Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, giunta in 15 giorni: in pole Nicolais, De Iesu e Mancuso

Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, giunta in 15 giorni: in pole Nicolais, De Iesu e Mancuso
di Luigi Roano
Mercoledì 6 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 07:14
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Ha conquistato Napoli con il 63% dei voti Gaetano Manfredi, neosindaco di Napoli, ora deve fare lo stesso con la sua composita coalizione: 13 liste tra cui Pd, M5S e quella del governatore Vincenzo De Luca nella formazione della giunta. Riuscirà a tenere unito e a trovare la quadratura e gli equilibri giusti tra chi fino a due mesi fa era non solo diviso, ma su sponde opposte? «Entro due settimane - promette - avremo la giunta». Manfredi è pressato dai partiti che gli chiedono di decidere presto perché vogliono raccogliere i frutti della vittoria e passare all’incasso. Nella sostanza poltrone in giunta, a iniziare da quella di vicesindaco.

L’ex rettore - questa la sensazione - ha le idee ben chiare e ha la fila di professionisti, docenti, espressioni di tutta la società civile e politici che si propongono e chiedono di far parte del progetto. Manfredi mette paletti e delinea l’identikit: «Sicuramente sarà una giunta tecnica e politica. Napoli ha bisogno di una squadra di alto livello, non posso fare anticipazioni perché devo valutare le singole disponibilità». E si compiace del risultato della lista sua espressione - Manfredi sindaco - che è il secondo partito della coalizione dietro al Pd e davanti al M5S. «Un mandato forte che mi danno i cittadini: decidere per il bene della città. I primi 100 giorni saranno duri, dobbiamo riaprire il Comune che è un po’ impolverato». Chiarito il contesto ai profili si può già associare più di un nome. Come quello del docente di Ingegneria Edoardo Cosenza, collega di Manfredi. O quello del suo mentore altro docente ed ex ministro Gino Nicolais. E quello di Sergio Costa ministro come lui in quota M5S nel Governo Conte 2. Non gli unici, c’è quello del magistrato a riposo Paolo Mancuso presidente del Pd metropolitano. Gia acquisito alla causa l’ex questore Antonio De Iesu, il cui annuncio fu fatto da De Luca alla vigilia dell’apertura delle urne e scoppiò il primo incidente diplomatico tra i due. Dalla società civile potrebbe avere un ruolo Edoardo Imperiale, direttore generale del Dih. Il pezzo dell’Unione industriali che si occupa di innovazione. Con l’Unione degli industriali in campagna elettorale Manfredi non ha avuto un buon rapporto, ma ieri al neo sindaco - dopo le polemiche delle scorse settimane - sono arrivati gli auguri e la disponibilità alla collaborazione del presidente degli industriali napoletani Maurizio Manfellotto

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E le donne? La sensazione è che su questo fronte Manfredi sia in difficoltà. «Ci sarà una rappresentanza femminile e non per un fatto di genere - precisa - ma perché le donne possono dare un grande contributo». Manfredi - questo trapela - sta «valutando le singole disponibilità» ma intanto il problema delle donne esiste. Tanto che la capolista del Pd ed eletta Enza Amato potrebbe essere chiamata in giunta. In questo modo i dem farebbero scattare anche il seggio per Tommaso Nugnes, figlio dell’assessore suicida ai tempi della Iervolino al quale è intitolata la sala dei convegni del Consiglio comunale in via Verdi. Mossa che ha indispettito i Verdi che mettono sul tavolo Fiorella Zabatta membro nazionale del partito degli ambientalisti. La spia che la febbre da poltrona da assessore sta iniziando a salire. 

 

Manfredi non ci sta a essere stritolato dal toto nomi - il calcio mercato dei politici - e così trapela dal suo entourage che l’idea è quella di mettere in piedi una giunta molto «romana» con profili istituzionali accreditati nelle stanze di Palazzo Chigi e nei corridoi del ministero dell’Economia a via XX Settembre, laddove si decidono le sorti dei dossier più importanti. Napoli su tutto. In questi giorni incessanti sono stati i contatti con Bruno Tabacci, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione economica, ma anche con altri funzionari e dirigenti della burocrazia ministeriale. Manfredi sa bene che le sue conoscenze andranno affiancate dalla volontà politica di voler concedere a Napoli i fondi di cui ha bisogno. Di qui il gioco di sponda con le segreterie dei partiti che lo hanno sostenuto. Fitta, anche in questo senso, la rete dei colloqui. «Ho sentito Letta - ribadisce - e tutti i leader nazionali. Ho chiesto loro un impegno per Napoli». Pace fatta anche con gli industriali. Una storia appena iniziata quella della formazione della giunta con Manfredi intenzionato a valorizzare comunque anche il territorio. Non è un caso che subito dopo essere stato eletto Manfredi sull’alleanza ha chiarito: «Non è stata una operazione verticistica la coalizione con Pd e M5S, ma una istanza arrivata dal territorio». 

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