Ricorda i vecchi tempi, «quando essere di destra era rischioso» e analizza quelli attuali, con la crisi della sinistra, che «sta pagando il conto salato della sua presunzione»: sorrisi, strette di mano e tanti selfie per il ritorno di Gianfranco Fini a Napoli, accolto al Circolo artistico Politecnico, in pieno centro, da una folta delegazione di aficionados, vecchi e nuovi dirigenti della Destra storica partenopea, e molti curiosi.
L'occasione è la presentazione di un libro di Enzo Raisi («uomo libero - dice Fini - coraggioso, anticonformista, sempre controcorrente») dal titolo provocatorio: «La casta siete voi».
«La politica - secondo Fini - è impegno, che può diventare totalizzante, ma è anche mantenere viva la fiamma della passione, della speranza, la convinzione di poter fare qualcosa di concreto per il bene comune. Se è solo propaganda la politica diventa meno appetibile». Per l'ex presidente di An «la disaffezione che interessa i giovani e milioni di connazionali che non vanno più alle urne è dovuta ad una politica che non è stata capace di farsi apprezzare. La politica deve riflettere, ripartire dai programmi, solo cosi può ritornare il tempo della partecipazione. La nostra era l'epoca delle ideologie. Poi è arrivata quella del confronto programmatico che ha perso negli anni la sua capacità attrattiva. Bisogna ripensare al ruolo dei partiti per avvicinare i giovani alla politica».
Dalla platea tanti applausi per il leader, specie quando l'analisi si sposta sulla sinistra. «Sta pagando il conto salato della sua presunzione, del suo complesso di superiorità. Quando si dialogava con la sinistra, loro dicevano: 'rappresentiamo la parte migliore del paesè. È rimasta per 10 anni al governo senza aver vinto le elezioni. Questo l'ha staccata dal corpo sociale di riferimento. Oggi è la fascia dei garantiti quella che vota a sinistra. Cosi come la buona borghesia. Il problema della sinistra è capire che identità ha».
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