Federico II, è tensione:
vanno al voto 5 degli 8 esclusi

Federico II, è tensione: vanno al voto 5 degli 8 esclusi
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 24 Settembre 2020, 10:07
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Le elezioni per il rettore dell'Università Federico II sono senza dubbio assai tormentate. Al di là del testa a testa tra i due candidati c'è stato un cambiamento del corpo elettorale tra la prima tornata della scorsa settimana e quella iniziata martedì che si chiuderà oggi alle 14. Da 2.631 elettori si è passati a 2.622: nove persone in meno che potrebbero decretare la vittoria o di Luigi Califano o di Matteo Lorito. La vicenda è assai complessa e conviene partire dalla fine: cinque degli esclusi sono ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale con due istanze distinte per essere riammessi e il presidente della Sezione prima, Salvatore Veneziano, ha deciso con una procedura d'urgenza di accoglierle entrambe in via cautelare. Cinque degli otto esclusi dalla seconda tornata sono quindi legittimati a votare e gli avvocati che ne stanno curando i ricorsi hanno immediatamente inviato tutta la documentazione agli uffici competenti della Federico II affinché questa mattina gli assistiti possano votare senza intoppi. Tuttavia perché queste persone erano nel primo elenco di elettori e non nel secondo? Per un errore commesso dagli uffici dell'ateneo federiciano che non hanno aggiornato gli elenchi del personale e degli elettori. Otto dei nove infatti non sarebbero dovuti essere nell'elenco già alla prima tornata, e solo poche ore prima della seconda alcuni amministrativi, accorgendosi dell'errore, hanno proceduto all'esclusione dalle liste elettorali. Procedura però ritenuta non corretta dal Tar. Tutto sereno invece all'Università L'Orientale che ha eletto l'unico candidato con 155 voti (14 bianche e 4 nulle) su 173 votanti: Roberto Tottoli, ordinario di Islamistica, è quindi il nuovo rettore dal primo novembre.

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I RICORSI ACCOLTI
Il Tar ha dato ragione a cinque ricorrenti dei nove esclusi dalle liste elettorali della seconda tornata (una persona è deceduta, e un altro invece aveva diritto al voto nella prima tornata ma nel frattempo è andato in pensione e quindi escluso correttamente). La motivazione del presidente Veneziano è formale poiché impossibilitato a entrare nel merito, e ha ritenuto opportuno permettere agli esclusi di partecipare alle elezioni poiché la modalità di esclusione non è stata eseguita correttamente dal Responsabile Unico del Procedimento federiciano. Il Rup avrebbe comunicato al presidente di seggio i nomi da cassare, mentre invece la competenza è esclusiva del decano Angelo Alvino, secondo l'articolo 6 del regolamento generale di ateneo. Dopo il primo errore, quindi, ce n'è stato un secondo, confermando ancora una volta una superficialità nelle procedure. I ricorrenti sono Ugo Cesari, Antonio Lapenna, Ciro Rossi, Carlo Piergentili, difesi dall'avvocato Andrea Abbamonte, e Raffaele Vanoli difeso dall'avvocato Enrico Soprano. Il presidente Veneziano ha quindi accolto le due istanze in via cautelare, ma non è escluso che altri (o perfino la Direzione generale o il Rup della Federico II) facciano ricorso a loro volta poiché, formalmente queste persone non appartengono più alla Federico II perché sono o andate in pensione o trasferite in altre sedi universitarie. I tempi anche di una procedura d'urgenza però non potrebbero essere sufficienti e non è escluso che si possa invalidare tutta la seconda tornata. Intanto nel secondo giorno hanno votato in 2.331 circa il 89 per cento, e dopo la chiusura dei seggi alle 14 ci sarà lo spoglio, forse ancora più tormentato di quello della scorsa settimana con i 1.262 voti per Califano e 1.261 per Lorito.

LA BATTAGLIA DI PSICOLOGIA
Oltre a questa, l'Università Federico II ha un'altra tegola legale. Sotto accusa il metodo di accesso a Scienze e Tecniche Psicologiche basato unicamente sul voto di maturità, che ha lasciato fuori numerosi studenti. Sono almeno un centinaio e tramite l'Unione degli Universitari hanno deciso di ricorrere contro la decisione dell'ateneo, grazie all'assistenza legale gratuita dell'avvocato Michele Bonetti. «Non ci sono gli estremi per approvare questo accesso programmato, mancano i requisiti previsti dalla normativa» ha spiegato Marco Campagna dell'esecutivo nazionale Udu che entro lunedì procederà con il ricorso.

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