Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, la società civile alza la voce: «No al sindaco assessore, un nome per la cultura»

Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, la società civile alza la voce: «No al sindaco assessore, un nome per la cultura»
di Valerio Esca
Domenica 24 Ottobre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 25 Ottobre, 07:07
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«Se mi avessero chiesto di fare l'assessore, avrei scelto sicuramente di fare l'assessore alla Cultura». Il sindaco ha spiegato così la scelta di avocare a sé la delega alla cultura, dopo il varo della nuova giunta. Una decisione che ha aperto un dibattito in città, tra pro e contro e altri che invece sono più attendisti. «Non vedo in cosa differisca Manfredi da De Luca. In Regione sono anni che non c'è un assessore alla Cultura. Lo stesso ha fatto il nuovo sindaco». Il commento tranchant è dello scrittore Maurizio de Giovanni, che non fa sconti: «Si dimostra una mancata attenzione, ancora una volta, per la cultura. Dopo Nino Daniele, ultimo vero assessore al ramo, il Comune non ha più avuto una guida alla cultura». L'attrice Cristina Donadio si augura invece «che Manfredi, che viene dal mondo dell'Università, sappia bene quale sia il valore della cultura in un territorio come Napoli». E aggiunge: «Tenere per sé la delega potrebbe anche significare che non ha ancora trovato la persona giusta. Magari lo farà nel prossimo futuro. Intanto - rimarca Donadio - aspettiamo di vedere nei primi 100 giorni come andranno le cose e che direzione prenderà Manfredi rispetto alla cultura. Per il momento gli auguro buon lavoro».

«Ho parlato con Manfredi anche prima delle elezioni e mi ha molto colpito la sua visione innovativa rispetto alla cultura. Il fatto che abbia tenuto per sé questa delega può diventare una grande risorsa». Ne è convinto l'attore Patrizio Rispo. «Mi aspetto un occhio di riguardo per la cultura da parte dell'ex rettore Manfredi - sottolinea invece l'artista Peppe Barra - Governare una città come Napoli è molto difficile, ma spero che lo lascino lavorare in pace e che possa essere un buon sindaco e che possa tenere saldo il timone dell'intero comparto culturale». «In questo suo gesto leggo grande attenzione per la cultura, rispetto ad esempio alla precedente amministrazione - spiega lo scrittore Lorenzo Marone - Tenere la delega vuol dire, a mio avviso, rendere prioritario investire sulla cultura e sull'istruzione, che in questa città sono due ambiti prioritari. È scontato che però bisognerà individuare una figura che possa interloquire con tutto il mondo dell'associazionismo culturale». «Ho fiducia nella sua visione di tenere per sé una delega così importante - sostiene Mirella Barracco, presidente della Fondazione Napoli 99 - Conosco bene alcune persone che il sindaco ha scelto: penso al vicesindaco Mia Filippone e al direttore generale Pasquale Granata, persone che hanno operato benissimo nei loro rispettivi ambiti».

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Per Paolo Jorio, direttore del museo Filangieri e del museo del Tesoro di San Gennaro, la scelta di Manfredi «potrebbe essere un modo per comprendere bene la persona più adatta a ricoprire un ruolo così delicato e intanto guidare la città in un ambito fondamentale». Vittorio Sgarbi invece non ha dubbi: «Manfredi ha fatto benissimo. A Napoli la cultura è la prima delega ed è giusto la tenga il sindaco». Questo invece il punto di vista del filosofo Roberto Esposito: «Il fatto che Manfredi abbia tenuto la delega non è detto che significhi che la consideri un oggetto latere o marginale, al contrario la considera assolutamente centrale quasi come non si possa governare senza cultura». «Credo quella di Manfredi - evidenzia poi la scrittrice Viola Ardone - sia una scelta dettata dall'esigenza di partire subito.

Credo che il sindaco potrà contare sul supporto di tutti quelli che a Napoli lavorano nel mondo della cultura». 

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