Emergenza disabili, intervista all'assessore Luca Trapanese: «Scure sui fondi, rivedere i criteri»

«Sono preoccupatissimo, il Comune e i servizi sociali non possono fare nulla se non adeguarsi alla normativa vigente»

L'assessore Luca Trapanese
L'assessore Luca Trapanese
di Silvia Pepe
Domenica 4 Giugno 2023, 10:30 - Ultimo agg. 5 Giugno, 07:14
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Tagli. Ormai i cittadini ci sono abituati, e inermi non possono fare altro che andare avanti con quello che hanno. Ma sono tagli ancora più difficili da digerire se si tratta di assegni per la cura dei disabili gravissimi. La scure sta per abbattersi su tantissime famiglie che per ottenere il beneficio dell'assegno di cura dovranno presentare l'Isee senza avere la certezza di rientrare tra i beneficiari della misura. Molte resteranno fuori e perderanno, in alcuni casi, un aiuto concreto per la cura dei loro familiari e per l'assistenza.

Ad erogare i fondi sono le amministrazioni comunali che devono, loro malgrado, pur consapevoli dei disagi che arrecheranno alle famiglie rispettare la legge.

Il primo ad essere turbato è l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Luca Trapanese

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Assessore Trapanese la situazione sembra molto difficile, a quanto pare molti disabili gravissimi, in maggioranza bambini e ragazzi minorenni, non usufruiranno dell'assegno di cura. Alcuni già non hanno ricevuto il contributo per l'anno passato. Ci spiega perché?
«Ci tengo a dire che sono preoccupatissimo per questa situazione e che purtroppo il Comune e i servizi sociali non possono fare nulla, se non adeguarsi alla normativa vigente.

Il Dpcm 159 del 2013 dice che per ottenere l'assegno di cura per la disabilità gravissima è necessario presentare l'Isee. Questa misura è destinata a quei nuclei familiari che hanno anche problemi di natura economica, e infatti serve a contrastare il disagio socio economico e fornire un contributo reale per l'accudimento domiciliare o le spese sanitarie in generale. Una misura utilissima».

Ora, però, ci sembra di capire che i tagli toccheranno soprattutto i minori.
«Mi spiego meglio: il Fondo statale per la non autosufficienza comprende tutte le fasce d'età, dai bambini agli anziani ultraottantenni, e non considera la differenza tra disabilità e malattia che pure è normale in età avanzata. Ma sappiamo benissimo che ci sono delle differenze. Sempre secondo il Dpcm 159 per i servizi socio sanitari si può presentare anche l'Isee ristretto, ovvero, il maggiorenne, pur vivendo in famiglia può fare nucleo a sé e presentare la domanda senza includere i parenti conviventi. Il nodo è tutto qui».

E i bambini, i minorenni in generale?
«Ecco saranno loro i primi ad essere esclusi perché è evidente che un minore non può fare nucleo da solo. Quindi avranno più opportunità gli adulti. Ed è gravissimo perché non possiamo tenere fuori un'intera fascia di disabili gravissimi da questi fondi per cure e assistenza cui hanno diritto».

A ciò si aggiunge la questione dei tagli dello Stato. Adesso cosa accadrà?
«La Regione Campania ha emanato un regolamento e dice che l'assegno di cura si eroga fino a esaurimento del fondo, che valutata la gravità, e si valuta il valore del l'Isee. Dovrà farlo anche il Comune di Napoli con gli stessi parametri. Il punto però me lo faccia dire è un altro: non c'è una consapevolezza di cosa sia la disabilità in questo Paese, non c'è alcuna volontà di determinare un criterio di valutazione rispetto alle disparità sociali, al disagio vissuto, soprattutto dai bambini, con malattie gravissime, autistici, allettati, una mortificazione per migliaia di famiglie che ancora una volta si sentiranno abbandonate dalle istituzioni».

Cosa può fare il Comune per aiutare queste famiglie?
«Non c'è alcuna possibilità di immaginare di sopperire a questa mancanza, sono milioni di euro. È un assegno di cura, sono un migliaio di euro al mese per un anno, è come uno stipendio, e come noi tutti i Comuni d'Italia si trovano nella stessa situazione. Quello che possiamo fare è interloquire con lo Stato e con la Regione perché si possa arrivare a una soluzione, o quanto meno una rivalutazione dei criteri». 

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