Aveva quindici anni, Cettina, quando si fidanzò con Gaetano Manfredi, compagno di classe al liceo Carducci di Nola. Di anni ne sono passati oltre quaranta, ma - come raccontò il neo sindaco in una intervista al Mattino - «l'importante è riuscire a crescere insieme nel rispetto delle proprie idee e delle reciproche autonomie. Noi ce l'abbiamo fatta e ancora oggi siamo in perfetta sintonia». È in quell'abbraccio a tre - con Cettina e la giovane Sveva - al termine della conferenza che sanciva una straordinaria vittoria al primo turno - che sono venute fuori gioia, emozioni e qualche lacrima trattenuta a fatica fino a quel momento. Ed è proprio a sua moglie, e a sua figlia, che l'ex rettore ha dedicato il risultato ottenuto: «Mi sono state vicine in questa scelta di mettermi al servizio della città e continueranno a starmi accanto nel mio lavoro da sindaco».
Bella soddisfazione.
«Straordinaria.
Si è già calata nel ruolo di first lady?
«Non mi sento una first lady. Per carattere sono discreta, non amo le passerelle e nemmeno mi piace mettermi in mostra».
Stile Manfredi, insomma.
«Tendenzialmente non amo la luce dei riflettori. È chiaro che sarò accanto a mio marito ogni volta che si renderà necessario. Non lo aspetta un lavoro facile e, da moglie, voglio sostenerlo in ogni modo».
Non sarà una first lady e però farà la sua parte.
«Certo. Sono schiva ma operativa, e sono un medico. Se riuscirò anche a offrire un contributo, nell'ambito delle mie specificità, non mi tirerò indietro».
Di che cosa si occupa?
«Sono responsabile dell'Unità operativa di nutrizione clinica della Asl Napoli 3 sud. Lavoro in ospedale: ho turni e orari da rispettare. Ammetto che non sarà facile conciliare le nostre vite».
È questa la ragione per la quale avrebbe preferito che suo marito non accettasse la candidatura?
«Gaetano ha sempre vissuto così anche da rettore: preso dal lavoro in maniera assoluta. Col tempo abbiamo trovato il nostro equilibrio cercando di stare insieme al meglio nel rispetto degli impegni reciproci».
E allora perché un po' di ostruzionismo lo ha fatto comunque?
«Sapevo, prima di tutto, che si sarebbe trattato di un incarico pesante e faticoso. Conosco bene mio marito, si butterà a capofitto anche in questa avventura e non vorrei che a farne le spese fosse il suo fisico».
Paura del troppo stress, quindi?
«È uno dei motivi».
L'altro?
«Devo ammettere che un cambiamento così repentino rispetto a un percorso - condiviso con me e con Sveva - di lavoro e sacrifici al servizio dell'Università, un po' mi dispiaceva. In ogni caso va bene lo stesso. Quando Gaetano si mette in testa una cosa è difficile togliergliela».
Sindaco testardo?
«Non è la definizione giusta. Direi piuttosto che se crede in un progetto è difficile distoglierlo. E stavolta ci ha creduto fino in fondo dall'inizio».
Qualcuno in campagna elettorale ha accusato Manfredi di essere un sognatore. Aggiungendo che con i sogni non si governa.
«In queste settimane ne ho sentite diverse. Per lo più attacchi gratuiti e immotivati».
Fa riferimento anche a quelli che gli sono stati rivolti quando ha scelto di disertare il confronto con i candidati?
«Sì, anche a quelli. I social, pur essendo un grande mezzo di comunicazione, sono spietati».
Come l'ha giudicata questa decisione?
«Condivisibile. Ha preferito confrontarsi con i cittadini e non con i suoi avversari. E in ogni caso - secondo me - nulla giustifica aggressioni e veleni».
Eravamo rimasti al sindaco sognatore. Lo è o no?
«Se si intende chi prima ha delle idee e successivamente pensa a realizzarle, allora mio marito è un sognatore. E - aggiungo - pure un po' idealista. Come tutti gli ingegneri è abituato a fare il progetto prima di tirare su un palazzo».
Da Nola a Napoli. È vero che state cercando casa?
«Quanto prima ci trasferiremo. Napoli è la città dove abbiamo vissuto da studenti e lavorato da professionisti. Se fosse per me lo avrei già fatto, ma Gaetano è molto legato alla sua terra, alle origini. E questo è un lato del suo carattere che apprezzo molto».
A proposito di carattere. Pregi e difetti del nuovo sindaco.
«Dice sempre quello che pensa. È vero che lo espone a molte critiche ma secondo me è un pregio. Ha grandi valori, e sente forte la responsabilità delle cose che fa. Quando ci crede si sacrifica fino allo stremo, e questo - sempre secondo me - è un difetto. Bisogna volersi bene. E lui, talvolta, farebbe bene ad amarsi un po' di più».