: «Nessun accordo è possibile su Gragnano con la capogruppo Fi in consiglio regionale». Addio, quindi, al sogno di un governo Draghi per la cittadina dei monti Lattari? «La federazione di Napoli rischia di prendere un abbaglio: alla fine il simbolo ci sarà», ribatte invece Silvana Somma consigliere comunale democrat e segretaria di circolo da 13 anni annunciando un braccio di ferro. 

A Gragnano si ricandida per la terza volta Paolo Cimmino (il primo mandato durò pochi mesi) e la federazione napoletana era ben disposta ad appoggiarlo ufficialmente.

Non è un tesserato del partito di Letta ma l'uscente Cimmino viene considerato «un ottimo sindaco di centrosinistra su cui non c'è stato mai alcun dubbio». Uno di casa, insomma, su cui i democrat non esitano a puntare sin dall'inizio anche se 5 anni fa era stato eletto con una coalizione civica senza simboli di partito. Tutto regolare sino a metà primavera quando l'alleanza Draghi diventa un modello da imitare anche qui. Patto sancito in una sera afosa di fine luglio quando mezzo consiglio regionale, maggioranza e opposizione, si ritrova a brindare in un elegante locale per festeggiare proprio il compleanno della Patriarca che di Gragnano è stata sindaco (senza contare il padre potente ras della Dc gavianea). Poi le dimissioni nel 2012 per evitare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose chiesto a gran voce proprio dal Pd.

Ma 9 anni dopo il clima, complice il consiglio regionale in cui maggioranza deluchiana e opposizione sembrano un tutt'uno, è diverso perché alla festa della Patriarca ci sono tutti. Dall'eurodeputato Fi Fulvio Martusciello, ai consiglieri regionali d'opposizione Grimaldi, Zinzi e Caldoro. E ovviamente il gruppo Pd: dal vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, all'amministrativista Lorenzo Lentini, legatissimo al governatore De Luca, passando per il parlamentare Lello Topo e il capogruppo in Consiglio Mario Casillo. È il patto per Gragnano che dovrebbe servire a formare la grande alleanza con tanto di simboli del Pd e dell'M5s per rieleggere Cimmino contro Nello D'Auria, segretario 39enne dell'Anci, civico ma vicino a Forza Italia. E la Patriarca sarebbe della partita con il Pd mettendo in campo una civica guidata dal nipote Alfonso Cesarano. Anche un paio di esponenti grillini, siamo a inizio agosto, annunciano il loro appoggio ufficiale, salvo poi metterlo in dubbio in queste ore. 

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L'altra sera però, nella direzione metropolitana, si è discusso proprio di amministrative e, in particolare, di due comuni. Arzano, dove si è deciso di non ricandidare gli uscenti che risultano nelle carte che hanno portato allo scioglimento del comune per tre volte di fila, e proprio Gragnano. Il segretario Marco Sarracino e il presidente Paolo Mancuso sono stati irremovibili sul comune dei monti Lattari: «Niente simbolo se c'è un patto con la capogruppo Fi in consiglio regionale». E anche l'M5s sarebbe di questa posizione nonostante un abboccamento iniziale verso Cimmino e la grande coalizione.

Non ne vuole sapere di stop Silvana Somma, segretario democrat a Gragnano, da 13 anni. «Il simbolo Pd ci sarà e ci sarà un'alleanza che sostiene Cimmino, sindaco uscente di centrosinistra». Anche con la Patriarca? «Ci sarà con noi anche una lista civica che fa riferimento alla capogruppo Fi in consiglio regionale». Anche se al Pd dicono il contrario e non vogliono firmare alleanze con Annarita Patriarca? «Il Pd napoletano rischia di prendere un abbaglio. Non capisco poi come in un momento del genere, con un governo di larghe intese a Roma, si possano fare questioni sul simbolo del Pd alle amministrative di Gragnano. Non capisco poi l'astio sull'ex sindaca Patriarca su cui - aggiunge l'esponente democrat - non mi risultano né condanne, né rinvii a giudizio. Il Pd metropolitano dovrebbe fare attenzione, rischia di fare brutte figure visto che la linea nazionale è diversa».

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