Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, appello ai partiti: subito nomi di qualità o per la giunta decido io

Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, appello ai partiti: subito nomi di qualità o per la giunta decido io
di Luigi Roano
Venerdì 15 Ottobre 2021, 11:00
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Stretto tra il nodo su come pagare i supertecnici da piazzare in giunta e convincerli a sbarcare a Napoli - da tenere d'occhio l'opzione di un aumento di stipendio per gli assessori, magari non subito nel giro di qualche mese - e la melina dei partiti sulle proposte per la giunta, il sindaco Gaetano Manfredi non è esattamente soddisfatto di come stanno le cose, immaginava un cammino più in discesa per la formazione della squadra di governo del Comune. Oggi sarà a Roma per sostenere Roberto Gualtieri, candidato del Pd e del M5S, l'occasione per parlare e fare il punto della situazione napoletana sia con i vertici dem che con quelli dei pentastellati. Cioè Enrico Letta e Giuseppe Conte. Ai quali consegnerà la sua irritazione. È deluso Manfredi perché i nomi proposti dai partiti - tutti, quelli grandi e quelli piccoli - non corrispondono ai profili che lui ha chiesto e vorrebbe avere. Manfredi - questo il ragionamento - è sempre convinto che mantenere gli equilibri politici sia importante, così come non entrare nelle dinamiche interne delle formazioni politiche abbastanza litigiose sulla questione giunta. Però per lui si sta tirando troppo la corda. Al più tardi mercoledì o giovedì vuole la giunta insediata e questo significa che nel giro delle prossime 72 ore vuole essere accontentato sulle proposte, sui nomi, per iniziare a ragionare su come costruire l'architettura della giunta tra assessori tecnici e politici. E pazienza se qualche tecnico sarà costretto a indossare una casacca di partito per salvaguardare gli equilibri, il sindaco non se ne farebbe un grosso problema. Ma scadute le 72 ore, Manfredi è pronto a fare di testa sua, la fase dell'ascolto è troppo poco costruttiva e la considera a queste condizioni chiusa. La città ha bisogno di una amministrazione altrimenti è difficile anche andare a chiedere al Governo l'impegno sul Patto per Napoli. Se non si cambia passo - questa la sostanza - Manfredi presenterà la sua lista di assessori e chi ci sta ci sta. 

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Quello di oggi a Roma si presenta come un vertice con i partiti più grandi della coalizione e non è un caso che si tenga nella Capitale. Per esempio al Bilancio per il sindaco deve esserci un super assessore che faccia da garante con il Governo sul Patto per Napoli e sull'impostazione della spesa dei fondi del Pnrr. Questa la figura chiave che cerca Manfredi e a Roma si sta rivolgendo per avere consiglio e trovare il profilo giusto. E per cercare di sdoganare nei ministeri qualche dirigente da piazzare ai vertici della struttura tecnica del Comune. Un lavoro che Manfredi ha impostato da tempo, di qui la quotidiana interlocuzione con i big dei partiti che lo sostengono. A Roma ci dovrebbe essere anche Marco Sarracino, il segretario metropolitano dei dem, va sciolto il nodo del suo ingresso in giunta e serve una parola definitiva dei leader del Pd, ma anche del M5S. La sostanza è che a Napoli le correnti dem che hanno conquistato un seggio vogliono tutte un assessore. E nel gruppo ce ne sono almeno tre di correnti. Con sullo sfondo i deluchiani che premono. Sarracino in giunta, in quanto rappresentante di tutte le aree, placherebbe gli appetiti delle correnti, se anche obtorto collo. Perché sarebbe difficile contestare il segretario del proprio partito. Una mossa vecchia maniera, ma sempre efficace. Sui nomi - sul fronte politico - reggono le nomination in casa Pd di Leonardo Impegno, Teresa Armato e Assunta Tartaglione, ex segretaria regionale e deputata. Chiaro che se entra Sarracino qualcuno dovrà rinunciare. Graziella Pagano se la gioca con Caterina Miraglia, ex assessora regionale con Stefano Caldoro, una docente. È un derby tra azzurri e Iv. Punti fermi Antonio De Iesu ed Edoardo Cosenza. Con Stefano Consiglio che guadagna posizioni. 

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