Ercolano, il Pd finisce in frantumi: dopo Buonajuto via anche il «rivale»

Ercolano, il Pd finisce in frantumi: dopo Buonajuto via anche il «rivale»
di Francesca Mari
Sabato 28 Dicembre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 12:06
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La grande fuga dal Pd non si arresta nella città degli Scavi, ex «feudo» di Matteo Renzi attraverso il «sindaco-vassallo» Ciro Buonajuto, di recente passato a Italia Viva. E in uno scenario pre-amministrative già caldo, in cui il centrosinistra è più frammentato che mai, il Pd è ormai inesistente e si profilano alleanze anti-Buonajuto, rompe gli indugi e lascia il partito un altro protagonista della storia dem ercolanese degli ultimi anni: l'ex segretario del circolo locale Piero Sabbarese. Prima alleato politico di Buonajuto poi tra i suoi principali detrattori, Sabbarese sceglie di passare ad «Azione», il nuovo partito di Carlo Calenda e Matteo Richetti, presentato a novembre come «movimento di mobilitazione, differente da Pd e Italia Viva e opposto a sovranismi e populismi». Sabbarese, dopo Buonajuto, Nicola Abete e Colomba Formisano è il quarto politico ercolanese a lasciare il Pd in pochi mesi. Come la Formisano anche lui è un papabile candidato a sindaco per le prossime elezioni. «Non ci sentiamo un'alternativa al Pd - dice Sabbarese - abbiamo regole diverse e, soprattutto, intendiamo destrutturare forme politiche e partitiche, tesseramenti e congressi inutili».

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Sabbarese, già dimessosi da segretario del Pd a febbraio del 2019, racconta di aver contribuito alla creazione della nuova forza politica nazionale e ad Ercolano ha già aperto una sede nel centro storico a Pugliano e avvicinato molti giovani. «La parola in politica è importante prosegue e quella data ai cittadini va mantenuta. Il Pd aveva un programma, sia a livello nazionale che locale, che non è stato rispettato. Sposo un progetto fresco, dove la partecipazione non sarà organizzata per tesserifici e la lealtà ai compagni di viaggio sarà un valore superiore alla fedeltà al capo. Ci vuole coraggio, credetemi, se si abbandona il calcolo personale e l'interesse però è tutto più semplice, scegliere vuol dire tirare un sospiro di sollievo». La scelta ha raccolto, immediatamente, il commento positivo di Matteo Richetti. «L'ingresso in Azione di Sabbarese - ha scritto il senatore - è una splendida notizia sul piano politico e meravigliosa sul piano personale. Lo è per Ercolano, per i suoi cittadini che aspettano un progetto all'altezza della città, un rinnovato civismo capace di coinvolgere giovani e meno giovani e la rigenerazione di una comunità e del suo senso di solidarietà. È per tanti di noi - ha aggiunto - un compagno di strada prezioso che sa portare la fatica insieme a quella energia e quella passione che tanto servono al nostro Paese. Sarò presto ad Ercolano al fianco di Piero e di tutti i ragazzi di Azione».

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Una certezza in un quadro ancora incerto, dove trapelano voci di future alleanze anti-Buonajuto definite, però, «interlocuzioni». Lo stesso Pd locale, reduce dal congresso che ha eletto segretario Luigi Luciani (vicino all'attuale sindaco) sarebbe spaccato in due blocchi: coloro che vogliono le primarie e chi, invece, appoggia il primo cittadino uscente. Secondo indiscrezioni, anche il centrosinistra è spaccato tra i contro-Buonajuto (Verdi, parte del Pd pro-primarie, Socialisti, Movimento 5 Stelle, Popolo della Famiglia, Potere al Popolo, Art. 1, Sinistra Italiana) e i pro (Italia Viva, parte del Pd, Gruppo Insieme). Per ora il M5S parla di «interlocuzioni dice il consigliere Gennaro Cozzolino con coloro che contrastano questa ultima amministrazione, lavorando per una proposta vincente di candidatura a sindaco», mentre il centrodestra, molto più vago sugli equilibri, è a caccia di «un'alternativa». «Stiamo lavorando dice Gennaro Miranda, consigliere Fdi per costruire un'alternativa valida a questo centrosinistra che ha distrutto Ercolano; c'è voglia di cambiamento dopo 30 anni di malgoverno. Sono cambiati i sindaci con un'unica costante: il Pd è il male di questa città». Solo che il Pd, perdendo un pezzo dopo l'altro, di fatto rischia l'irrilevanza.
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