Elezioni comunali a Napoli, si vota a ottobre ma i candidati non ci stanno: «È un errore»

Elezioni comunali a Napoli, si vota a ottobre ma i candidati non ci stanno: «È un errore»
di Luigi Roano
Venerdì 5 Marzo 2021, 09:30
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Sarà una campagna elettorale lunga, infinita, una prova di forza e pazienza per chi vorrà indossare la fascia tricolore e accomodarsi a Palazzo San Giacomo. Come i lettori de Il Mattino sanno da mesi, ora è anche ufficiale: la data del voto, causa pandemia, slitta in autunno, le urne si apriranno tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Nella sostanza per conoscere il successore di Luigi de Magistris ci vorranno almeno altri 200 giorni se come probabile si dovesse arrivare al ballottaggio. Chi ci va a perdere o a guadagnare da questo nuovo scenario? Intanto, va sottolineato che sono state spostate anche le regionali e quindi anche in Calabria - dove de Magistris si è candidato alla presidenza - dovrà attendere un bel po' per sapere se i calabresi hanno digerito la sua discesa in campo. Napoli avrà, dunque, un sindaco in codominio con gli amici calabresi per molto tempo ancora. Un de Magistris che dovrà affrontare manovre di bilancio impossibili da far passare perché senza una maggioranza. Non è un caso se anche ieri il Consiglio comunale è caduto per la mancanza di numero legale. 

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Comunque la si veda lo slittamento della data è un fatto politico di grande rilievo, in politica i tempi sono fondamentali. Lo sanno bene quelli che in campo già ci sono in maniera ufficiale come Antonio Bassolino e Alessandra Clemente nel campo del centrosinistra. Ne intuisce l'importanza il Pm anticamorra Catello Maresca che ha un piede dentro l'agone della politica e l'altro che spinge per entrare. Si guardano intorno quei sei, sette in nomination, tornano a sperare quelli che si sentivano tagliati fuori. Giusto partire da Maresca che sottolinea come le sue considerazioni «sono da cittadino e non da candidato». Cosa dice il pm al riguardo? La sensazione è che non sia felicissimo perché per un «candidato civico» come lui il rischio logoramento è forte specialmente se nel centrodestra sul suo nome non c'è ancora unità di intenti. «Le decisioni del Governo si possono anche discutere ma si rispettano, ancorché prese in uno stato di emergenza. È un momento difficilissimo per tutti, eviterei polemiche strumentali e valorizzerei la battaglia comune chiesta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro la pandemia. In questi tempi difficilissimi c'è bisogno di lavorare e di impegnarsi tutti ancor più intensamente a tutti i livelli, dalla giustizia per cui combatto quotidianamente alla solidarietà che assieme ad altri amici pratichiamo, non predichiamo, con l'Associazione Arti e Mestieri». Il sindaco Luigi de Magistris va all'attacco: «Si tratta di una scelta dettata da ragioni politiche. E se è vero che tutti speriamo che per l'autunno i vaccini siano milioni, ricordiamo anche che sarebbero appena ricominciate le scuole e bisognerebbe nuovamente chiuderle». Veniamo a Bassolino che è tra gli scontenti del rinvio: «Per la città sarebbe stato meglio poter votare nella data stabilita, alla scadenza del mandato, perché Napoli è messa molto male e prima si ricomincia a ricostruire e meglio è. Per quello che mi riguarda la nuova data mi darà la possibilità di stare più tempo dentro la città, chi pensa che io mi spompo sbaglia, io sono abituato alle corse lunghe». La Clemente non è contenta del rinvio del resto il rischio Cenerentola tra i candidati è grosso: «Il preoccupante rinvio delle elezioni - racconta Clemente - denota due incredibili ritardi: da un lato quello del piano vaccinale e della gestione della pandemia e dall'altro quello politico delle forze di Governo, che non hanno né a Roma né a Torino e né a Napoli costruito progetti e candidature, ma solo opposto veti». Nel centrosinistra inteso come Pd-M5S lo slittamento toglie molte castagne dal fuoco: perché non ci sono ancora candidati condivisi. Tocca a Sergio D'Angelo, altro civico sostanzialmente in campo, ci sono 1200 firme sotto l'appello per la sua candidatura, lanciare l'idea: «Il tema è la parola insieme e la ripeto.

Auspico che si possa stare in unità dove inaugurare una stagione diversa, di partecipazione dei soggetti sociali e dei cittadini». Ma le cooperative a lui vicine rilanciano la candidatura con un altro manifesto. Come dire che il passo di lato magari non deve farlo lui per l'unità ma qualcun altro.

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