Elezioni comunali a Napoli, stop alle primarie: la rivolta degli alleati del Pd

Elezioni comunali a Napoli, stop alle primarie: la rivolta degli alleati del Pd
di Adolfo Pappalardo
Sabato 17 Aprile 2021, 11:00
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Per Roma c'è già la data delle primarie (il 20 giugno) mentre a Napoli si cerca di chiudere direttamente, entro fine mese, sul nome del candidato sindaco. Con il voto ai gazebo su cui insistono solo i renziani (a Napoli come a Bologna) e i verdi. Ma Enrico Letta è stato chiarissimo: «Io sono assolutamente rispettoso delle decisioni che prenderanno quelli del Pd di Torino, di Bologna, di Napoli. E aggiungo che nella gran parte di questi posti faranno le primarie, vuol dire che voteranno i cittadini», ribadisce il segretario che però aggiunge subito ai microfoni di La7: «Le primarie sono un metodo ma sono uno strumento flessibile e vanno usate dove servono». Insomma restano la via maestra ma, ha ribadito il segretario anche con i suoi in questi giorni, ogni città va valutata in base alle specifiche situazioni locali. E proprio Napoli è uno dei casi in cui lo strumento verrà quasi sicuramente archiviato per evitare, come è accaduto per ben due volte in un decennio proprio per San Giacomo, che il Pd ne esca dilaniato al suo interno. E a Napoli, per la segreteria napoletana dem, non se ne parla proprio di votare ai gazebo. Né a giugno, né mai. 

«Al momento è tutto in stand by», ragiona un parlamentare democrat di lungo corso che sottolinea un aspetto non di poco conto: sinora il segretario nazionale pd e il governatore della Campania non si sono ancora parlati. E se all'indomani nell'investitura dell'ex premier al Nazareno, da Napoli sono partite comunicazioni per un colloquio (ma invano), ora si è deciso da palazzo Santa Lucia di non provarci nemmeno più. Insomma, l'unica cosa certa è che sinora non c'è stato un colloquio diretto tra Letta e De Luca. E nemmeno per interposta persona se, un paio di settimane fa, pare che l'ex ministro Francesco Boccia (ora responsabile nazionale per gli Enti locali) pur arrivando sino a Salerno si è dovuto accontentare: ha parlato con De Luca sì, ma il figlio Piero da poco nominato vicecapogruppo del Pd alla Camera.

Mentre in settimana, e questo potrebbe essere decisivo, ci sarà un vertice per discutere proprio delle amministrative di Napoli tra Letta e il segretario napoletano Marco Sarracino.

E quindi sbloccare la situazione legata ormai alla scelta sulla tripletta Amendola-Fico-Manfredi su cui il Pd non vuole fare passi indietro. E anzi la nomina di De Luca alla Camera deve servire proprio a tenere sotterrata l'ascia di guerra tra il Pd e il governatore De Luca. O almeno è quello che pensano al partito e nell'area di Base riformista (Lotti-Guerini) che ha sponsorizzato la volata di De Luca jr proprio in questa prospettiva. 

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Sorvolare sui mal di pancia degli alleati è invece l'ordine di scuderia, riferendosi alle richieste di primarie da parte degli alleati. Ieri a sollecitarle di nuovo è il deputato di Italia viva Gennaro Migliore che già nel 2015 cercò di sfidare il duo Cozzolino-De Luca per la Regione, salvo ritirarsi tre giorni prima del voto ai gazebo. «Sono disponibile a candidarmi e sono intervenuto in più interviste chiarendo ciò che è naturale. Voglio parlare di cose sostanziose come fare qualcosa per Napoli», ribadisce ieri mattina ai microfoni di radio Crc prima di sottolineare come: «Fico è un'ottima persona ma il primo aspetto che bisogna capire è che non ci sono primogeniture. Unitario non è dove scelgo solo io ma quello che stabilisce una coalizione. Se non si trova l'accordo si fanno le primarie ma l'accordo non si impone. Napoli sembrava dovesse essere quella dove si sceglieva prima il candidato e invece viene trattata in modo subalterno come una pratica da sbrigare».

Sulla stessa strada i verdi. «L'unico modo per uscire dall'empasse in cui è caduto il tavolo di centrosinistra, a circa un mese dall'ultimo incontro, e per avere trasparenza, nei confronti di tutti possibili candidati e, soprattutto, per i cittadini, è quello di passare per le primarie», spiega Fiorella Zabatta, componente dell'esecutivo nazionale dei Verdi e delegata al tavolo del centrosinistra che aggiunge: «La città merita ed esige delle figure che sappiano e vogliano davvero risollevarne le sorti e non certo dei nomi che servano soltanto ad accontentare le segreterie dei partiti». E gli ambientalisti ora accarezzano l'idea di mettere in campo per le primarie il consigliere regionale Francesco Borrelli. Puntando sulla sua popolarità e sul consenso in città. Alle ultime regionali, infatti, ha portato a casa ben 15mila voti ed in città è risultato secondo solo al dem Mario Casillo, mister 43mila preferenze.

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