Elezioni comunali a Napoli, De Luca vuole un nome civico ed è strappo con il Pd

Elezioni comunali a Napoli, De Luca vuole un nome civico ed è strappo con il Pd
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 1 Marzo 2021, 09:30
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Lo scontro tra il Pd e De Luca non è stato mai così duro. Ad un passo dallo strappo se le posizioni rimangono, come ora, divergenti. Non è solo una questione di dichiarazioni equivocate ma di due modelli contrapposti. Per il Pd napoletano l'asse da cui partire è quello con i grillini e non discostarsi di un millimetro dalla terna di nomi messi in campo: gli ex ministri Amendola e Manfredi e il presidente della Camera Fico. Per il governatore De Luca invece si parte dalla coalizione larga delle regionali e poi eventualmente allargare all'M5s. Ma con un punto di scontro fondamentale: per l'ex sindaco di Salerno ci vuole un nome della società civile e non un politico.

È un muro contro muro con due posizioni che cercano di accelerare. E se sabato sera Fulvio Bonavitacola, il vice di De Luca, ha minacciato uno strappo pesantissimo quale è quello di trovare un nome alternativo al Pd e andare da soli, il partito di Zingaretti a Napoli risponde con la convocazione, per mercoledì, del tavolo della coalizione di centrosinistra.

Grillini compresi. 

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Uno scontro che ha avuto un prologo qualche giorno fa quando si sono incontrati il governatore De Luca e il segretario del Pd di Napoli Marco Sarracino. E qui De Luca ha scoperto le sue carte con la richiesta di procedere a tappe forzate senza ulteriori indugi e con un nome civico, fuori dai partiti. Mentre per Sarracino, su mandato del partito nazionale, si rimane sulla terna dei tre politici. Convinto che un nome civico non andrebbe mai oltre il ballottaggio. Specie se il centrodestra mette in campo un nome forte come il magistrato Catello Maresca.

Da qui, da questa visione diversa, nasce lo scontro di sabato sera reso pubblico dalle dichiarazioni di Bonavitacola. E l'accelerazione ci potrebbe essere, dal fronte deluchiano, già nei prossimi giorni. Per il governatore, infatti, serve posizionarsi al più presto. Per occupare il campo e iniziare a lavorare su liste e nomi senza farsi crogiolare dall'idea che il voto slitti a ottobre. Per il Pd, invece, si può prendere ancora tempo, un mesetto o giù di lì. Anche perché i democrat sono convinti che entrando in campo già ora si rischi di arrivare spompati alle comunali. 

Due visioni diverse, insomma, che si scontrano di nuovo ieri.

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«Il Pd napoletano sta traccheggiando da mesi nel vano tentativo di calare sul territorio una formula governativa ora superata dai fatti. Occorre andare avanti con il modello vincente De Luca delle scorse regionali, modello che non più di 5 mesi fa ha raccolto il 49,6 per cento dei voti su Napoli senza l'asse Pd-5S-LeU. Pensiamo - avverte Vincenzo Varriale, segretario dei Moderati una delle liste deluchiane - ad un nostro nome alla carica di sindaco, frutto delle più rappresentative liste moderate, riformiste e liberali. Siamo pronti con un'autorevole candidatura autonoma».

«Le polemiche non ci interessano, se il segretario dei Moderati pensa che alle prossime elezioni si possa fare a meno del primo partito della città e della forza architrave della coalizione, minacciando in continuazione una propria candidatura autonoma, non possiamo - contrattacca Pasquale Esposito, responsabile Enti locali del Pd - che prenderne atto e andare avanti senza il suo contributo».

È un muro contro muro, quindi, con il Pd che per ora convoca il tavolo per mercoledì con le forze di coalizione. E prevenire De Luca pronto a mettere un nome in campo nel giro di una settimana. Ma sarebbe uno strappo pesantissimo. Un altro dopo l'autocandidatura di Antonio Bassolino.

Intanto Europa Verde per risolvere l'impasse per uscire dall'impasse propone le primarie per scegliere il nome del candidato: «Chi ha il nome giusto per Napoli, ha il dovere di metterlo in campo: una scelta che consentirebbe di coinvolgere i cittadini direttamente nella svolta che la città». 

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