Allodi, l'ex migliorista diventato barricadero. E Salvini accusa: «Nel Pd invocano la lotta armata»

Allodi, l'ex migliorista diventato barricadero. E Salvini accusa: «Nel Pd invocano la lotta armata»
di Fulvio Scarlata
Domenica 26 Agosto 2018, 08:30 - Ultimo agg. 14:39
3 Minuti di Lettura
«Ma io la lotta armata la ho combattuta per una vita»: è il primo sfogo di Guglielmo Allodi, diventato in una notte il simbolo da una parte di una sinistra resistente che prova a ritrovarsi intorno a qualcuno e dall'altra l'esponente dell'establishment del passato che usa un linguaggio violento da radere al suolo con una pioggia di insulti telematici. L'ex migliorista (ma poi anche dalemiano) si era inventato barricadero nell'invocare «la lotta di popolo armato se la vicenda dei migranti continua a essere in mano a Salvini». E il ministro dell'Interno non si è fatto pregare nello schiacciare la palla così ben alzata: «Questo invoca la lotta armata - scrive - E poi il violento sarei io».

«Io penso che le forze democratiche debbano avviare una grande azione politica di massa, una mobilitazione contro questo governo che porta il Paese nel baratro del fascismo, ma con un'azione pacifista»: prova a chiarire il suo pensiero Allodi.
 
Che raccontano, in lontana gioventù, da comunista non si sottraeva certamente se c'era uno scontro con i «fasci» che, all'epoca, erano decisamente violenti, e in senso fisico, e non nella virtualità delle tastiere. Anche se poi, politicamente, era «migliorista», anzi l'unico in quella Figc guidata da Antonio Bassolino, al punto da essere ironicamente additato dai compagni come «uno di destra». Intanto, quella sua posizione moderata nel partito gli era valsa un ruolo di «guastatore» nel bassolinismo imperante a Napoli, e il posto di capolista e poi capogruppo alla Regione, tessitore del «ribaltone» a Palazzo Santa Lucia che, portando via Mastella alla maggioranza di Antonio Rastrelli, aprì la strada al centrosinistra guidato, per contrappasso, proprio da Bassolino. Così è stata una sorpresa per tutti l'invito alla «lotta armata contro Salvini». Prontamente catturato e rilanciato dal ministro dell'Interno per dimostrare che non è lui a fomentare l'odio, per esempio contro i migranti, ma piuttosto lo subisce da parte di «una certa sinistra».

«Ma io auspico un popolo armato di forza culturale e politica, non scherziamo - ribadisce Allodi - ho voluto usare una terminologia forte di fronte a una situazione terribile dei migranti di Catania usati come carne da macello da un governo che non ha più nulla di democratico. Invece si è scatenata l'ira di Dio di gente che mi aggredisce. Ad alcuni, democraticamente, cerco di rispondere, altre affermazioni sono fuori luogo».

Se le bacheche social di Allodi sono state invase di insulti e minacce, è anche vero che l'ex consigliere comunale, ex consigliere regionale, per quasi un decennio assessore provinciale tra Pci-Pds-Ds, è diventato un simbolo di una sinistra ormai a corto di figure di riferimento. «Ho ricevuto tanta solidarietà, ma cito solo un vecchio militante di Procida - chiude Allodi - che, pur dicendo che non condivideva il mio post, ha scelto di essere dalla mia parte perché conosce la mia storia. È da queste persone che si deve rimettere in moto la democrazia nel nostro Paese».
© RIPRODUZIONE RISERVATA