Gaetano Manfredi candidato sindaco di Napoli: i tormenti dell'ex ministro tra rischio dissesto e liti tra i partiti

Gaetano Manfredi candidato sindaco di Napoli: i tormenti dell'ex ministro tra rischio dissesto e liti tra i partiti
di Luigi Roano
Martedì 11 Maggio 2021, 12:00 - Ultimo agg. 12 Maggio, 08:20
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La sostanza è che ora che c'è il candidato - l'ex ministro Gaetano Manfredi del Pd che pare abbia sorpassato il presidente della Camera Roberto Fico in quota M5S nel gioco delle alleanze a livello nazionale - bisogna convincerlo a scendere in campo. Perché lui formalmente e nemmeno informalmente non ha mai dato la sua disponibilità a candidarsi ma solo a discuterne. E in queste ore è tormentato e aggredito da tanti dubbi. Manfredi - uno scienziato prestato alla politica - non vorrebbe arrivare al Municipio della sua città per fare il commissario liquidatore dell'Ente visto che sul Comune grava un debito che sfiora i 3 miliardi. E qui la palla passa subito in mano a Enrico Letta, il segretario del Pd, e Giuseppe Conte, il capo del M5S. Sono loro che dovranno dare a Manfredi le garanzie giuste e credibili sia sul fronte finanziario che su quello politico. Vuole - Manfredi - agibilità per potere realmente fare il sindaco in caso di vittoria a ottobre. Conte è stato il suo premier e Letta è un vecchio amico, il dialogo con loro ci sarà, il punto è convincerlo che il Governo e il Parlamento si stanno muovendo per salvare Napoli - e almeno altri 800 comuni nelle stesse condizioni - dal dissesto.

L'onda d'urto su Manfredi è partita, uno tsunami buono, possiamo definire così le dichiarazioni a sostegno della sua candidatura, ma attenzione anche qui come sui conti del Comune non tutto gira nella direzione giusta al cento per cento.

Nell'orchestra c'è qualche solista che guasta l'armonia soprattutto sul fronte grillino. Ecco perché è decisivo il ruolo dei due leader nell'approcciare Manfredi che in queste ore dovrebbe essere anche contattato. Solo loro possono effettivamente togliere quei dubbi che l'assillano sulla possibilità di poter governare Napoli concretamente. Un pressing che deve dare esiti presto, prestissimo. L'alleanza Pd-M5S con il resto del centrosinistra solo a Napoli vivrà fin dal primo turno, nelle altre grandi città è saltato l'accordo, di qui la voglia matta di chiudere entro questa settimana e dare anche l'annuncio. 

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Cosa chiede Manfredi? Sei giorni fa l'ex rettore sul debito rompe gli indugi, per la prima volta parla da candidato e spiega: «Credo che questo non vada bene perché significa penalizzare i cittadini e la crisi pandemica ha evidenziato al massimo questo grande limite. Napoli purtroppo rappresenta la punta più avanzata del disagio perché la situazione finanziaria del Comune è estremamente difficile e la qualità dei servizi, si vede tutti i giorni, è estremamente bassa. Credo che una città così importante che rappresenta tanto per l'Italia e per il Sud non può essere lasciata sola. Sarebbe un delitto e un grande danno per tutti». Questo l'avvertimento. Manfredi vuole capire bene cosa significa quando sente parlare di «legge speciale per Napoli e gli altri comuni per sanare il debito». Dopo la mazzata della Corte costituzionale che ha bocciato tutte le strade che portavano al dilazionamento trentennale dei debiti quello che serve è una forte iniezione di denaro per alleggerire la massa debitoria. Perché al netto della cattiva amministrazione dell'Ente che pure ha ereditato un bel debito, c'è da sottolineare che il taglio a Palazzo San Giacomo negli ultimi 10 anni è stato di 2 miliardi. Lo Stato è in grado di affrontare questo aspetto degli enti locali? E in Parlamento su Napoli c'è effettivamente l'intenzione di rilanciare la terza città d'Italia? Per ora tutto tace. Il Comune per fornire migliore servizi necessita di potere fare assunzioni, riallestire una macchina comunale più giovane e meglio dotata sotto il profilo professionale. Servono iniezioni massicce e di qualità altrimenti si avranno problemi anche nello gestire i fondi del Recovery: mancano ingegneri, architetti, quelle professionalità capaci di fare un progetto. 

Dubbi ce ne sono anche sulla tenuta della coalizione a suo sostegno soprattutto sul lato grillino, nonostante Manfredi sia stato scelto da Conte, quando era premier. Manfredi vuole garanzie anche su questo punto di vista. Non è un mistero che a Napoli in particolare il mondo grillino non è unito ed è di queste ore un documento di decine di attivisti non contro di lui ma contro l'alleanza con il Pd e i firmatari sono molti eletti del popolo, anche del Comune. Ecco, tutti questi nodi devono essere sciolti in pochi giorni se non ore perché solo con un candidato in campo - il ragionamento di Pd e M5S - si può partire e mettere a tacere le polemiche. 

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