Elezioni suppletive a Napoli, soltanto 12 giorni per il nome Pd-M5S

Elezioni suppletive a Napoli, soltanto 12 giorni per il nome Pd-M5S
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 6 Gennaio 2020, 10:13 - Ultimo agg. 14:28
4 Minuti di Lettura
«Troppe scosse di terremoto in queste ore ma qualcuno ancora accarezza l'idea di un'alleanza per le regionali. Ma non è facile», spiega, dietro anonimato, un deputato grillino. L'altro ieri Zingaretti e Di Maio hanno raggiunto a Roma un timido accordo sulla legge elettorale e in molti ipotizzano che sia solo il primo passo per il patto sul voto di primavera. Da qui il nervosismo che serpeggia in Campania tra grillini di rito dimaiano (ostili a qualsiasi intesa con i democrat) e il Pd di credo deluchiano che vede il governatore uscente già ricandidato. Ad entrambi, infatti, non è passato inosservato l'iper attivismo del ministro Sergio Costa che potrebbe essere il nome di sintesi Pd-M5s.

LEGGI ANCHE De Magistris in campo: «Contro De Luca e Caldoro»

Alla vigilia di Natale i deluchiani salernitani sono indaffarati a redigere (e far firmare) un documento proprio contro il titolare grillino all'Ambiente atteso per il 27 dicembre a Padula. «È inaccettabile che il ministro anziché visitare le popolazioni colpite dal maltempo abbia preferito una inopportuna passerella politica», è la sintesi del documento firmato da una trentina di sindaci deluchiani che accoglie il ministro a Padula il giorno dopo Santo Stefano. Un attacco a freddo che sembra motivato solo dal timore che proprio Costa possa essere il nome dell'accordo che metta fuori gioco il governatore uscente. Non a caso a rincarare la dose è il vice governatore Fulvio Bonavitacola che accusa il politico M5s di non aver stanziato risorse adeguate per fronteggiare lo stato di emergenza. Con Costa che rispedisce le accuse al mittente accusando a sua volta la Regione di inerzia. «Per il dissesto idrogeologico in 6 mesi sono stati stanziati 21 milioni di euro per 27 progetti, ma la Regione non brilla per cantieri aperti e realizzazione di interventi. Se poi c'è un problema di competenze e di capacità progettuale, la struttura tecnica del Ministero è a disposizione della Regione», è la replica di Costa che aggiunge: «La mia visita qui non ha alcun senso elettorale, le polemiche e la caciara lasciano il tempo che trovano».

LEGGI ANCHE Fico in campo: avanza il patto tra Pd e M5S

Troppo nervosismo, troppe fibrillazioni: e c'è chi teme che qualcosa bolla in pentola. Sul fronte grillino, infatti, i parlamentari legati al presidente della Camera Roberto Fico continuano a ipotizzare un accordo.Si tratta dell'ala più dialogante composta da Luigi Grillo, Doriana Sarli e Salvatore Micillo che di Costa è stato anche sottosegretario nell'esecutivo precedente.

Per questo qualcuno vuole vedere un passo avanti nel fatto che il direttorio grillino abbia sinora escluso la Campania dalle regionarie per scegliere il candidato presidente dell'M5s. Le selezioni, infatti, sono state lanciate sulla piattaforma Rousseau, l'altro giorno, solo per Puglia, Liguria e Toscana. Per un accordo in Campania? Qualcuno ci vede, o ci vuole vedere, questo scenario ma sembra una falsa pista messa in mezzo solo per creare confusione: nel giro di una decina di giorni, infatti, saranno lanciate, a meno di colpi di scena, le selezioni anche per Veneto, Campania e Marche. A meno che il risultato del voto di fine mese in Emilia e Calabria non cambi le carte in tavola e si proceda verso una nuova rotta. Ma, in questo momento, in un movimento scosso da continue fughe di parlamentari verso la Lega più che nel centrosinistra, è difficile tracciare strategie che reggano più di una settimana.

LEGGI ANCHE De Luca e l'alleanza con M5S: «Non mi interessa»

In vista delle Regionali, tutti avevano ipotizzato che un campo di prova del patto Pd-M5s in vista del voto per palazzo Santa Lucia potesse essere il voto suppletivo del 23 febbraio per scegliere il successore del senatore grillino Franco Ortolani deceduto a fine novembre. E proprio Marco Sarracino, il neo segretario del Pd di Napoli, dal giorno della sua elezione ha più volte detto di essere favorevole ad un accordo. Anzi al Nazareno si accarezza addirittura l'idea di lasciare ai grillini la scelta di un nome che possa piacere anche al Pd. Pur di portare a casa un'alleanza che potrebbe essere utile in futuro. Eppure, è questo il mistero, sinora nonostante le grandi aperture da parte dell'esponente democrat partenopeo, dai grillini non è arrivato alcun segnale. Nulla. Né formale, né informale. Come se tutto fosse finito su un binario morto. Eppure manca appena una manciata di giorni. Il 18 gennaio, infatti, scadono i termini per presentare le candidature e ad oggi non c'è alcun passo in avanti. Con Vincenzo De Luca già lanciatissimo a caterpillar in campagna elettorale per la sua rielezione. E più passano le settimane, più è difficile se non impossibile fermarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA