Elezioni 2022, a Napoli si teme la fuga dalle urne: «Rischio record negativo»

Elezioni 2022, a Napoli si teme la fuga dalle urne: «Rischio record negativo»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 24 Settembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 25 Settembre, 20:59
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L’incubo maggiore, nel capoluogo considerato l’Ohio d’Italia di queste elezioni, è l’astensionismo. Alimentato da una fetta di indecisi che, per la prima volta nella storia del voto, è rimasto stabile, invece di calare fisiologicamente come in passato, anche nell’ultima settimana di campagna elettorale. Una media del 40 per cento secondo i sondaggi dei partiti. In una regione dove, storicamente, si vota meno che nel resto d’Italia.

«Non sappiamo i dati di domani (oggi, ndr) ma probabilmente sarà la più bassa partecipazione alle politiche dal dopoguerra. Questo allontanamento dei cittadini significa che la politica non è in grado non solo di coinvolgere la cittadinanza ma soprattutto di dare speranza e incidere sulla vita quotidiana dei cittadini, che è il vero tema», dice non caso ieri mattina a margine di una manifestazione il sindaco Gaetano Manfredi, immaginando già un dato che sarà noto solo stasera alle 23 a chiusura dei seggi. 

Il declino, lento, dell’affluenza a Napoli è inesorabile da una ventina d’anni ma è nell’ultimo decennio che crolla. Storicamente è così: a Napoli e in Campania, si vota meno che altrove.

Poco più di Calabria, Molise e Sicilia dove gli elettori si recano meno alle urne. A Napoli città si passa quindi dal 73 per cento di affluenza delle politiche del 2006, al 67 del 2008. Numeri tutto sommato fisiologici sino al 2013 e 2018 quando si scende al 60 per cento. Ancora di meno alle amministrative dove la flessione è ancora più evidente. Per le comunali si passa (dati del primo turno) dal 60,33 per cento del 2011, al 54,12 del 2016 sino al 47,17 dell’ottobre dell’anno scorso. Escluso le Europee che godono in genere di poco appeal (nel 2019 il 40,03) alle Regionali uguale crollo: nel 2010 votò il 54,16, appena il 40,61 cinque anni dopo con un lieve balzo nel 2020 quando si registra un 46,01 di votanti sul totale degli aventi diritto. In pratica a Napoli, da un decennio, vota meno di un elettore su due. 

Naturale, quindi, si ponga il problema di cosa accada oggi in uno scenario mai visto nella storia repubblicana. Anzitutto per la prima campagna elettorale agostana e mai così breve dal 1948 ad oggi. Senza contare l’ultima riforma che ha ridotto il numero dei parlamentari (anche se la Campania con 38 seggi alla Camera e 18 al Senato è seconda per numero solo alla Lombardia) in una cervellotica legge elettorale che mischia proporzionale e collegi con scontro diretto. Ma è anche la prima volta che, in virtù di un’altra riforma di modifica costituzionale, si potrà votare per il Senato già a 18 anni e non a 25. Ed è la prima volta che alla variabile generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2001) si aggiungono per entrambe le Camere i nati nel 2004 andando a rappresentare una fetta di elettorato più ampio e fino all’ultimo, stando alle rilevazioni prima del black-out dei sondaggi, molto incerto su chi e cosa votare. Forse perfino più tentato dall’astensionismo. E, quindi, potrebbe non esserci nessun innesto per arginare la fuga dalle urne. Vedremo. 

L’unica cosa certa è che in Campania, e soprattutto a Napoli e provincia, si giocherà gran parte del futuro politico dell’Italia dopo il voto del 25 settembre. Non a caso il capoluogo nell’ultima settimana di campagne è diventato una sorta di terra di conquista per ottenere consensi. Con i big della politica che hanno macinato chilometri per convincere gli indecisi. Non a caso Giorgia Meloni ha chiuso la sua campagna elettorale qui come Antonio Tajani, Luigi Di Maio, Dario Franceschini e Mara Carfagna. E molti altri big e leader, come il segretario nazionale del Pd Enrico Letta, hanno fatto tappa all’ombra del Vesuvio negli ultimi giorni. Scelte tutt’altro che casuali visto che molti collegi campani sono considerati in bilico, e in generale alla vigilia si prevedono cruciali i risultati al Sud. E, infatti, per la Camera gli occhi sono puntati sui collegi napoletani Fuorigrotta, Giugliano, Casoria e Acerra. Senza contare, ancora, l’affollamento di big candidati a Napoli. Come Berlusconi e Tajani per Fi, Marcello per Fdi, i ministri Franceschini e Speranza per il Pd, i colleghi Gelmini e Carfagna e l’ex premier Renzi per Azione, Conte per l’M5s, l’ex sindaco de Magistris per Unione Popolare e il ministro ex grillino Di Maio che se la gioca nel collegio di Fuorigrotta. Mai vista, insomma, una platea di leader così affollata in una tornata elettorale in una stessa città. Servirà a incrementare l’affluenza? Vedremo anche se l’elettorato, mai come questa volta, sembra un po’ spaesato tra gli schieramenti. Tra due sole coalizioni, centrodestra (Fdi, Fi, Lega e Moderati) e centrosinistra (Pd, Verdi-Sinistra, Impegno Civico e +Europa) e tutte le altre liste, incluse M5s e Azione-Iv, che correranno da sole.

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Uno scenario che non fa presagire oggi una grande affluenza ai seggi. Per questo ieri il sindaco Manfredi lancia l’allarme astensionismo. «Non votare è sempre sbagliato ma bisogna anche prendere atto e capire fenomeni di un astensionismo che aumenta sempre di più», ragiona l’ex ministro che aggiunge: «Se guardiamo i dati storici vediamo che la percentuale dei votanti si abbassa sempre. Non sappiamo i dati di domani (oggi, ndr) ma probabilmente sarà la più bassa partecipazione alle politiche dal dopoguerra. Le persone vogliono risposte concrete sui loro problemi reali e invece spesso assistiamo a dibattiti politici lunari».

Un dato che coinvolge non solo votanti scafati ma anche le nuove generazioni. «Ci dobbiamo interrogare soprattutto quando vediamo che si astengono i giovani, perché significa che chi sta costruendo il proprio futuro non crede che la politica possa dare il contributo. Anche se - conclude Manfredi - la presenza dei giovani in piazza per il “Friday for Future” dimostra come le nuove generazioni sono impegnate nella politica. Ma in un mondo diverso». Senza contare un ultimo dato che potrebbe pesare: l’allerta meteo, colore arancione, prevede diluvi in tutto il Sud. Campania compresa dove sono previste precipitazioni imponenti. Che potrebbero far desistere, specie i più anziani, a recarsi alle urn

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