Elezioni amministrative a Pompei: il Pd nega il simbolo per la seconda volta

Elezioni amministrative a Pompei: il Pd nega il simbolo per la seconda volta
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 17 Agosto 2020, 09:00
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Ora è ufficiale: il Pd non presenterà il simbolo alle comunali di Pompei. Ed è come un riavvolgere il nastro in questo comune dove si va al voto per la terza volta in appena 6 anni e per la seconda volta i democrat ritirano il simbolo dalla competizione. Un paradosso se proprio qui, da anni, il Pd nazionale, attraverso i suoi esponenti di governo, riversa attenzioni e finanziamenti. Mentre rischiano di incepparsi anche i patti già siglati tra il Pd e i grillini dopo il voto su Rousseau. Perché la segreteria napoletana democrat ora è pronta a un braccio di ferro con l'M5s: o si chiude un accordo anche a Giugliano su Nicola Pirozzi o l'asse salta dappertutto. Anche a Pomigliano d'Arco dove il laboratorio ha fatto da apripista.

Chiuse le liste democrat per le regionali (manca solo quella di Avellino), il partito di Zingaretti in questi giorni, nonostante la calura estiva, è costretto a districarsi sul difficile terreno delle comunali nel Napoletano. Ben 29 municipi al voto dove veleni e sgambetti vari (tutti interni al partito o nel centrosinistra) rendono ancora difficile chiudere il risiko di tutti i candidati sindaco. In questo scenario il caso più emblematico è quello di Pompei. Qui, nella cittadina degli scavi, i democrat non presenteranno il simbolo. Come accadde già nel 2014 quando l'allora segretario nazionale Matteo Renzi si incavolò non poco. Dietro un braccio di ferro tra il segretario cittadino del Pd Carmine Lo Sapio che ha deciso di candidarsi nonostante il niet della segreteria provinciale. Con i vertici democrat decisi ora a dare una mano al civico Mimmo Di Casola pur di non appoggiare il regista della sfiducia all'ex sindaco Amitrano (candidato con il Pd alle regionali, tra l'altro).

Oggi la segreteria provinciale guidata dal segretario Marco Sarracino consegnerà ufficialmente il simbolo del partito ai vertici Pd dei comuni interessati al voto. Con l'esclusione, però, proprio di Pompei.

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In questa partita delle amministrative già complicata per il centrosinistra si mette ora anche il caso delle alleanze con i grillini. E sbaglia di grosso chi crede che tutto sia in discesa dopo il voto dei militanti M5s dell'altro giorno dove è passato l'ok alle alleanze con i democratici anche a livello locale. Il primo laboratorio Pd-M5s era nato tempo addietro già a Pomigliano d'Arco, la roccaforte del ministro Luigi Di Maio. Accordo chiuso su Dario De Falco anche se ora il Pd è pronto a rimettere tutto in discussione: o sigliamo un patto anche su Giugliano o saltano le altre intese.

Nel comune a Nord di Napoli, infatti, da settimane si cerca di invogliare i grillini a convergere su Nicola Pirozzi, capogruppo uscente del Pd, pur di evitare uno scontro tutto nel centrosinistra visto che i renziani appoggiano Nicola Poziello. Ma i grillini giuglianesi sono spaccati. Per questo i vertici della segreteria provinciale democrat ora sono pronti a forzare la mano. Un accordo su Pirozzi o anche altrove non se ne fa più nulla. Non solo Pomigliano ma anche Caivano e Marigliano dove pure i democrat e i grillini sono lì lì per siglare il patto su un unico candidato sindaco. 

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