La parola d'ordine ora è accelerare. È il pensiero delle segreterie nazionale e napoletana del Pd che in questo weekend hanno lavorato sulla partita di palazzo San Giacomo rendendo infuocate le linee telefoniche. Con l'idea che se il nome del candidato sarà Gaetano Manfredi, punto di accordo tra Pd, M5s, deluchiani e forze moderate, allora che si sciolga finalmente il nodo. Anche perché la data del voto, ragionano sempre tra Roma e Napoli, si sta avvicinando pericolosamente.
E con il passare delle ore aumentano anche le preoccupazioni del lavoro incessante che dall'altro lato sta facendo Catello Maresca in quota centrodestra.
Un passaggio che metterebbe d'accordo tutti all'ombra del Vesuvio, una coalizione che va dai dem ai grillini passando per deluchiani e civiche sino a Mastella. E sarebbe benzina anche nel motore del segretario nazionale che chiuderebbe così un patto con l'M5s in una grande città. Con la speranza che si possa anche replicare. D'altronde i grillini, escludendo Roma, sembrano ormai pronti anche ad andare assieme sin dal primo turno. «Il movimento 5 Stelle e il Pd non devono sottostimare la portata delle prossime elezioni amministrative. M5s resta la forza più numerosa a livello parlamentare, e sul territorio sappiamo di essere determinanti in particolare in alcuni comuni chiave come Bologna, Napoli e Torino, dove un accordo tra Pd e M5S può consentire di non lasciare quei comuni alla deriva», dice non a caso ieri il sottosegretario grillino all'Interno Carlo Sibilia che ha rotto gli indugi e propone un patto sin dal primo turno con il partito di Letta anche a Bologna, convergendo su un nome del Pd. Sul modello di quanto fatto a Napoli.