Elezioni, Cafiero de Raho ha detto sì a Conte: l'ex procuratore antimafia sarà candidato in Campania o Calabria. Da Cutolo ai Casalesi, le sue battaglie contro i clan

Elezioni, Cafiero de Raho ha detto sì a Conte: l'ex procuratore antimafia sarà candidato in Campania o Calabria. Da Cutolo ai Casalesi, le sue battaglie contro i clan
di Giuseppe Crimaldi e Valentino Di Giacomo
Martedì 16 Agosto 2022, 23:56 - Ultimo agg. 17 Agosto, 23:57
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È ufficiale la candidatura dell’ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho con il Movimento 5 Stelle. Il suo nome spunta in uno dei quesiti messi al voto ieri, nel corso delle Parlamentarie online dell’M5s, tra i 15 nomi inseriti nella short-list decisa da Giuseppe Conte per assegnare una candidatura all’ex magistrato «con un criterio di priorità in uno o più collegi plurinominali». Dell’elenco fanno parte anche l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa e l’ex magistrato palermitano, Roberto Scarpinato, più una serie di fedelissimi di Giuseppe Conte. Non figurano nella short-list né Dario VassalloSamuele Ciambriello, che pure negli ultimi giorni avevano fornito, su richiesta, all’entourage di Conte il proprio curriculum per mettere in valutazione la loro candidatura. Probabilmente il fratello del sindaco di Acciaroli ucciso nel 2010 e il Garante per i Detenuti della Campania potranno essere inseriti nei collegi uninominali, rispettivamente di Salerno e Benevento.

La mossa di puntare su Federico Cafiero de Raho non è stata fatta soltanto dal Movimento 5 Stelle. Nelle scorse settimane anche il Partito democratico aveva valutato il profilo dell’ex procuratore nazionale Antimafia. Nessun commento, almeno fino ad oggi, da parte di Cafiero de Raho sulla propria discesa in campo diventata ufficiale con la pubblicazione del suo nome sul blog del Movimento 5 Stelle. Non è detto che il magistrato napoletano debba essere schierato nella sua città, per lui si valuta anche una candidatura a Reggio Calabria, lì dove per 4 anni Cafiero de Raho ha diretto la procura dal 2013 al 2017.

L’idea di mettere in campo l’ex procuratore sarebbe giunta proprio dall’ex presidente del consiglio che nelle scorse settimane ha telefonato personalmente al magistrato per manifestargli le proprie intenzioni. 

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Napoletano, settant’anni compiuti nel febbraio scorso, Cafiero de Raho entra giovanissimo in magistratura: a ventisette anni vince il concorso per uditore giudiziario e inizia la sua carriera di inquirente tredici mesi dopo con un battesimo di fuoco, alla Procura della Repubblica di Milano. Cinque anni dopo approda a Napoli. Sono gli anni terribili in cui si scatena la sanguinosa guerra di camorra tra Nuova Famiglia e Nuova Camorra Organizzata, che si concluderanno - al termine di una mattanza terrificante - con la vittoria del primo gruppo consorziato di bande criminali. Una interminabile scia di sangue. Una faida che in poco meno di un decennio portò a contare centinaia di morti e migliaia di feriti, nel tentativo di Raffaele Cutolo di scalzare lo strapotere criminale del cartello composto da vari clan tra i quali Zaza, Nuvoletta, Bardellino, Giuliano, Ferrara, Alfieri, Galasso, Ammaturo, Vollaro ed altri ancora.
A proposito di Cutolo: nell’ottobre del 2018 Cafiero, già nominato procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, intervenendo ad una cerimonia a Pietrelcina, dichiarò: «Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, resterebbe al carcere a vita anche se cominciasse a parlare. La sua situazione carceraria è sintomo di una pericolosità ancora in atto e non consentirebbe di determinare valutazioni diverse. Quanto al fatto che la sua collaborazione permetterebbe di scoprire tanti delitti ancora impuniti, sarebbe da vedere. Pur tuttavia, i tentativi portati avanti fino ad oggi non hanno dato grandi risultati». Cutolo morirà tre anni dopo in carcere, il 17 febbraio 2021, portandosi nella tomba più di un mistero di quell’Italia degli anni di piombo.

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Dopo aver seguito tutte le principali inchieste di camorra, con i relativi processi in Assise, Cafiero - da procuratore aggiunto e coordinatore della Direzione distrettuale antimafia partenopea - si concentra sull’emergenza criminale legata al clan dei Casalesi. Nel Casertano va in scena un’altra mattanza. Sono gli anni in cui si scatena la caccia a due boss sanguinari e imprendibili: Michele Zagaria, latitante da 16 anni, e Giuseppe Setola, uno dei più feroci killer che ha deciso di diventare un “ras”. Anni di grandi sforzi ed energie investigative, con un pool di giovani magistrati inquirenti che Cafiero riesce a motivare e dirigere con esperienza e professionalità. Procuratore aggiunto di Napoli dal 2006 al 2013, nello stesso anno viene nominato procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Dal 2017 al 2022 ha ricoperto la carica di Procuratore nazionale antimafia.
 

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