Elezioni a Ischia, la strana sfida: l’armata del sindaco e l’ultimo comunista

Elezioni a Ischia, la strana sfida: l’armata del sindaco e l’ultimo comunista
di Massimo Zivelli
Venerdì 10 Giugno 2022, 23:54 - Ultimo agg. 11 Giugno, 09:20
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Enzo Ferrandino a Ischia e Dionigi Gaudioso a Barano. Entrambi sindaci uscenti, per il primo la riconferma sarà scontata; per il secondo resta - al netto di ogni ragionevole diplomazia - ampiamente prevedibile. Perchè nei due comuni isolani al voto, i giochi politici ed elettorali sono stati blindati da tempo.

Nel comune più densamente popolato dell’isola verde, Enzo Ferrandino gioca praticamente contro se stesso.

O, per paradosso, contro i candidati delle liste che lo sostengono, che sono centinaia, schierati nelle sette liste a sostegno del sindaco che ha governato negli ultimi cinque anni. Candidati che stanno da mesi giocando una partita senza esclusione di colpi, una guerra spesso sotterranea per la supremazia in lista e nella coalizione.

La tornata elettorale si chiuderà direttamente al primo turno, considerata l’anomalia tutta locale di una coalizione di maggioranza che ha fagocitato quasi tutta la ex opposizione e ha scoraggiato ciò che restava del centrodestra, che ha tentato di correre con proprie liste e un proprio candidato ma alla fine ha desistito. E così a Ischia l’unico competitor di Ferrandino, si chiama Gennaro Savio, figlio di quel Domenico Savio, esponente dell’ideologia comunista ortodossa, che dagli anni ‘60 fino alla sua morte avvenuta di recente, a ogni tornata elettorale non ha fatto mai mancare la sua presenza, talvolta centrando anche l’obiettivo di conquistare un seggio in consiglio comunale. Sempre all’opposizione ovviamente, considerato che Savio padre prima e adesso il figlio Gennaro, leader del più piccolo partito comunista al mondo, non hanno mai accettato di entrare a far parte degli schemi politici tradizionali.

Ed è proprio così che Gennaro Savio sfida «l’armata Ferrandino» e si prepara a raccogliere tutto il voto di protesta. Compreso quello proveniente da quel centrodestra che fra defezioni e cambi di sigla all’interno degli stessi partiti della coalizione, ha visto liquefarsi come neve al sole qualsiasi velleità di concorrere. Fosse anche solo con l’obiettivo di essere presente fra gli scranni della opposizione, Gennaro Savio conquisterà quel seggio che gli consentirà di rappresentare le varie fasce di malcontento verso la maggioranza e il sindaco Ferrandino. Il quale però non dorme affatto sonni tranquilli, nonostante abbia già da adesso la certezza della vittoria. È infatti la guerra fra le liste della sua coalizione, e peggio ancora quella fra i candidati all’interno delle stesse liste, che fra spaccature e contrapposizioni può mandare in frantumi il progetto politico di Ferrandino. Sarà una lotta all’ultimo voto, che il sindaco ha provato ad attutire imponendo un dosaggio delle preferenze. Il rischio di implosione è però dietro l’angolo. 

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Maggiormente bilanciata è la partita nella vicina Barano, dove l’alleato politico di Ferrandino, Dionigi Gaudioso, considera questa tornata elettorale come già vinta. A sfidare il sindaco uscente, che nel frattempo aveva fatto anche il pieno fra i grandi elettori di centrosinistra al consiglio della Città metropolitana, sarà Maria Grazia Di Scala, ex consigliere regionale di Forza Italia nella penultima legislatura, poi approdata alla corte di Giorgia Meloni e che già in diverse occasioni aveva sfidato alle comunali il gruppo che orbita attorno alla famiglia Gaudioso che governa ininterrottamente il Comune da decenni.

A Barano infatti lo scontro politico continua ad essere quello di sempre, fra famiglie potenti dal punto di vista elettorale che si fronteggiano su ogni singola questione riguardante la gestione del potere e dell’amministrazione cittadina. La Di Scala (che fino a qualche mese prima era data come possibile candidata a sindaco per il centrodestra a Ischia) ha dunque scelto di scendere in campo per l’ennesima volta nel suo comune natio e nel caso di riconferma di Gaudioso, si prepara ad altri cinque anni di opposizione dura. 

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