M5S arroccata nei bunker di Acerra e Pomigliano: «La gente a casa, delusi dal Reddito»

M5S arroccata nei bunker di Acerra e Pomigliano: «La gente a casa, delusi dal Reddito»
di Gigi Di Fiore
Martedì 28 Maggio 2019, 08:30 - Ultimo agg. 14:06
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Inviato a Pomigliano

Un anno fa, l'aria era diversa. Nel comitato elettorale di via Terracciano il viavai era continuo. E tutti a fare festa, a urlare «Di Maio presidente». Altri tempi. Per le elezioni Europee, non è stata presa nessuna sede per seguire i risultati. Nessuno, tra i supporter dei 5 Stelle, ha voglia e coraggio di fare festa.

Paolo Maresca, docente esperto di informatica, da militante grillino ha elaborato un algoritmo per seguire i flussi elettorali. Lo scorso anno, fece l'alba nel comitato di via Terracciano. Stavolta, non ce n'è stato bisogno. Spiega: «Il lavoro è stato più semplice con collegi legati a più regioni. Abbiamo però sempre i nostri algoritmi per i risultati».

Nessuno vuole parlare di sconfitta, almeno nel paese di Luigi Di Maio. E il professore Maresca ha la sua spiegazione: «La verità è che la gente che votava per noi è stata tenuta a casa dal cattivo tempo. Ma nel Mezzogiorno potremmo arrivare anche a sei seggi e non è male».
 
Non c'è entusiasmo, anche se i grillini di Pomigliano esibiscono il primo posto con il 44,49 per cento e 7212 voti. Sono il doppio del Pd. E qualcuno dice: «Qua la Lega non è pervenuta. Ha preso solo 919 voti, che sono il 5,68 per cento». Il consigliere comunale Salvatore Cioffi non fa dichiarazioni, ma si trincera dietro i numeri: «A Pomigliano, con un'affluenza del 50,69 per cento, ci siamo confermati la prima forza politica». Certo, non c'è la flessione di Afragola, dove la Lega ha fatto valere i suoi referenti. Ma il paragone con un anno fa, quando il M5S a Pomigliano prese il 64,95 per cento, è impietoso.

Che lo sforzo fosse minore, si era visto anche in campagna elettorale. Dice Lello Russo, il sindaco di Fi a Pomigliano: «Qui i grillini hanno tenuto solo due incontri, uno alla Feltrinelli e un altro in un bar alla Villa comunale. Non c'era molta gente, come se l'entusiasmo si fosse affievolito. Sarà stata la delusione del reddito di cittadinanza, risultato meno delle aspettative».

Di certo, da quando il deputato pomiglianese Dario De Falco è diventato capo della segreteria di Luigi Di Maio al ministero, qui si vede meno. È più a Roma e a Pomigliano l'assenza del lavoro sul territorio si è sentita tutta. A Roma, come responsabile della segreteria del ministero, è anche la pomiglianese Assia Montanino. La necessità di ricostruire il partito nelle realtà locali l'ha riconosciuta anche Di Maio, nel commentare la batosta. A Pomigliano, l'assenza di De Falco, che di Di Maio è stato compagno di scuola, si è sentita nonostante gli sforzi dell'altra pomiglianese Valeria Ciarambino, consigliere regionale assai attiva nella campagna elettorale di un anno fa. Dice Ciro, un simpatizzante: «Non si sono visti i parlamentari, questa campagna elettorale si è distinta per le assenze su questo territorio». Dalle dimissioni di Maria Busiello, i consiglieri comunali grillini di fatto sono due. Dopo il no di Nunzia Sodano che era prima dei non eletti, è subentrata in Consiglio comunale Maria Laura Perfetto che però lavora a Milano. Insomma, a Pomigliano, dove Di Maio torna spesso ma non si è visto in questa campagna elettorale, il Movimento 5 Stelle ha perso alcuni agganci locali. E dice Rosario, un altro simpatizzante: «Non si è visto nessuno, e molto entusiasmo si spegne se non viene alimentato». Nessuno si è visto neanche tra gli operai della Fca Chrisler «L'anno scorso, guai a parlare di elezioni, stavolta invece riuscivo a discutere, a confrontarmi» dice Gerardo Giannone, operaio della Fca Chrisler di Pomigliano. Che racconta: «L'anno scorso, in fabbrica i voti grillini sono stati moltissimi. I delusi della sinistra erano numerosi. Dopo un anno, lo scenario è molto diverso».

Ad Acerra, un anno fa Di Maio concluse il giro elettorale, salutando dal predellino dell'auto. Stavolta, ad Acerra, dove da tempo circolano voci su un possibile passaggio del sindaco Lettieri tra i leghisti, il partito di Salvini ha preso 1970 voti. E il M5S, che un anno fa aveva raccolto il 64,69 per cento dei consensi, è sceso al 49,89 per cento con 8305 voti. Nella sede grillina di via Leonardo da Vinci, dove si confeziona anche un magazine telematico, non si parla di sconfitta: «Una persona su due è andata a votarci, è stato un attestato di sostegno e riconoscimento del grande lavoro che stiamo facendo sull'ambiente» dicono. Acerra, come a dire termovalorizzatore e terra dei fuochi. Ma a votare sono andati solo il 37,92 per cento. Percentuale bassa, e dice l'avvocato Carmela Auriemma, consigliere comunale grillina, che alla Corte europea sostenne la causa contro gli inceneritori: «Non credo abbiamo avuto un risultato negativo. Il calo c'è stato altrove. Non dimentichiamo che Acerra era una roccaforte del Pd. Siamo soddisfatti, anche perché facciamo una battaglia sui temi ambientali che si vede». Afragola, Cardito e Frattamaggiore sono i simboli del calo grillino, con percentuali sotto al 40 per cento. «Ci facciamo forza tra noi, ma ha ragione Luigi dobbiamo cominciare a organizzare il partito sui territori» dice Maria, che sul M5S ad Acerra ha creduto da anni. E continua a farlo
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