Elezioni comunali a Napoli, il Pd punta su Roma e lascia la scelta a M5S: in pole c'è Fico

Elezioni comunali a Napoli, il Pd punta su Roma e lascia la scelta a M5S: in pole c'è Fico
di Luigi Roano
Mercoledì 17 Marzo 2021, 09:00 - Ultimo agg. 09:09
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La sostanza è questa: se l'ex ministro Roberto Gualtieri (Pd) è «pronto a candidarsi a Roma» la Raggi (M5S) si dovrebbe fare da parte. E a Napoli il candidato alla successione di Luigi de Magistris sarebbe un grillino. Vale a dire che le quotazioni del presidente della Camera Roberto Fico sarebbero in salita e che Napoli, come Milano, Torino e appunto Roma, è sullo scacchiere delle comunali come in un gioco a incastri. Dove a contare sarebbe di fatto un calcolo basato sulla geopolitica. Senza offesa per nessuno, a contare non sarebbe esclusivamente l'interesse dei Comuni interessati alla contesa elettorale d'autunno, ma le prospettive delle forze politiche in funzione delle Politiche che prima o poi si dovranno pure disputare visto che la scadenza della legislatura è comunque la primavera del 2023. Ma stanno davvero così le cose? Il dato politico è che il nuovo assetto dei dem - con Enrico Letta nella cabina di comando al posto di Nicola Zingaretti - non garantisce certi automatismi al cento per cento come con il suo predecessore, specialmente sulle alleanze con il M5S per le Comunali. Ci potrebbero essere le alleanze con i grillini ma non è detto che ci siano. È lo stesso Letta a spiegare come stanno le cose: «Le elezioni amministrative di autunno saranno una tappa di avvicinamento alla costruzione di questa alleanza di centrosinistra e con i 5 Stelle in vista delle elezioni politiche del 2023. Sarà una tappa di avvicinamento molto significativa». La realtà è che la mossa di schierare Gualtieri (non una novità) in questo frangente storico ha l'effetto di scoperchiare un pentolone che a Napoli già bolle e ribolle da mesi. Il pressing del governatore Vincenzo De Luca - non un attore di secondo piano in questa contesa - su Gaetano Manfredi, l'ex ministro dell'Università scelto da Giuseppe Conte, non si è mai fermato. Ancora di più quello della ricerca di una candidato civico. Il governatore - nella sostanza - Fico non lo vuole non perché ci sia antipatia personale, la questione è politica lui i 5Stelle non li vede proprio. 

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Valeria Ciarambino, la capogruppo in Regione dei grillini, racconta: «Faccio i miei auguri al neo segretario del Pd Enrico Letta e mi auguro che il suo partito possa ritrovare l'unità e continuare a lavorare nell'interesse del Paese. Mi auguro che le stesse forze politiche che hanno ben governato il Paese possano continuare a farlo anche nella nostra città, coinvolgendo la società civile, le persone di buona volontà, le intelligenze e le forze enormi che abbiamo su questo territorio, individuando una personalità inclusiva, che faccia rete e che consenta di ricostruire il futuro del nostro capoluogo». Prove di dialogo? Forse. Il campano Carlo Sibilia, che fa il sottosegretario al ministero dell'Interno, spiega: «La sfida politica è un'intesa M5S-Pd-Leu per le amministrative 2021.

Auspico un ragionamento complessivo nelle grandi città: Napoli, Milano, Torino e Bologna. Lavorando insieme si può trovare una sintesi che comprenda anche Virginia Raggi candidata sindaco a Roma».

Complesso e complicato il quadro politico, la certezza è che Napoli è uno snodo fondamentale per capire se si farà e quanto durerà l'alleanza con il M5S e con Leu in chiave dem. L'ala deluchiana del Pd vuole un candidato civico di area dem in campo, un profilo alla Manfredi, meglio ancora se si tratta di un politico Pd al cento per cento. Il Pd napoletano, guidato da Marco Sarracino, sta cercando di riaprire il dialogo su questo punto con i deluchiani e con Fulvio Bonavitacola, braccio destro del governatore. Il quale, dopo l'ultimo incontro al tavolo del centrosinistra allargato, ha preso non bene la dichiarazione di Sarracino, una specie di endorsement verso Fico. Ma il segretario metropolitano è tenace e sta cercando di recuperare per trovare una quadratura che coinvolga davvero tutti. Così domani - dopo la bufera del passaggio di consegne in casa dem - ha riconvocato il tavolo. La presenza dei deluchiani significherebbe uno spiraglio per la tregua, in caso contrario ciascuno andrà per conto proprio. 

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