Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, pressing su Draghi per evitare il crac: «Ora il premier ci aiuti»

Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, pressing su Draghi per evitare il crac: «Ora il premier ci aiuti»
di Luigi Roano
Giovedì 7 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 12:30
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Incessante il pressing del neosindaco Gaetano Manfredi per quella che oggi più che mai è la «sua Napoli» perché arrivino norme e risorse finanziarie. Così, dopo la giornata romana di martedì per sbloccare a strettissimo giro di posta il Patto per Napoli, punta ora il premier Mario Draghi per fare arrivare risorse finanziarie a Palazzo San Giacomo. «È un debito che soffoca Napoli - spiega ad Agorà su Rai Tre - Draghi? Sono convinto che arriveranno le risorse finanziarie, se i Comuni devono spendere quelle del Pnrr devono fare progetti, si ha bisogno di Comuni che funzionano, con personale. Oggi dobbiamo giudicare i Comuni dagli obiettivi raggiunti, non dai debiti». Per l'ex ministro «adesso bisogna dare una risposta ai problemi dei tanti cittadini di Napoli, delle periferie, cittadini che si sentono di serie B, che hanno voglia di essere ascoltati. Persone che vogliono avere dignità».

Qual è il piano segreto di Manfredi per sbloccare il Patto per Napoli? Il sindaco vorrebbe - questo il ragionamento - una bad company, ovvero una struttura che assorba le sofferenze finanziarie, e che venga nominato un commissario che gestisca il debito. E dallo Stato vorrebbe 100 milioni all'anno per venti anni, nella sostanza 2 miliardi. Per liberare la spesa corrente del Comune e iniziare a dare ai napoletani una vivibilità migliore, servizi minimi all'altezza della situazione e togliere quella cappa che attanaglia Napoli da 20 anni. Per Manfredi questa è la ricetta giusta per dare slancio immediato alla nuova amministrazione che si prepara a varare. Serve un lavorio politico in profondità ecco perché in queste ore continua a martellare i leader dei partiti nazionali che hanno firmato il Patto e sta curando i rapporti anche con i ministri del centrodestra. Del resto fino a pochi mesi fa sedeva lui tra i banchi del governo. Manfredi batte cassa e non solo per Palazzo San Giacomo. Mette nel mirino la Città metropolitana, per lui è sottofinanziata, e lavora a un patto con tutte le altre grandi aree metropolitane del Paese: da Roma a Milano passando per Bologna e Firenze. E proprio con il sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella, ieri in città, ha avuto un incontro su questo tema. Un asse che va consolidandosi con il sindaco di Milano Beppe Sala con il quale i rapporti sono frequentissimi.

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Manfredi non ha mai nascosto nemmeno i suoi rapporti internazionali e in particolare con la Ue. La questione l'ha sollevata nel corso di un colloquio telefonico anche con Frans Timmermans - vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo - uno dei big della Ue che gestisce quella transizione ecologica cuore pulsante per il rilancio di tutti i Paesi della Ue, insomma il portafoglio di Timmermans è ricco. Al quale ha sottoposto gli innumerevoli servizi che le ex Province devono erogare come quello dei rifiuti e dei trasporti. Strettamente connessi alla questione climatica. Una chiacchierata su questi temi Manfredi l'ha avuta anche con l'ex premier Mario Monti che pure ha attraversato nel suo periodo venti di crisi, all'epoca soffiava forte quello dello spread.

I ragionamenti, i colloqui, i vertici di queste ore sono tutti finalizzati a migliorare la qualità della vita dei napoletani: «I cittadini si sentono di serie B - spiega - perché non si riescono a garantire i servizi essenziali che sono quelli di dignità, dei trasporti, sicurezza, pulizia». Ribadisce che «la dignità è il tema centrale e servono atti concreti. C'è grande sofferenza e grande voglia di essere ascoltati, è questa la grande sfida della politica».

Manfredi sta calandosi sempre di più dentro la città e i suoi protagonisti, ieri a Radio Punto Nuovo è tornato a parlare del rapporto con il patron del Calcio Napoli Aurelio de Laurentiis e ha scherzato sulla sua juventinità: «Sullo stadio Maradona Napoli non deve accontentarsi delle piccole cose provinciali, perché la squadra è importante e ha un tifo esteso per il mondo. Se guardiamo il Santiago Bernabeu di Madrid e altri grandi stadi sono aperti tutti i giorni della settimana, hanno un museo dove i turisti guardano i cimeli della squadra, la storia, dove i ragazzi si innamorano e spesso fanno il viaggio appositamente per visitarlo. Lo stadio deve essere la casa della squadra, la casa del tifo e deve raccontare la storia del calcio a Napoli. È un po' l'idea anche di De Laurentiis, dobbiamo lavorarci insieme». Quindi la battuta: «Io Juventino? Se il Napoli vincesse lo scudetto sarei l'uomo più felice del mondo». 

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