Elezioni Campania 2020, i leader pronti a dire sì a Caldoro ma Forza Italia resta divisa

Elezioni Campania 2020, i leader pronti a dire sì a Caldoro ma Forza Italia resta divisa
di Carlo Porcaro
Sabato 7 Dicembre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 14:05
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Passi in avanti nel centrodestra sulle regionali. Il vertice svoltosi ieri ad Arcore tra il padrone di casa Silvio Berlusconi, il leader della Lega Matteo Salvini e il numero uno di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è servito per chiudere il cerchio su profili dei candidati governatori e sulle liste. Nulla di ufficiale, quindi, ma manca poco. Il nodo da sciogliere resta la Regione Calabria su cui si incrociano ancora i veti tra i partiti nonostante il tempo stringa. Dalla Calabria dipende il destino della Campania: sul tavolo al momento c'è soltanto il nome di Stefano Caldoro. Lo ha avanzato Berlusconi tre settimane orsono, gli alleati non lo hanno contrastato perché maggiormente interessati a coprire altre Regioni: la Puglia i meloniani, quelle del Nord i leghisti.
 


Chi invece di fatto mette nel mirino il metodo utilizzato dal capo di Forza Italia sono Mara Carfagna ed i suoi fedelissimi. «No a Caldoro calato dall'alto: troviamo un nome che unisca», hanno ribadito lanciando il trio di nomi alternativi (Mastella, Sibilia e Russo) da sottoporre allo stesso Berlusconi. Ieri mattina si sono incontrati, insieme alla Carfagna, i parlamentari Gigi Casciello, Enzo Fasano, Marzia Ferraioli, Cosimo Sibilia, Paolo Russo, Carlo Sarro nonché il sindaco di Benevento, Clemente Mastella. In sostanza tre parlamentari salernitani vicini alla vicepresidente della Camera e i tre aspiranti candidati. Non si discute il profilo personale o le capacità dell'ex governatore, ma non ci si rassegna ad uno schema già deciso e imposto. Atteggiamento, per la verità, che rappresenta la prassi in un partito gerarchico come Fi.

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Sì perché Sarro, dopo un colloquio con il capogruppo regionale Armando Cesaro e il coordinatore campano Domenico De Siano, ha provveduto con una nota a prendere le distanze: «Leggo dell'incontro tra alcuni parlamentari di Forza Italia con l'onorevole Carfagna che avrebbe prodotto una proposta in ordine ad alcune possibili candidature alla presidenza della Regione Campania - ha specificato il politico casertano - Per quanto mi riguarda, avendo avuto modo di colloquiare con l'onorevole Carfagna poco prima che iniziasse quella riunione, ho rappresentato l'opportunità di tenere un incontro con il senatore De Siano, nella sua qualità di coordinatore regionale di Forza Italia, al fine di rimuovere ogni malinteso, ricompattare il partito intorno al presidente Berlusconi per una azione condivisa che ci porti al successo alle prossime regionali».

Come dire: il dissenso c'è, ma va mediato con gli organismi regionali competenti e soprattutto senza mettere in discussione il capo. Con De Siano ha parlato la stessa Carfagna: il coordinatore regionale ha evidenziato, a quanto è trapelato, che mettere in discussione il metodo di scelta provando ad avanzare altre ipotesi significa di fatto contrastare la leadership.
 
 

Certamente gli azzurri non sono uniti e compatti, anzi. Del resto, l'area che fa capo alla Carfagna pone da mesi una questione di carattere nazionale: evitare di rimanere schiacciati dal sovranismo leghista e riprendere le redini della componente moderata che si riconosce nel Ppe.
Proprio il Carroccio gonfia il petto in vista delle regionali, pur rimanendo defilati e pronti a lavorare alla lista (presto arriveranno nuove adesioni). Il profilo ufficiale del partito su facebook ha rilanciato il sondaggio di Index Research sul voto per Palazzo Santa Lucia commissionato da Giuseppe Gargani e pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno: il Pd al 16% e Forza Italia al 14 con i 5S fermi al 15, ma soprattutto Lega primo partito con il 17 per cento. Numeri inconsueti e inimmaginabili fino a qualche mese fa per i salviniani in Campania. Entro la fine della settimana, a livello nazionale, la telenovela sui candidati dovrebbe finire. Difficile che possano spuntare sorprese dell'ultima ora, altamente probabile invece che le spaccature rimarranno tali. Dopo le regionali di Emilia e Calabria, arriverà il redde rationem.

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