Europee, Pd: Zingaretti pressing in sostegno di Franco Roberti

Europee, Pd: Zingaretti pressing in sostegno di Franco Roberti
Mercoledì 22 Maggio 2019, 07:46
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LA POLITICA, L'INCONTRO
Al netto degli attacchi al governo Lega-M5s e all'incitamento al voto per le Europee, da De Luca e Zingaretti arrivano due picconature al vecchio partito a trazione renziana. «Una campagna tutti uniti, poi ti diffido: devi avviare un'operazione radicale di rinnovamento del partito e tagliare via i capicorrente». E ancora il governatore al segretario: «Perché i cerchi magici diventano cerchi tragici a cui poi alla fine ci impicchiamo». Dall'altro, nel suo intervento finale, il segretario rimarca: «La lista unitaria è proprio una prima risposta ai capibastone e ai capicorrente. Ma dopo il voto serve una discussione sul nuovo partito». A Pozzuoli, in un cinema Sofia pieno, c'è la chiusura campana di Zingaretti prima del voto di domenica. In sala sono molti i salernitani in trasferta, oltre a mezza giunta comunale capeggiata dal sindaco. E il gruppo democrat napoletano. Compreso un paio di europarlamentari uscenti, Andrea Cozzolino e Pina Picierno, che accolgono con una smorfia impercettibile la richiesta che De Luca fa dal palco: «Vi chiedo di sostenere il capolista Roberti con convinzione e determinazione. In lista certo ci sono molti bravi colleghi uscenti a cui va la nostra riconoscenza ma - rimarca De Luca - Roberti deve essere eletto». Apre le danze il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, seguito da Franco Roberti la cui elezione a Bruxelles, si raccomanderà poi pure Zingaretti, è il punto da mettere a segno in questo voto. «Le mafie si possono combattere e lo Stato può avere successo. Bisogna usare trasparenza nella pubblica amministrazione e se si lavora bene sulla prevenzione più che sulla repressione si può vincere», spiega l'ex magistrato soffermandosi poi contro il ministro dell'Interno: «Il tema sicurezza è sacrosanto ma non può essere declinato alla maniera di Salvini che lo usa solo per scopi elettorali e mira i suoi attacchi solo contro i migranti». Poi è il turno del governatore che sembra il padrone di casa. E l'applausometro dalle file salernitane segna il massimo nei passaggi più cruciali del suo intervento. Che poi, oltre a rivendicare il suo lavoro a Palazzo Santa Lucia, sono contro i due vicepremier «di un governo che sembra un circo equestre: manca solo un domatore come Darix Togni...». «Da quando c'è lui al Viminale non si è mai vista tanta violenza in Italia», dice sul leghista; «un raccontatore di favole», rimarca invece sul grillino. Poi la «diffida» al segretario per avviare «un'operazione radicale di rinnovamento nel partito un minuto dopo il voto». «Domenica c'è in gioco l'Europa, ed è anche in gioco la possibilità di voltare pagina in Italia e il Mezzogiorno deve far sentire la sua voce» è l'incipit di Zingaretti per poi passare a trenta minuti di attacchi frontali al governo «da mandare a casa con questo voto».
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