«Berlinguer fa 100 anni», Napoli non dimentica il leader meridionalista

«Berlinguer fa 100 anni», Napoli non dimentica il leader meridionalista
di Antonio Menna
Martedì 24 Maggio 2022, 07:05 - Ultimo agg. 19:59
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«Berlinguer fu l'unico leader nazionale che nel 1983 accettò di ricevere i ragazzi che a Napoli avevano fondato il Movimento studentesco contro la camorra. Restarono a parlare a Botteghe oscure due ore, senza alcuna reticenza. Un confronto aperto e a tutto campo tra lui e un gruppo di giovani». Lo ricorda Gianfranco Nappi, che di quel movimento fu uno dei rappresentanti, e che dopo qualche anno fu eletto (con le preferenze) appena 28enne alla Camera dei deputati con il Pci. «Ma Berlinguer - ricorda ancora Nappi - fu uno dei primi che da Roma arrivò nelle zone del terremoto dell'Irpinia, e dopo volle incontrare a Napoli più volte i cittadini. Proprio dal terremoto, dalle fasi storiche della ricostruzione, nacque una svolta politica, il grido sulla questione morale ma soprattutto lo sguardo lungo sul futuro: la fine di un'epoca, la crisi annunciata dei partiti». Insomma, è lunga la storia che lega Napoli, come città simbolo del Mezzogiorno, alla figura di Enrico Berlinguer, di cui domani ricorre il centenario della nascita e che, proprio a Napoli, vedrà uno dei pochi (purtroppo) appuntamenti di rilievo che con questo anniversario ne ricorderanno il profilo, la storia, la lezione politica e morale. «Pochi, sì - commenta Nappi - È in atto una dimenticanza storica e culturale della figura di Berlinguer. Perché? Ribalto la domanda e dico: perché solo in Italia la sinistra non riesce a organizzare un soggetto politico capace di parlare alla società e ai ceti popolari? Perché non ha il coraggio di riconnettersi alla sua storia». 

La storia di Enrico Berlinguer, soprattutto nel suo rapporto con Napoli e la Campania, la ricostruisce, invece, con un lavoro certosino e documentale proprio Gianfranco Nappi, che con il bimestrale Infiniti mondi ha dedicato un numero monotematico al leader comunista. Domani, alle 17.30, presso la sala dei Baroni del Maschio Angioino, sarà presentata la rivista. Con il coordinamento del giornalista Massimiliano Amato, ci sarà una discussione con Antonio Bassolino (un colloquio tra i due su Berlinguer apre la monografia), con la partecipazione di Chiara Cormano e Guido Sannino e le letture di Rosaria De Cicco e Mimmo Borrelli.

Ma tutte le attenzioni sono già rivolte al 2 giugno, quando al Circolo Ilva di Bagnoli si aprirà una rassegna di incontri denominata Berlingueriana, tutta costruita intorno alla storia, al pensiero, alle scelte, alla statura del segretario del vecchio Pci. 

«Abbiamo scelto - dicono gli organizzatori - di dedicare parte non secondaria del nostro impegno culturale a contribuire alla rimessa in luce di una storia, quella del Pci, in occasione del suo centenario, con un intento preciso: non solo rispondere ad un processo di rimozione/occultamento che è andato avanti rispetto a quella storia ma anche al bisogno che attraverso il riandare a sue lotte e suoi momenti significativi si potesse fare luce sui protagonisti di quell'impegno. Allo stesso modo ci accingiamo a fare in questo 2022 nel quale ricade un altro centenario con riferimento ad uno dei principali protagonisti di quella storia in Italia nella parte finale del secolo scorso, Enrico Berlinguer. Riandremo alla sua vicenda, alle sue idee, al suo rapporto con Napoli e la Campania». «Stiamo ricevendo in queste ore - dice Nappi, con soddisfazione - l'adesione di tanti personaggi importanti. Avremo Vandana Shiva, la grande ambientalista indiana, esponenti storici della sinistra italiana come Aldo Tortorella, il professor Francesco Barbagallo, e molti altri. Siamo sicuri di trovare una grande attenzione. Non dobbiamo fare l'errore di credere che la distanza che si percepisce nei partiti e nel mondo culturale, questa freddezza intorno alla figura di Berlinguer, si trovi anche nella società. Io ho incontrato ragazzi che non erano ancora nati quando Berlinguer è morto, e che lo conoscono benissimo. Hanno trovato in rete, storie, notizie, e trovano nel suo pensiero, nelle sue parole, perfino nel suo esempio, nel suo stile, un riferimento. È il segno che quella figura, pur nelle sue criticità, è ancora viva. Peccato per la sinistra: non c'è dubbio che se vuole guardare al futuro, deve tornare ad arare i terreni della sua memoria storica e culturale». 

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