Ex Dc, in dieci nelle liste di Fi
in campo anche lady Mastella

Ex Dc, in dieci nelle liste di Fi in campo anche lady Mastella
di Carlo Porcaro
Sabato 20 Gennaio 2018, 09:48 - Ultimo agg. 10:40
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La rottura è durata il tempo di una notte. Ieri mattina «Noi con l'Italia», la quarta gamba del centrodestra, ha trovato l'intesa con Silvio Berlusconi sui collegi garantiti: 21 uninominali dislocati lungo tutto il territorio nazionale, più 10 che dovrà caricarsi Forza Italia. Giovedì sera Raffaele Fitto, Lorenzo Cesa e Saverio Romano avevano annunciato l'intenzione di correre da soli perché insoddisfatti del numero di posti considerati a sicura elezione offerti da parte di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. La difficile trattativa ha portato alla svolta nell'arco di poche ore, e quindi al rientro nella coalizione, dopo una telefonata Berlusconi-Cesa a cui ha fatto seguito un vertice ristretto tra i leader centristi.

Strappato un numero maggiore di parlamentari, nel dettaglio: 21 collegi uninominali di fascia alta più compensazioni territoriali cedute dagli azzurri, in totale 31 nel maggioritario, per poi giocarsi le proprie carte nel proporzionale. Ripristinata, a loro modo di vedere, la pari dignità con le altre forze della coalizione. «Sono state ore molto convulse e di intenso lavoro, ma che ci stanno portando verso una soluzione positiva. Il nostro obiettivo è difendere lo Scudo crociato (sul cui uso però farà ricorso la Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi, ndr) e i suoi valori, da questo obiettivo chiaro e preciso non ci siamo mai allontanati di un millimetro», ha spiegato il presidente dell'Udc Antonio De Poli. 

 
«Uniti si vince e la nostra sarà una autentica rivoluzione liberale, basata su concretezza di obiettivi realizzabili. L'assoluta priorità sarà la riforma fiscale, che attraverso la flat tax ridurrà le imposte, sulle donazioni, sulla prima casa, sulle successioni; semplificherà il sistema tributario, ridurrà in maniera molto, molto consistente l'evasione e l'elusione fiscale», il commento nell'immediato di Berlusconi soddisfatto della firma a quattro sul programma comune. «I primi provvedimenti del nostro governo ha continuato il Cavaliere - saranno quelli per la creazione di posti di lavoro stabili con la decontribuzione dei contratti di apprendistato e primo impiego, soprattutto per i giovani, e quelli per un vigoroso contrasto alla povertà». «Abbiamo ottenuto un doppio risultato con questa intesa ha commentato Fitto -. Quello di offrire un contributo qualitativo con approccio liberale e popolare al programma e quello numerico in modo da poter essere determinanti non solo per la vittoria del centrodestra ma anche per garantire stabilità di governo con il nostro gruppo di parlamentari».

I sondaggi li vedono al momento intorno al 2 per cento, con l'intero centrodestra che viaggia vicino al 37. «Noi con l'Italia» ha messo insieme varie sigle rappresentate dallo stesso ex governatore pugliese, dal segretario Udc Cesa, dal sindaco di Verona Flavio Tosi, dal siciliano Saverio Romano, da Enrico Zanetti di Scelta Civica e dagli ex alfaniani Maurizio Lupi ed Enrico Costa. Al progetto neocentrista ha aderito poi anche Clemente Mastella con la sua Udeur: sua moglie Sandra dovrebbe essere uno dei nomi caricati in quota Forza Italia, nello specifico a Benevento. In Campania alla quarta gamba spetterebbe anche un secondo nome: in pole l'esponente Udc Nunzio Testa, sfavorito invece il consigliere regionale Michele Schiano di Scelta Civica, mal visto dai dirigenti del suo ex partito Forza Italia per il sostegno alla giunta guidata da De Luca.
In Lombardia, nessun veto da Matteo Salvini come invece in un primo momento aveva paventato il leader leghista nei confronti dell'ex ministro Ncd Maurizio Lupi che ha garantito l'appoggio di «Noi con l'Italia» al candidato governatore Attilio Fontana. Conviene dunque a tutti stare dalla stessa parte, in modo da provare a vincere il 4 marzo sia le regionali che la sfida più importante delle politiche. Chi farà il premier, dipenderà dalle percentuali dei quattro partiti della coalizione. Di certo, con questa intesa Berlusconi si fortifica: potrà contare in Parlamento sul suo gruppo, ma anche su quello dei centristi. È lui il garante politico dell'alleanza. «Eravamo certi che il presidente Berlusconi avrebbe riconosciuto la dignità e l'importanza dell'Udc-Noi con l'Italia. Saremo il cuore liberale e Democratico Cristiano della coalizione di centrodestra. Nel giorno in cui si depositano i simboli noi siamo qui a difendere i valori dello scudocrociato», è stato il commento entusiastico dello stesso Cesa.
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