Elezioni, Carfagna al Gambrinus: «Fi in dissoluzione. Con il Pnrr cresce l'occupazione giovanile»

Elezioni, Carfagna al Gambrinus: «Fi in dissoluzione. Con il Pnrr cresce l'occupazione giovanile»
di Emiliano Caliendo
Mercoledì 14 Settembre 2022, 21:59 - Ultimo agg. 15 Settembre, 07:15
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Il Terzo Polo al momento è un aggregato elettorale che mette insieme due partiti, Italia Viva e Azione. Ma a livello giovanile le due formazioni politiche si sono mostrate più unite che mai. Da qualche settimana è infatti nato «Together» - «insieme» in lingua inglese - contenitore liberale dei giovani pronti a sostenere il tandem Calenda-Renzi alle elezioni del 25 settembre, che si rifà al gruppo europeo macroniano di Renew Europe. E sono proprio i giovani Giada Filippetti, responsabile regionale campana dell’organizzazione per Azione, e Mariano Scuotri, membro dell’assemblea nazionale di Italia Viva, a fare gli onori di casa con il ministro del Sud, Mara Carfagna, ospite di un evento elettorale al Caffè Gambrinus a Napoli. Interpellata dai giornalisti sulla questione giovanile in Italia, Carfagna individua nel Pnrr il principale strumento per la crescita occupazionale degli under 35 in Italia, soprattutto meridionali. «Se il Pnrr verrà attuato nei tempi e nelle modalità stabilite, l'occupazione giovanile aumenterà al Sud del 4% e quella femminile di oltre il 5%».

Ma i giovani non sono un po’ i grandi assenti del dibattito di questa campagna elettorale? «I giovani sono al centro dell'attenzione politica di Azione e di Italia Viva - ha puntualizzato il ministro - con alcune proposte, ma poi il più grande piano per garantire ai giovani un futuro fatto di occupazione stabile e di qualità è il Pnrr – ribadisce - che prevede investimenti determinanti per la crescita dell'occupazione al Sud».

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Immancabile il commento sul sostegno al Terzo Polo da parte di cui alcuni esponenti politici, fuoriusciti non senza polemiche da Forza Italia nelle scorse settimane. «La dissoluzione di Forza Italia è sotto gli occhi di tutti, sono usciti da Forza Italia ministri, parlamentari, sindaci, consiglieri, gli elettori hanno dimostrato di essere profondamente delusi alle ultime elezioni regionali, alle ultime elezioni amministrative». Carfagna – essa stessa esponente di punta di Forza Italia per quasi due decenni –  specifica che l’esodo dal partito di Berlusconi verso i centristi di Calenda «non è una sorta di ruba bandiera,» in quanto il vero obiettivo – «è quello di creare la nuova grande casa dei popolari italiani, dei moderati italiani, dei liberali italiani, che possa essere accogliente per quei milioni di italiani che si sentono orfani, che non hanno più una casa accogliente sulla quale scommettere, che credono ancora nella politica ma che pretendono dalla politica serietà, concretezza e responsabilità». Il ministro riabbraccia nell’appoggio al Terzo Polo anche l’ex compagno di partito Armando Cesaro, ex consigliere regionale, figlio del senatore Luigi. «Non ho letto di un accordo – replica a un cronista -, ho letto di una dichiarazione di voto.

In Italia tutti hanno diritto di esprimere il proprio voto, non mi sembra che questo diritto sia da negare ai Cesaro». Gli ex azzurri campani – tra cui Cesaro – infatti, sono molto più vicini ad Italia Viva che ad Azione, a cui invece ha aderito Carfagna.

Davanti alla platea del Gambrinus, Carfagna rivendica i risultati ottenuti per il Sud nel corso dell’esperienza del Governo Draghi: il 40% dei fondi destinati al Mezzogiorno nel Pnrr, la rimozione della baraccopoli di Messina e lo sblocco dei contenziosi su Bagnoli. Sarebbe dunque ben lieta di rivedere Draghi nuovamente a Palazzo Chigi se si ripresentasse una situazione «come quella che si è creata 18 mesi fa». «Chiamare – auspica - di nuovo in causa quell'italiano, l'italiano più illustre al mondo, che è stato messo alla porta per calcoli politici di parte sarebbe una garanzia per il nostro Paese». Carfagna risponde poi a chi le chiede se le strade con il ministro Di Maio potrebbero rincrociarsi nuovamente in nome del draghismo: «Non credo perché le nostre scelte divergono, a meno che non si crei una situazione tale che ci costringa, e noi ne saremo ben contenti, a chiamare l'italiano più illustre del mondo, che è stato messo alla porta per calcoli politici e di parte».

 

«Con Di Maio abbiamo anche lavorato bene e collaborato ma– precisa - abbiamo scelto due strade politiche differenti. Lui ha scelto di candidarsi con il Pd, io ho scelto la strada della costruzione, del polo della serietà, della responsabilità, della stabilità, che difende l'operato del governo Draghi, quel metodo di governo che ci ha restituito l'orgoglio e la dignità di essere italiani e meridionali». Ultimo dato politico dell’incontro con la ministra originaria di Salerno al Caffè Gambrinus: a suggellare l’unità d’intenti tra «calendiani» e «renziani» c'è stata la presenza in contemporanea dei due coordinatori regionali di Azione e Iv, il consigliere regionale Giuseppe Sommese e il sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto.

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