Elezioni comunali a Napoli, quattro candidati per una poltrona a sinistra

Elezioni comunali a Napoli, quattro candidati per una poltrona a sinistra
di Adolfo Pappalardo
Martedì 15 Dicembre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 14:24
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Il pericolo di un testacoda o un'impasse è sempre in agguato. D'altronde il Pd in un decennio è stato capace di finire con le proprie mani sempre in un cul de sac. Esattamente dieci anni fa, siamo a gennaio 2011, le primarie democrat scatenarono un terremoto tale da portare prima al commissariamento del partito poi alla disfatta elettorale che inaugurò l'era de Magistris. Poi, 5 anni fa, ecco di nuovo un altro giro di primarie tra Valeria Valente e l'ex governatore Bassolino finito tra i veleni. Con il risultato, entrambe le volte, che i democrat escono bastonati sin dal primo turno. E ora?

Eventuali spostamenti di data a parte causa Covid, si vota tra sei mesi esatti e il centrosinistra non ha ancora trovato una quadra. O, almeno, per ora Pd ed M5s hanno chiuso un patto elettorale sul modello di quello di governo: andranno a braccetto con unico candidato sindaco.

Poi, entro Natale, il segretario del Pd convocherà un vertice con tutti i partiti di centrosinistra per iniziare ad entrare nel vivo. Perché il tempo stringe e dall'altro lato c'è un centrodestra che vuole espugnare San Giacomo per prendersi una rivincita dopo le ultime regionali. Ne è conscio il Pd, anche a livello nazionale, che inizierà ad affrontare il dossier amministrative non appena chiuso il capitolo della verifica di governo. Ma anche a Napoli si è consapevoli che serve accelerare. v

«Napoli non è una città di destra da molto tempo. Ma la destra nel paese esiste ed organizzerà molto presto una sua proposta anche in città», premette il segretario napoletano democrat Marco Sarracino in un lungo post. E aggiunge: «Abbiamo chiesto scusa per le sconfitte degli ultimi 10 anni e con umiltà ma tanto impegno stiamo ripartendo. Oggi il Pd, con il suo programma e i suoi gruppi dirigenti, è finalmente l'alternativa attorno a cui costruire un campo largo di forze che vanno dalla sinistra radicale fino ai movimenti ed ai partiti moderati. Ricucire la città scassata mantenendo un profilo unitario è il nostro obiettivo».

Con un incognita non da poco: decidere il nome del candidato sindaco in una platea, per ora, già affollata e comunque composta da nomi di peso. Dai due ministri Enzo Amendola e Gaetano Manfredi al presidente della Camera grillino Roberto Fico. Con l'incognita della discesa in campo di Antonio Bassolino deciso a rimettersi in gioco e prendersi la rivincita dopo le contestatissime primarie che lo fecero fuori 5 anni fa. Non solo perché Bassolino ha comunque dalla sua ancora un forte radicamento nella città. «Mi alleno, passo dopo passo: naturalmente l'andatura è rapportata alla lunghezza e alle caratteristiche del percorso», scrive ieri sul suo profilo da dove ogni giorno, o quasi, sembra descrivere una imminente discesa in campo. Facendo impensierire il Pd napoletano che sa bene come Antonio Bassolino sarebbe un nome indigeribile per gli alleati grillini. A loro volta, divisi da una parte della base, indisposta a scendere a patti con il partito di Nicola Zingaretti. Ma per il Pd l'alleanza è ormai una strada senza ritorno. «Io credo che non siamo in una stagione adatta per le formule politiche ma per progetti e obiettivi condivisi. La mia esperienza di governo di un anno in questa pandemia mi dice che Pd-M5S - ragiona proprio il ministro Manfredi ieri a margine di un'iniziativa a Napoli - sono coesi sugli obiettivi di governo e credo che queste esperienza si possa ripetere a Napoli. L'importante è definire obiettivi comuni». 

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I pesi specifici di partiti e attori di peso conteranno molto nelle prossime ore. Anzitutto c'è da tener conto delle modalità con cui si sceglierà il nome. Con il Pd che, scottato dalle primarie, vuole archiviare lo strumento per arrivare ad un'intesa politica con gli alleati. Ma chi? Questa tornata elettorale rischia di essere più affollata delle ultime regionali per quanto riguarda il numero di liste. Partiti di centro e moderati che hanno contribuito all'elezione del governatore De Luca vogliono sedersi al desco mentre, al contrario, il Pd conta di fare una sintesi ed evitare che, come due mesi e mezzo fa, i partitini cannibalizzano proprio i voti democrat. Senza contare i renziani decisi a far valere non solo il loro peso ma anche rilanciare i gazebo per individuare il nome del candidato sindaco. Infine c'è il peso non indifferente proprio del presidente De Luca che non può essere solo spettatore di questa partita. Non a caso i suoi hanno iniziato già a lavorare su due civiche da mettere in campo sul modello delle regionali. Perché il governatore vuole pesare sulla scelte e, sopratutto, non vuole permettere in nessun modo che Antonio Bassolino scenda in campo.

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