Elezioni comunali Napoli, Sarracino blinda il Pd: «Sceglierò con De Luca il nuovo sindaco»

Elezioni comunali Napoli, Sarracino blinda il Pd: «Sceglierò con De Luca il nuovo sindaco»
di Luigi Roano
Domenica 24 Maggio 2020, 09:30
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Marco Sarracino, segretario del Pd: la crisi da Covid colpisce anche la politica. Il sindaco Luigi de Magistris è senza una maggioranza: c'è la possibilità che si voti per la Regione e anche per il Comune?
«Quasi nessuno lo sa, ma oggi i cittadini della Campania avrebbero dovuto votare per rinnovare la Regione. Votare a luglio è improbabile, ma è altrettanto rischioso votare a ottobre. Come vorrebbero le forze politiche che immaginano di sospendere la democrazia. Su Napoli lo scopriremo nei prossimi giorni».

Ma sul candidato sindaco avete tracciato un profilo?
«Nessuno immagina la situazione che ho trovato, eppure questo gruppo dirigente in poche settimane ha vinto le suppletive, ha avuto un ruolo determinante nelle proposte contro la crisi, mancano solo le dieci piaghe d'Egitto e siamo a posto. Il Pd si farà trovare pronto con un proprio programma e un candidato sindaco che abbia non solo la nostra tessera, ma che sarà scelto assieme al presidente De Luca che ho incontrato in questi giorni. Stiamo lavorando per una città innovativa e finalmente europea in cui non sia più impossibile accedere a un bus o entrare in un parco pubblico».

C'è una crisi anche tra alleati con quelli di Iv. Gennaro Migliore accusano i dem di essere irresponsabili nel chiedere la testa di de Magistris subito. Con l'ex pm che pur senza maggioranza continua a governare.
«Non capisco perché tanta agitazione da parte di Iv: hanno dichiarato di non votare una eventuale mozione di sfiducia a de Magistris senza che nessuno abbia mai annunciato o presentato la mozione di sfiducia. Una posizione tattica dettata dalla fretta, incomprensibile per il ceto politico napoletano figuriamoci per i cittadini. Detto ciò, la morale sul Pd da chi il Pd lo ha prima distrutto e poi abbandonato per fondare un nuovo partito proprio non posso accettarla. L'idea di una forza politica legata alle sorti e agli umori quotidiani del suo leader, Matteo Renzi, non interessa alla nostra comunità che ha una storia diversa che rivendichiamo con orgoglio».

Torniamo al sindaco e all'incontro con il governatore De Luca: non è che il vertice è il preludio a un accordo politico?
«Non siamo interessati ad alcun giochetto. In vista delle regionali, se ci si riconosce nel lavoro di questi 5 anni di De Luca e si hanno valori precisi come quelli dell'antirazzismo, dell'ambientalismo, di una nuova logica nel rapporto tra Stato e mercato, insomma nei valori che hanno dato vita al governo europeo di Ursula von der Leyen perché dovrei essere contrario al supporto di forze come quella di de Magistris, moderate o anche come i Cinquestelle? Al tempo stesso sia chiaro che come diceva Guccini bisogna saper scegliere il tempo e non arrivarci per contrarietà».

De Magistris come farà a governare Napoli senza una maggioranza?
«La gestione del sindaco di questa fase ritengo non sia stata positiva, ma se c'è stato un elemento che ha provocato una profonda rottura nel dialogo di questi mesi è sicuramente la presentazione della delibera che sempre secondo il sindaco cancellerebbe il debito storico della città. De Magistris è riuscito a banalizzare e ridicolizzare un tema che è invece estremamente serio: quello delle risorse agli enti locali. Una vicenda che andrebbe affrontata con il Governo e non contro di esso. E poi c'è il tema legato alla discussione di queste ore».

Vale a dire?
«Può davvero l'amministrazione comunale che in questi anni ha non solo litigato con tutti, ma ha fatto aumentare anche i debiti della città, affrontare l'emergenza più grave dal punto di vista socio-economico dal dopoguerra senza una maggioranza?».

Allora quali sono le mosse del Pd al riguardo?
«È evidente che dopo i movimenti in Consiglio comunale di queste ore il grande paradosso è un rafforzamento non di una maggioranza politica, ma di uno status quo di un ceto politico che pensa ad autoconservarsi».

Anche dal Pd non scherzano: sono andati via Venanzoni e Quaglietta...
«Noi siamo un partito che ha un consenso di opinione in base alle proposte politiche e non per gli spostamenti dei singoli. Il problema è che in questi anni i partiti pur di acchiappare tutto hanno candidato profili senza storia o con note storie di trasformismo, ma non si può spacciare per civismo quello che è invece trasformismo. Il Pd si è aperto alla società civile: il presidente del Pd si chiama Paolo Mancuso, abbiamo candidato ed eletto un sentore che si chiama Sandro Ruotolo.

Quanti sono i cittadini che invece si erano organizzati in forme civiche, ma che poi non hanno avuto accesso ai Consigli comunali a causa di alcuni faccendieri del voto?».

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