Mette subito le cose in chiaro il segretario del Pd Enrico Letta: «Sono il garante del Patto per Napoli e auspico che i fondi per la città vengano inseriti già nella legge di Stabilità. E mi rivolgo a tutti i partiti, questo non è un Patto di parte, è un patto che vale per Napoli e che vorremmo fosse un patto per tutte le parti politiche e per tutta la città». Letta arriva puntuale nel cuore di Napoli, intorno alle 12, nel dedalo di viuzze dei Decumani, pochi passi più avanti - siamo alla Pietrasanta - c'è il presidente della Camera Roberto Fico, ma l'incrocio tra i due non c'è. Ad accoglierlo c'è - invece - il candidato sindaco del centrosinistra e del M5S Gaetano Manfredi con la stato maggiore del Pd locale, dal segretario Marco Sarracino al presidente Paolo Mancuso. È per l'ex rettore che Letta ha parole di stima: «Napoli in questi anni ha perso tutti gli appuntamenti con il futuro, con Gaetano avrà modo di riprenderli: è l'uomo giusto per il rilancio della città». Il segretario scansa il trappolone delle effervescenze del governatore Vincenzo De Luca che ha criticato pesantemente il Pd - per esempio sul ddl Zan, che ha ammesso che non lo voterebbe se fosse in Parlamento. A chi gli chiede se è a Napoli per porre un argine al presidente della Regione risponde così: «De Luca non ha bisogno che io lo argini e io non ho nessun ruolo di argine». Per poi precisare chi deve fare cosa, e qui le sue parole sono molto da segretario del Pd, sembrano un avvertimento: «Ognuno svolge il suo ruolo, io sono assolutamente rispettoso dei ruoli di ognuno e non vedo nessun problema in prospettiva in questa direzione». Per il numero uno dei democratici il tour napoletano è anche l'occasione per testare la salute del suo partito e c'è da dire che per il segretario la visita è stato un bagno di folla, forse inatteso pure per lui. Parla di tutto Letta e non sfugge nemmeno alla replica a Catello Maresca, il candidato del centrodestra, che si è lamentato per l'esclusione di alcune sue liste dalla competizione elettorale fino a dire che così è in pericolo la democrazia: «Su questo non voglio dire nulla, nel senso che ci sono delle regole e tutti sanno come funzionano e bisogna applicarle. Non credo che bisogna gridare a complotti rispetto a queste. Non voglio far polemiche, ma da un magistrato mi aspetto che dica che la legge va applicata punto». Poi un'altra stoccata a Matteo Salvini: «Napoli non può accettare di vedere il proprio futuro appaltato a Salvini e al salvinismo, vorrebbe dire inginocchiarsi a una logica alla quale i napoletani non si sono mai inginocchiati in vita loro. L'orgoglio dei napoletani è l'orgoglio che porterà Manfredi sindaco, è quella la logica migliore per il bene della città».
La full immersion nei tesori e nei misteri napoletani inizia nel più suggestivo dei luoghi, con una visita alla chiesa Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
Quindi di nuovo interventi sulla politica: «Il risultato delle amministrative non inciderà, qualunque sia, sugli equilibri del governo». Quindi sull'alleanza con il M5S: «Non userei la parola inesorabilità - riferimenti all'analisi fatta dal ministro Dario Franceschini - direi che stiamo facendo di più, stiamo sperimentando una convergenza importante». Su Napoli dove l'alleanza regge spiega: «C'è un test molto significativo per questa convergenza, per la costruzione di una coalizione sempre più larga, quindi il 4 e il 18 ottobre pomeriggio il primo sguardo lo darò e lo daremo a Napoli. Raccomando ai candidati di non seguire i sondaggi e di stare tra la gente». Un consiglio che arriva dopo che gli è stato fatto notare come a Napoli il Pd secondo i sondaggio starebbe sotto al M5S. Chiusura sul Green pass in risposta a una solitaria No vax utile per precisare il punto di vista del Pd anche sul referendum: «Voteremo no, il Green pass è libertà».