Asse Napoli-Bologna per «riunire il centrosinistra». Un patto a lungo termine quello siglato tra i sindaci Gaetano Manfredi e Matteo Lepore. L'obiettivo è «lavorare insieme su temi come le politiche urbane, lavoro, innovazione, giovani, periferie e politiche sociali». La stretta di mano di ieri tra i due primi cittadini anticipa di qualche settimana la firma di un protocollo d'intesa, che Lepore sottoscriverà all'ombra del Vesuvio dopo il voto del 25 settembre. Da quanto trapela nei primi giorni di novembre. Un'unione di fatto, amministrativa ma soprattutto politica, che non a caso nasce a Bologna, dove Manfredi ieri ha partecipato alla Festa dell'Unità per dialogare insieme ad altri sindaci, tra cui anche Damiano Tommasi (neo eletto primo cittadino di Verona), di autonomia differenziata. Perché è importante il luogo in cui si sancisce questo accordo? Perché Napoli e Bologna rappresentano le capitali del campo largo, ovvero dell'alleanza tra Pd e M5S, in frantumi a livello nazionale, ma che regge sul piano locale. Due facce del progressismo con un obiettivo comune: rilanciare lo schema vincente che ha portato alla vittoria i due sindaci.
Ad annunciare il patto è stato il primo cittadino felsineo dopo l'incontro con il collega napoletano a Palazzo D'Accursio: «Abbiamo deciso dopo le elezioni di sottoscrivere un protocollo d'intesa tra le due città, per iniziare a lavorare su alcune politiche urbane spiega Lepore -.
Manfredi e Lepore giocano a carte scoperte. L'ex rettore ha ribadito due giorni che «se si fosse applicato il modello Napoli all'alleanza nazionale per le politiche sicuramente questo avrebbe determinato una maggiore competitività». Poche ore dopo, dal capoluogo emiliano-romagnolo, è Lepore a rimarcare: «Il nostro compito va al di là delle appartenenze, lui (riferendosi a Manfredi, ndr) non è iscritto al Pd, io sì. Facciamo parte di scuderie senza necessariamente una tessera o una corrente, siamo persone libere che hanno costruito un progetto progressista». Tra i promotori all'epoca dell'accordo tra Pd-M5S come non annoverare il ministro della Cultura Dario Franceschini, candidato capolista al Senato a Napoli, che lunedì Manfredi incontrerà a Palazzo Zapata per un incontro su un tema, la cultura, tanto caro al primo cittadino. Il sindaco di Napoli, che parla da leader del Mezzogiorno, torna poi sul tema dell'autonomia differenziata, e lo fa dal palco della Festa dell'Unità: «Se pensiamo che l'autonomia differenziata sia un ostacolo alla politica unitaria del Paese vuol dire che non va bene l'autonomia differenziata. Il tema è che l'autonomia deve essere un valore, ma il modo con cui si applica e gli obiettivi che si pone possono essere molto differenti. Qualsiasi percorso messo in campo di rafforzamento dell'autonomia non può prescindere da un parallelo discorso che riguarda anche la riduzione dei divari. Un'autonomia che aumenta i divari non serve al Paese».