Fase 2 a Napoli, De Luca chiude la movida: giù la saracinesca alle 23

Fase 2 a Napoli, De Luca chiude la movida: giù la saracinesca alle 23
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 21 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 10:16
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Adieu movida. Almeno per ora. Una doccia fredda per gli operatori e il popolo della notte per la decisione del presidente De Luca: bar e vinerie devono chiudere inderogabilmente alle 23. Niente cocktail e calici di vino, nemmeno da asporto, dopo quell'ora.

Una giornata intera a ponderare come comportarsi con bar e baretti. Perché a De Luca non sono passate inosservate le immagini di quello che è accaduto in questi giorni: frotte di ragazzi, come se nulla fosse, assiepati nelle strade della movida delle città della Lombardia e del Veneto. Ma sotto i riflettori sono finiti anche i luoghi della movida al Sud. A Napoli (anche se ancora in sola fase di asporto) o Palermo tanto che il governatore Musumeci ha tuonato: «Mi auguro di non essere costretto a chiudere alcune zone della città». D'altronde sui social circolano decine di video e foto che ritraggono piazze e vicoli pieni di ragazzi, molti senza mascherina. Tutto come se nulla fosse o, peggio, come se tutto fosse ormai alle spalle.
 

 

Ed ecco gli strali dei sindaci di Milano e Bergamo (Beppe Sala e Giorgio Gori) e anche del governatore del Veneto Luca Zaia, uno che, per capirci, ha sempre teorizzato la ripresa di tutte le attività. «Basta o chiudiamo tutto», hanno tuonato nelle ultime ore. E davanti alle immagini delle piazze d'Italia pieni di gente a passeggio e ai video dei locali affollati per l'happy hour, si muove anche il premier Giuseppe Conte per ribadire un concetto fondamentale: il virus è ancora in circolazione e dunque «nessuno pensi che siano saltate le regole di precauzione». «Chiariamolo, non è il tempo dei party e della movida, altrimenti la curva risale», aggiunge il premier uscendo ieri dal Senato.

E così ieri il presidente De Luca, che ha posticipato ad oggi la riapertura dei locali invece di lunedì come nel resto d'Italia, ha deciso di giocare d'anticipo ed eliminare subito il problema alla radice. Prima l'idea di un messaggio per chiarire come non siamo ancora in tempo di movida e di assembramenti davanti ai bar, poi la decisione in serata di fermare tutto sul nascere e fissare la chiusura alle 23. Solo per i bar.
 

L'ordinanza arriva solo in tarda serata, a poche ore dalla riapertura nonostante ci siano stati tre interi giorni per stabilire tutto. Ma verso le 20 gli uffici regionali diramano una nota che disciplina le aperture previste a partire da oggi.

«Con l'Unità di Crisi è stata decisa da domani (oggi, ndr) la riapertura di ristoranti e pizzerie senza limiti di orario. L'orario di chiusura dei locali dove si svolge la cosiddetta movida resta fissato inderogabilmente alle ore 23», scrivono da palazzo Santa Lucia frenando gli entusiasmi degli operatori costretti dopo quasi tre mesi di stop a chiudere le saracinesche alle ore 23. Da domani, invece, riapriranno le aree mercatali non più soltanto per i generi alimentari e possono riprendere le attività anche le autoscuole. Ma attenzione perché la Regione avverte come «gli orari fissati per i locali pubblici saranno soggetti a periodica valutazione in relazione alla situazione epidemiologica e al rispetto delle misure di sicurezza». E, sempre nell'ordinanza, si raccomanda ai Comuni «l'adozione, laddove necessario, di provvedimenti di chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale». Infine viene confermata la zona rossa a Letino, nel Casertano. 

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