Antonio Decaro sindaco di Bari e soprattutto presidente dell’Anci - Associazione nazionale dei comuni italiani - è in scadenza di mandato come presidente dei quasi 8000 sindaci italiani e da tempo si è aperta la caccia alla sua poltrona, al suo successore. Tra chi ambisce a questo incarico - ed è anche ben piazzato - c’è il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
L’ex rettore dall’inizio della sua avventura con la fascia tricolore - e sono passati due anni - ha girato l’Italia in lungo e largo mettendo in piedi una rete dei sindaci che è sembrata per i meno attenti una stravaganza o un déjà vu velleitario bollato come l’ennesimo tentativo di vivificare un sogno - «il partito dei sindaci» - tanto caro a una certa sinistra. Manfredi è lontanissimo però da questo cliché, per lui l’Anci è l’unica casa dei primi cittadini perché è una Istituzione nazionale in grado di dialogare con le altre Istituzioni al di là dei colori politici con i quali i sindaci sono stati eletti. Così tra patti bilaterali, protocolli e delibere scritte e votate all’unisono, la rete ha iniziato a funzionare e ad allargarsi.
Manfredi si è mosso e si sta muovendo come una trottola con una netta accelerazione data in questi ultimi due mesi. Perché la data di scadenza di Decaro è prossima si tratta di un paio di mesi. A fine ottobre a Genova ci sarà l’assemblea annuale dell’Anci che nel 2024 si dovrebbe tenere proprio a a Napoli - l’ultima per Decaro come presidente e - e l’appuntamento nel capoluogo ligure sarà determinante per designare il post Decaro di qui l’attivismo di Manfredi. Che nel frattempo ha firmato protocolli e patti bilaterali con Matteo Lepore sindaco di Bologna, Dario Nardella il sindaco di Firenze con lo stesso Decaro per l’alta velocità e l’alta capacità Napoli-Bari. Protocollo dato direttamente nelle mani di Matteo Salvini ministro delle Infrastrutture che in un battibaleno ha dato semaforo verde all’iniziativa. Intese formalizzate con tre sindaci del Pd, tre primi cittadini con i quali ha anche ottimi rapporti personali.
Ma sullo sfondo ci sono stati e ci sono accordi politici, intesi sempre in chiave Comuni, con Roberto Gualtieri sindaco di Roma e Beppe Sala che indossa la fascia tricolore a Milano. Con tutti telefonate, videocollegamenti, faccia a faccia sono stati e sono frequenti. Il confronto - nella sostanza - è continuo tra i primi cittadini e il motore è Manfredi che parallelamente continua ad appoggiarsi e a valorizzare l’Anci. Manfredi non sente la necessità - al momento - di un partito nel senso tradizionale del termine per lui l’Anci è lo strumento giusto per incidere nelle politiche italiane e quelle internazionali. Non a caso ripete spesso che i Comuni sono il primo front office dei cittadini che vedono in chi indossa la fascia tricolore lo Stato. Ovvio che avere dalla sua parte il Pd e il M5S fa piacere e comodo a Manfredi, ma per lui non è una novità. Intorno alla sua figura i due partiti si sono alleati e hanno vinto portando l’ex rettore a Palazzo San Giacomo. Da allora però per il centrosinistra per Elly Schlein e Giuseppe Conte sono state solo mazzate e non è un caso che queste siano arrivate perché dem ed ex grillini sono andati separati alle urne. In questo contesto Manfredi si sta giocando la sua partita: «Il modello dei comuni - ripete spesso - anzi del Comune di Napoli è quello che il centrosinistra deve seguire per vincere. Noi puntiamo a dare risposte ai cittadini. La soluzione è quella di una proposta unica tesa al superamento dei divari. E Napoli può essere un esempio». Un ammonimento per Pd e dem.
L’ex rettore è alla ricerca di una visibilità e di un ruolo nazionale per ora sganciato dai partiti e l’Anci sembra essere l’opportunità più concreta per due motivi: è un obiettivo molto vicino nel tempo e non implica una esposizione politica ad alta densità che non significa non mettere le mani nella politica. Che si muove alla velocità della luce e altrettanto rapidamente è mutevole e per questo va controllata. Uno scenario nel quale Manfredi ha sancito un patto con Decaro - che dovrebbe essere uno dei candidati se non la punta di diamante del Pd alle Europee nella circoscrizione sud - per appoggiarlo a Napoli e nella sua sterminata area metropolitana. Va da sè che il sindaco di Bari dopo 8 anni alla guida dell’Anci qualche buona parola per Manfredi la spenderà e sarà di peso essendo anche un big del dei dem scollegato dalla Schlein. Il Pd - come il M5S - è una leva importante per l’ex rettore perché la maggioranza dei sindaci italiani e sicuramente quelli più pesanti sono dei dem. Non l’unica, Manfredi non ha nessuna tessera di partito in tasca pur essendo chiaramente un uomo di parte quella del centrosinistra. E questo gli permette di dialogare a viso aperto anche con chi sta dall’altra parte della barricata.
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