Finanza etica, dalla Regione Campania sì all'osservatorio da centomila euro

Finanza etica, dalla Regione Campania sì all'osservatorio da centomila euro
di Carlo Porcaro
Lunedì 30 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:02
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Promuovere la finanza etica in Campania basandosi sul modello economico di Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri, due straordinari intellettuali napoletani del 700: costo 100mila euro l'anno. Paga la Regione. Nell'ultimo bilancio preventivo, è stato infatti finanziato il funzionamento dell'Osservatorio sull'economia civile e le buone pratiche. La relativa legge è stata approvata l'anno scorso, ma non erano state ancora stanziate somme per attivare «un approccio economico basato sulla sostenibilità non solo ambientale ma economico-finaziaria e sociale», come spiega il presidente dell'organismo regionale, il consigliere Pd Antonella Ciaramella. Non ci sono tracce, al momento, dell'attività dell'Osservatorio al netto di un convegno a cui ha partecipato con una lectio magistralis il docente bolognese Stefano Zamagni, considerato il padre dell'economica civile. Ma Napoli, si sa, ha avuto la prima cattedra di Economia presieduta appunto da Genovesi. E quindi la Regione Campania ha ritenuto opportuno provare a coglierne l'eredità. Perché da anni si discute della cosiddetta finanza etica, un ossimoro molto di moda.

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«In questo anno abbiamo riallacciato la rete della sostenibilità riportandola alle sue origini - aggiunge Ciaramella - In tutto il mondo ferve il dibattito sul fallimento del capitalismo slegato dai territori e dalle esigenze delle comunità ma anche la vulnerabilità della teoria dei beni comuni se non si tiene conto della sostenibilità finanziaria e la necessità del contenimento della spesa pubblica. Ecco che in tutto il mondo si riscopre il modello economico nato dall'illuminismo napoletano ma proprio la nostra terra ne era fuori». Che cosa è stato fatto finora?

«La mappatura di quelle realtà sociali e imprenditoriali che con un approccio basato su inclusione, cooperazione, sostenibilità hanno creato casi di successo. Il secondo, che ci riproponiamo nel 2020 é replicare questi casi supportando la nascita e il sostegno di nuove iniziative nonché la formazione dei manager del futuro», dice il presidente dell'Osservatorio. In concreto come verranno spesi questi 100mila euro nel 2020? In progetti di formazione, partnership con gli Atenei campani e promozione dell'imprenditoria sociale profit e no profit. Il prossimo incontro previsto è per il 31 gennaio con l'Ordine degli Ingegneri «per presentare proposte di trasformazione urbana e sviluppo sostenibile». Lo concluderà il governatore Vincenzo De Luca.

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Se il vero lavoro comincerà solo tra qualche giorno, nel primo anno di vita l'organismo regionale non ha brillato per visibilità o ricadute sul territorio. Il consigliere regionale Luciano Passariello eletto in FdI, che pure fa parte dell'Osservatorio in cui fu indicato dalla minoranza al momento della costituzione, non usa mezzi termini: «Questo Osservatorio finora non si è mai riunito e non serve proprio a nulla». «Ci riuniamo una volta al mese, spesso ci convochiamo informalmente, anche via mail o skype», commenta la stessa Ciaramella. Insomma, se si tratta di uno strumento utile per la collettività lo si potrà verificare soltanto a fine anno. Intanto, è stato finanziato con un considerevole budget di partenza mentre ai consiglieri che compongono l'Osservatorio non spetta alcun gettone, l'incarico è gratuito come da regolamento il che significa che per la Regione qualche frutto dovrà portarlo.

Nel dettaglio questi gli altisonanti punti principali del regolamento. «L'Osservatorio intende promuovere un nuovo modello economico di mercato che, ponendo limiti sul piano etico, mira a superare la supremazia del profitto e a recuperare i principi di reciprocità e fraternità sociale», viene scritto. Questi infine i compiti specifici: attività di ricerca, studio, analisi e impulso del settore; formulazione di proposte volte ad attivare un sistema di reti e collaborazioni territoriali e ad individuare modalità di coordinamento delle risorse nell'ambito dei soggetti del terzo settore: promozione dei processi di formazione integrata degli Enti pubblici; implementazione di attività di monitoraggio; sviluppo di interventi formativi mirati agli aspetti organizzativo-gestionali delle imprese del settore.
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