Elezioni comunali a Napoli, il «modello Pomigliano» non decolla: da Fratta a Giugliano, le spine dei dem

Elezioni comunali a Napoli, il «modello Pomigliano» non decolla: da Fratta a Giugliano, le spine dei dem
di Francesco Gravetti
Mercoledì 19 Agosto 2020, 09:00
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Ripetere il «modello Pomigliano» (dove è possibile) e sciogliere il nodo del simbolo nei centri dove trovare una sintesi appare complicato. Il Pd della Città Metropolitana di Napoli è alle prese con le ultime trattative prima della presentazione delle liste per le comunali e sta cercando di risolvere tutti i conflitti, pur nella consapevolezza che per alcuni di essi bisognerà rassegnarsi e rinunciare addirittura a presentare il simbolo.

È il caso di Pompei e, forse, anche di Frattamaggiore, dove si registra una lettera che il segretario provinciale Marco Sarracino ha mandato a quello regionale, Leo Annunziata, invitandolo ad occuparsi proprio della cittadina a Nord di Napoli: «In questi ultimi frangenti si sono accentuate le criticità di gestione politica della situazione politica del comune di Frattamaggiore. Sono infatti emerse due posizioni risultate purtroppo non conciliabili: una dell'amministrazione uscente e un'altra del circolo locale. La segreteria metropolitana ha provato fino all'ultimo minuto utile a ricercare una soluzione unitaria. Soluzione purtroppo che non ha trovato esito positivo. (...) Ad oggi le condizioni per la presentazione di una piattaforma pubblica ed unitaria del PD a Frattamaggiore sono purtroppo inesistenti». Sarracino chiede ad Annunziata di «valutare con la massima attenzione l'eventuale opportunità di adottare misure adeguate» ai sensi dello Statuto. La lotta è tra Francesco Russo, ex sindaco e attuale segretario cittadino dei Dem, e Marco Del Prete, primo cittadino in carica: un commissario, Salvatore Barbato, sarebbe pronto a subentrare a Russo ma il braccio di ferro prosegue e la «sparizione» del simbolo resta un'ipotesi.

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È, invece, una certezza l'assenza del simbolo a Pompei, dove i democratici hanno scelto di non sostenere Carmine Lo Sapio, che pure del circolo locale è stato segretario. Alcuni rappresentanti del Pd pompeiano sarebbero pronti, invece, a dare una mano a Domenico Di Casola, anche lui sostenuto da una serie di civiche.

Se le divisioni preoccupano Sarracino, tuttavia, il matrimonio di Pomigliano tra Pd e Cinque Stelle gli restituisce fiducia e prospettive. Nella città della Fiat, Dem e M5s hanno trovato l'accordo sul nome di Gianluca Del Mastro, professore di Papirologia presso l'Università della Campania «Luigi Vanvitelli» e di Paleografia alla Federico II di Napoli. L'annuncio è avvenuto ieri, tra la soddisfazione di tutti. L'obiettivo dei Dem è, ora, ripartire dal laboratorio di Pomigliano e riproporne lo schema in altre città, in modo da rafforzare la coalizione.

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E così, a Giugliano è partito il pressing per far convergere i pentastellati sul nome di Nicola Pirozzi, anche se il gruppo che fa capo all'ex consigliere grillino Salvatore Pezzella ha presentato mesi fa la lista sul blog di Grillo che, tuttavia, è ancora in attesa della certificazione. Una trattativa identica è in piedi anche a Caivano, dove a mettere tutti d'accordo potrebbe essere Enzo Falco.

Maggiori difficoltà, invece, si registrano a San Gennaro Vesuviano, che conta meno di 15mila abitanti ma ha due caratteristiche: è la città di una deputata Cinque Stelle, Silvana Nappi, e viene da un lunghissimo periodo di commissariamento per camorra. Proprio la Nappi sta provando a mettere insieme una lista civica con dentro sia i democratici che i grillini, ma dopo una fase di confronto adesso sarebbero emerse divisioni che non stanno aiutando il dialogo.

Infine, Pd alle prese anche con la grana Marigliano, esplosa dopo l'arresto del sindaco uscente Antonio Carpino (poi scarcerato e messo ai domiciliari a fine luglio): il candidato indicato è Giuseppe Jossa ma fino ad ieri sera c'erano ancora discussioni aperte, con lo stesso Sarracino che si è spostato in provincia per un ulteriore summit. 

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