Gaetano Manfredi candidato sindaco di Napoli, manca solo l'ok di Conte

Gaetano Manfredi candidato sindaco di Napoli, manca solo l'ok di Conte
di Luigi Roano
Mercoledì 12 Maggio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 19:34
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Il Pd è in pressing su Gaetano Manfredi per fargli sciogliere la riserva e annunciare la sua candidatura a sindaco già entro questa settimana. Ma l'ex ministro ed ex rettore non molla la presa: i suoi dubbi, i suoi tormenti resistono alle decine di telefonate, di messaggi, attestati di stima che stanno inondando il suo telefono in queste ore. Le garanzie richieste non arrivano e lui non lotterà per arrivare a Palazzo San Giacomo senza avere poi la possibilità di potere governare Napoli. Non vede una prospettiva sulla questione della norma salva-Comuni e anche e forse soprattutto sul piano politico qualcosa non gli quadra. Non tutto ancora è incasellato nella giusta maniera. In questo momento fanno piacere gli attestati di stima del Pd che ha l'interesse di spendersi Napoli a livello nazionale come unica città dove sta per andare in porto l'alleanza con il M5S. Naufragato l'accordo a Roma che potrebbe essere recuperato al ballottaggio, mentre a Torino e Milano non ci sarà nemmeno questa opzione, resta la capitale del sud la cartolina del fronte progressista giallorosso. La scommessa, il laboratorio dove far germogliare una coalizione che dovrebbe dare la spinta nel resto del Paese in vista delle politiche. A Manfredi le dimostrazioni di affetto e stima dei dem non bastano, aspetta un altro segnale che tarda ad arrivare ed è quello di Giuseppe Conte, l'ex premier che lo ha chiamato a fare il ministro per l'Università e capo di fatto del M5S: perché ha subito riabilitato Virginia Raggi a Roma e sul suo amico ex rettore non dice una parola? 

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Le parole di Luigi Di Maio - a Il Fatto Quotidiano - che nel M5S conta ancora e molto e ancora di più a Roma e Napoli sono significative: «Sarà Roberto a decidere cosa fare. Una cosa è certa, conosciamo Napoli e dico che è pronta per una coalizione tra noi e i dem». Roberto è Fico il presidente della Camera che in queste giornate sembra essere passato in secondo piano come candidato, ma le cose non stanno così e probabilmente per questo Conte non dà il suo via libera a Manfredi. Aspetta che la terza carica dello Stato faccia sapere in via definitiva la sua decisione. E i dubbi dell'ex ministro si fanno sempre più forti. Certo il Pd dopo la batosta del mancato accordo su Roma ha subito lanciato Manfredi su Napoli: ma se il candidato c'è ed è condiviso, se c'è accordo perché si faccia la coalizione allora perché tutto questo temporeggiare e non dare nessuna ufficialità? La sensazione che l'accelerata su Manfredi sia stata una specie di arma di distrazione di massa per togliere pressione sul flop del mancato accordo nella Capitale è plastica. Una mossa targata esclusivamente Pd, fattore da non trascurare. Sul fronte M5S, invece, fanno sapere che «l'alleanza reggerà a prescindere dal candidato, ma se Fico dovesse scendere in campo non ci sarebbe partita, sarebbe lui il candidato». Di qui il surplace e se vogliamo anche un mezzo giallo. È come se ci fosse un patto segreto tra dem e grillini che ha il volto del presidente della Camera. Certo è che se non si chiude entro questa settimana la stessa alleanza è a rischio. I deluchiani, Italia Viva, un grosso pezzo di centristi insistono sulle primarie e pongono un interrogativo da giorni: «Se c'è il candidato chiudiamo l'accordo altrimenti andiamo alle primarie come a Roma». Una riflessione non campata in aria. Tanto che il segretario metropolitano del Pd Marco Sarracino non ha convocato il tavolo del centrosinistra allargato ma ha iniziato a fare incontri bilaterali con le singole forze politiche: deve sobbarcarsi ben 24 faccia a faccia perché tante sono le sigle che compongono il centrosinistra. Ieri, per esempio, il segretario ha incontrato i rappresentanti della lista Per, Giuseppe Irace e Nicola Campanile. «È stato un incontro estremamente positivo in cui si è ribadita la totale sintonia sul percorso messo in campo in questi mesi.

Entrambe - si legge in un comunicato congiunto - le forze politiche concordano che occorra presentare alla città di Napoli una candidatura forte ed autorevole nel più breve tempo possibile. Al tempo stesso si è ragionato su alcune priorità programmatiche da affrontare come la vivibilità cittadina, l'aumento progressivo della spesa sociale, un patto educativo per Napoli e la lotta alle diseguaglianze». Irace e Campanile sono tra quelli che hanno fatto il loro endorsement su Manfredi. Nella sostanza Sarracino - che è in perenne contatto con i vertici nazionali del partito - sta cercando di tranquillizzare gli alleati e prende un po' di tempo nella speranza che la situazione si sblocchi. 

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