Elezioni 2022, Renzi: «Accogliamo pezzi di Forza Italia nel Terzo Polo, il patto per Napoli non si tocca»

Elezioni 2022, Renzi: «Accogliamo pezzi di Forza Italia nel Terzo Polo, il patto per Napoli non si tocca»
di Emiliano Caliendo
Venerdì 9 Settembre 2022, 19:18 - Ultimo agg. 10 Settembre, 15:17
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«Se ci sarà un governo Meloni noi saremo all'opposizione, quindi non voteremo la fiducia. Noi non gridiamo al rischio fascismo, ma non votiamo la fiducia a Meloni. Se c'è un governo guidato da Draghi, noi gli votiamo la fiducia». Mette le cose in chiaro Matteo Renzi, arrivato a Napoli non solo in qualità di leader di Italia Viva e regista del neonato Terzo Polo - di cui Carlo Calenda è invece il frontman - ma soprattutto da candidato capolista della lista Azione-Italia Viva nel collegio plurinominale Campania 1 al Senato della Repubblica. Nel corso della conferenza stampa tenutasi all’Hotel Mediterraneo in via Ponte di Tappia, l’ex sindaco di Firenze deve quindi esporre la sua visione su diversi temi di rilevanza locale.

A partire dal Reddito di Cittadinanza, totem degli acerrimi nemici del Movimento 5 Stelle. «Se le persone vogliono votare il M5s per il reddito di cittadinanza, va bene. Io ho un ricordo di chi il voto di scambio lo faceva con una certa signorilità, come Achille Lauro. Conte è invece volgare». La tocca pianissimo – si fa per dire – il senatore. «Le foto di Conte con la gente che mostra la tessera del reddito di cittadinanza? È clientelismo – punge l'ex premier –. Io sono per dare una mano a chi non ce la fa ma Conte non rispetta il dolore delle persone». «Il reddito di cittadinanza - incalza - è nato per difendere i poveri o per creare posti di lavoro? Perché per la povertà c'era già il reddito d'inclusione.

Se ci sono tanti campani che vogliono votare il Movimento 5 Stelle auguri, ma stanno votando colui il quale sta bloccando gli aiuti alle famiglie e alle imprese».

Su Patto per Napoli e Pnrr – con il 40% di risorse destinate al Mezzogiorno - Renzi specifica che non vanno in nessun modo toccati. «Mettere in discussione nella situazione in cui siamo, il Patto per Napoli – spiega il leader di Iv - sarebbe un gravissimo errore e sarebbe inaccettabile. Noi siamo assolutamente dalla parte del sindaco Manfredi cui va la nostra stima. Costruire buona amministrazione credo sia la vittoria di tutta Napoli, Campania e Paese, mettere in discussione il Patto per Napoli è sbagliato da parte del centrodestra». Renzi, che fu presidente del Consiglio ai tempi dell’ex sindaco de Magistris, ricorda i rapporti difficili con la precedente amministrazione comunale. «Io ritengo che questa città sia stata scassata dal governo di de Magistris. Utilizzo queste parole, scassiamo tutto, credo che sia stata l'unica promessa elettorale che de Magistris abbia attuato». «Io ero presidente del Consiglio e - ha ricordato - il sindaco si rifiutava di fare gli incontri istituzionali e poi prendeva i soldi del Patto per Napoli e per la Campania. Era un meccanismo che potremmo sintetizzare con un noto principio di alta politica, chiagni e fotti. Questa filosofia ha fatto del male a Napoli e tuttavia nella sua infinita bontà il governo centrale ha deciso di dare una mano a Napoli». Mentre sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il senatore di Rignano sull’Arno pungola Giorgia Meloni e il centrodestra: «Se vogliamo cambiare il Pnrr, rischiamo di perderlo. Non penso che il Pnrr sia la perfezione o la Bibbia, ma meglio avere dei soldi che spendo, piuttosto che buttare soldi. Quando Meloni vuole cambiare il Pnrr mi viene un po' di paura». 

La sala del decimo piano dell’Hotel Mediterraneo è gremita di esponenti di Italia Viva della prima ora come il consigliere regionale Tommaso Pellegrino, la candidata alla Camera Graziella Pagano, l’ex presidente della municipalità 8 Apostolos Paipais, i coordinatori provinciali Barbara Preziosi e Carlo Cerbone e l’ex consigliere comunale Gabriele Mundo. Ma spicca qualche volto nuovo, in procinto di ufficializzare l’entrata in IV come l’ex parlamentare del Pd e sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo. C’è poi qualche intellettuale che un tempo si sarebbe potuto definire «d’area» come lo storico e saggista Paolo Macry. Ancora assenti invece i fuoriusciti da Forza Italia che fanno riferimento all’area del senatore uscente Luigi Cesaro e del figlio Armando, ex consigliere regionale. L’unico ex forzista in platea è il consigliere comunale di Napoli Massimo Pepe, esponente da più di un anno di Azzurri Per Napoli, gruppo centrista sostenitore del sindaco Manfredi in sala dei Baroni. Che Italia Viva abbia lanciato l'opa sugli scontenti di Forza Italia in Campania, Renzi lo lascia intendere chiaramente. «Credo che nei prossimi mesi il partito di Forza Italia fatalmente verrà meno. Lo dico con il massimo rispetto che devo a Berlusconi ma Fi è in piena fase d'implosione. Noi faremo meglio di Forza Italia. Pezzi di Forza Italia - ha sottolineato - se ne stanno andando in Campania ed entrano anche nel Terzo Polo». Nella visione di Renzi il terzo polo «prende due mondi di riferimento». «Il primo è quello di Fi che non può stare sotto la Meloni - afferma - poi c'è il mondo Pd, amministratori del Pd in queste ore stanno passando con noi, iniziano a guardare il terzo polo come una casa accogliente». 

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Nel corso della conferenza tiene banco anche l’attualità nazionale con il decreto Aiuti bis. «Conte – tuona - deve vergognarsi per quello che sta facendo il M5s in Parlamento e faremo di tutto perché questa misura possa essere sbloccata. Davvero volete votare chi in nome del bisogno di far vedere che il governo Draghi non funziona, sta facendo ostruzionismo contro misure che servono alle imprese? Il M5s - aggiunge - mette davanti l'esigenza di prendere un punto percentuale in più, bloccando le misure che servono alle famiglie e alle imprese». L’ex premier, che fu segretario del Pd dal 2013 al 2017, riserva poi diversi attacchi ai suoi precedenti compagni di viaggio: «Quando il Pd dice no a jobs act, no a industria 4.0, sì a reddito di cittadinanza vorrei mandare un abbraccio affettuoso a tutti gli amici Pd che sono costretti a votare Pd. Dopo di che, per essere chiari, ma voi ve li ricordate in questi ultimi anni i dialoghi tra Vincenzo De Luca e Luigi Di Maio? Vi ricordate quante se ne dicevano? Bene, oggi – conclude con ironia - chi vota De Luca vota Di Maio e chi vota Di Maio vota De Luca, davvero la strana coppia».

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