Fi e la mission di Arcore: «Noi benedetti da Silvio»

La trasferta dei quattro consiglieri azzurri

Fi e la mission di Arcore: «Noi benedetti da Silvio»
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 08:29
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Abituato a dirimere complesse vertenze nazionali. Fare e disfare governi. Anche nodi internazionali con i rispettivi leader politici. Eppure si è dovuto mettere Silvio Berlusconi in persona a risolvere anche il caso Napoli. Evitare cioè, che la minaccia dei consiglieri comunali di mollare il partito (e far ammainare definitivamente il vessillo Fi da palazzo San Giacomo) per divergenze con il coordinatore regionale, diventasse realtà. Non poteva permetterlo il Cavaliere che, senza pensarci due volte, ha invitato ad Arcore i 4 consiglieri ribelli. E lì, tra una mozzarella di bufala (portata dai partenopei) e straccetti di carne (preparati dallo chef di Arcore), è stata siglata la pace. Direttamente dal Cavaliere stavolta, pur di dirimere la questione pronta ad esplodere.

«Negli ultimi tempi non potevamo sopportare più la situazione che si era creata: un partito i cui nuovi vertici prendevano decisioni senza ascoltare nessuno. Dalle ultime nomine alle candidature delle ultime politiche, tutto deciso in solitaria», spiega Salvatore Guanci salito a villa San Martino con i colleghi consiglieri Domenico Brescia, Bianca D'Angelo e Iris Savastano. Il riferimento, l'attacco non velato, è al coordinatore regionale Fulvio Martusciello costretto negli ultimi tempi a dover cercare di sanare strappi e tensioni. Dal consiglio regionale, con l'addio al partito di Stefano Caldoro e Massimo Grimaldi (che però non hanno abbandonato, nonostante la minaccia di farlo, il gruppo Fi), passando per palazzo San Giacomo dove era già pronto un traghettamento verso Catello Maresca. Ma no, non lo poteva permettere, il Cavaliere che ai consiglieri ad Arcore si fa raccontare per filo e per segno tutto. «Non era a conoscenza di quello che stava accadendo a Napoli», si è quasi giustificato al desco il Cavaliere con i 4 consiglieri.

Qualche giorno prima era stata Licia Ronzulli, la presidente dei senatori di Forza Italia e fedelissima del Cavaliere, a fare da apripista: ha invitato i 4 a Roma per ascoltarli. E lì ha capito che solo un intervento diretto dell'ex premier poteva sanare lo strappo. «La sera stessa ci ha chiamato il Cavaliere per invitarci ad Arcore per il sabato», spiega Guanci. Ed ecco i quattro verso la Brianza, «con dolci e mozzarelle per il Cavaliere che è ghiotto», aggiunge. Appuntamento per le 13.30 per pranzare assieme e tour nei guardini della villa con il proprietario: i consiglieri con Berlusconi e la consorte Marta Fascina. «Ci ha messo a nostro agio, abbiamo parlato della situazione politica e gli abbiamo espresso tutte le nostre perplessità», continua il consigliere comunale che aggiunge: «Ha capito subito che non volevamo barattare nulla ma serviva un chiarimento e una gratificazione per chi milita in questo partito da ben 27 anni».

Dura sino alle 17 la visita con la promessa del Cavaliere di tenere una convention a Napoli entro la primavera. Per rinsaldare il legame con la città che rischiava una cesura netta. E pericolosa per il partito stesso. Ed ecco che il Cavaliere stesso annuncia il nuovo organigramma che non tocca l'europarlamentare Fulvio Martusciello ma gli affianca il gruppo di ribelli. «Ho potuto constatare la determinazione ed il desiderio dell'intero gruppo di lavorare per il partito e per i cittadini ed è per questo che ho chiesto a Domenico Brescia di ricoprire la carica di vice coordinatore regionale vicario, a Salvatore Guangi la carica di vice coordinatore provinciale vicario e ad Iris Savastano di guidare il coordinamento della città di Napoli», è il post del Cavaliere. La storia si chiude qui. Almeno per ora. Mentre giù, all'ombra del Vesuvio, le agenzie battono un normale cambio della guardia che sarebbe stato deciso a Napoli. Ma è passato tutto per Arcore per diretta volontà del Cavaliere.
 

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